La
Terra non può parlare. Per sua fortuna. Almeno non nel linguaggio umano,
diciamo. Ché altrimenti sarebbe un lungo e interminabile urlo, il suo. Di
strazio. Perché la stanno massacrando: giorno dopo giorno. Ma per nostra
sfortuna Gaia è muta. Allora, noi comuni immorali dobbiamo stare
all'informazione del potere; quel livello di controllo, anzi, che i padroni del
mondo fanno passare col nome d'Informazione. E, soprattutto, gestita oltre che
condizionata dallo zelante e rigoroso e inarrestabile lavoro di tutti i
reticenti alla verita a libro paga del Potere e di tutti quegli esperti -
corrotti corruttori e corruttibili - gironzolanti nelle/intorno-sopra le nostre
misere vite. Gianni Lannes, che nel suo libro vive col nome di Lucien (non
essendo il giornalista abituato all'io), praticamente un'infaticabile eteronimo
corso assatanato nel lavorio della controinformazione quotidiana, è una delle
rare eccezioni a conferma della regola. Dove la stampa di regime e dei regimi
sporadicamente fa passare la verità, e con "Terra muta" siamo a una
conferma appunto. Perché nel documentato a dir poco e più recente
libro-inchiesta di Lannes troviamo tutti quei dati e le fonti utili a farci
un'idea ben precisa e chiara su un interrogativo oramai imprescindibile: i
terremoti sono tutti e sempre, adesso, naturali? Per capire l'approccio di
Lannes alla questione, per dovere d'appartenenza territoriale e cercare di
proporre almeno qualche punto saliente del gremito e argomentato assai quanto
obbligatorio volume, riprendiamo un estratto dal testo, un brano già pubblicato
on-line per lo spazio telematico e diario-giornale dell'autore stesso, Su la
testa; un articolo riguardante un sisma registrato nel Mar Tirreno e
interessante Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Siamo solamente a
gennaio 2014. "I dati ufficiali dell'Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia parlano chiaro: nella giornata di ieri sono state registrate ben
cinque scosse di magnitudo momento superiore a 2 (scala Richter), di cui due
pari a 3.7. Come sempre l'ipocentro, ossia la profondità, è superficiale: in
questo caso addirittura di soli 2 chilometri. Quali sono le cause? Si tratta di
movimenti naturali, oppure di sollecitazioni artificiali? Un fatto è certo:
nell'area marina del Mar Tirreno prospiciente Campania, Lucania, Calabria e
Sicilia, sorge sotto'acqua il più grande vulcano attivo d'Europa. Il gigante
Marsili con i suoi 3 mila metri di altezza è oggetto di trivellazioni da parte
della società Eurobulding - autorizzata dallo Stato italiano - per ricavarne
energia geotermica. Nella medesima area geografica, sempre su autorizzazione
del governo tricolore sono in atto trivellazioni anche della vulnerabile ed
esplosiva area dei Campi Flegrei. Non è tutto: c'è un altro vulcano, il
Vesuvio, che secondo gli esperti potrebbe eruttare pericolosamente da un
momento all'altro, mentre i piani di sicurezza per la popolazione dell'area più
densamente abitata d'Italia - ad opera della cosiddetta Protezione civile -
addirittura risalgono ad anni addietro e risultano obsoleti. Anche il più
importante e qualificato vulcanologo al mondo, il professor Nakada,
recentemente ha pubblicamente segnalato il pericolo. E prima di lui il medesimo
allarme era stato lanciato dal professor Dobran, uno dei più significativi
studiosi degli Stati Uniti d'America. Infine, è in atto sotto gli occhi di una
popolazione ignara, la geoingeneria ambientale: vale a dire una guerra non
convenzionale sotto regia del Pentagono e della Nasa, per controllare il clima,
a danno però di gran parte dell'umanità ed in palese violazione del Trattato
internazionale denominato Enmod risalente al 1978. Nel 2002 il governo
Berlusconi ha firmato un accordo con gli U.S.A., in parte sottoposto a segreto
di Stato, atto a manipolare appunto il clima: un atto di evidente violazione
della Costituzione, in particolare dell'articolo 32 a tutela della salute,
nonché delle normative di protezione sanitaria ed ambientale, e non ultima la
Convenzione europea di Aarhus, ratificata con legge statale numero 108 del
2001. Singolare coincidenza: dal 2003 ai giorni nostri l'INGV ha registrato un
incremento esponenziale dell'attività sismica, anche in aree asismiche.
Inoltre, si registrano notevoli aberrazioni elettromagnetiche. Infine, è in
atto in Italia da 11 anni, ma i primi esperimenti in Sardegna da parte della
Nasa e del Max Planck Institute risalgono al 1963, di bombardamento chimico
dell'aria (chemtrails) con alluminio, bario, litio, torio e polimeri
artificiali, con gravi conseguenze per salute delle persone. Certo, gran parte
d'Italia è a rischio sismico, tranne la Sardegna, ma nel nostro caso la
sismcità naturale è un insospettabile paravento per le forze armate di
Washington. La tecnologia bellica ha superato la fantasia umana da un bel
pezzo. Tranquilli: ci vogliono tutti a cuccia, servili e obbedienti per
sterminarci a puntino, con contorno di sciacalli negazionisti, decerebrati ed
ignoranti, usati per narcotizzare il rischio". Torna la domanda: terremoti
naturali o artificiali? La testi di Lannes, suffragata dall'esito d'un lungo
percorso di studio accompagnato e sostenuto da viaggi importanti nonché da una
mole impressionante di documenti, spesso militari quando non pareri tecnici di
scienziati, dice che l'Italia è scossa da una sequenza insolita di sismi
"che mietono persone ignare e causano danni incalcolabili: vittime umane e
caos programmato". Frutto d'una "guerra ambientale non ufficialmente
dichiarata", perseguita insistentemente dal gendarme Usa. Perché gli
yankee sono una minaccia, oggi e di nuovo, della sicurezza dell'Italia e
dell'intero Pianeta. "Indagando direttamente sul campo ed in mare,
oltreché in luoghi particolari, come ad esempio il National Archives and
Records Administration nel Maryland (USA) – ma non solo – ho scoperto che
l’Office Strategic Services (OSS), vale a dire il precursore della CIA, aveva
già pianificato per conto della Casa Bianca un terremoto da innescare
artificialmente in Giappone nel 1945, prima dell’esplosione delle due inutili
atomiche sulle città inermi di Hiroshima e Nagasaki. Ovviamente la tecnologia
bellica da allora ne ha compiuti di progressi in negativo a danno della vita e
dell’equilibrio di Gaia. Un perverso e criminale obiettivo perseguito e
realizzato, grazie all’assoggettamento scientifico di buona parte della
comunità accademica (civile). Anche in Italia i cervelli locali della materia
hanno usato esplosivi convenzionali, decine di tonnellate di dinamite (per ogni
test) nei mari Tirreno, Jonio, e Adriatico, ma anche sulla terraferma. Gli
esperimenti giustificati da finalità scientifiche, ma privi di valutazioni di
impatto ambientale, sono decollati a partire dal 1956 (inizialmente con i
residuati bellici della seconda guerra mondiale) così fino ai giorni nostri.
Esisteva addirittura, un ‘attività per fini esplorativi (tanto per vedere
l’effetto che fa) condotta nell’ambito universitario in collaborazione con la
NATO, il CNR e l’INGV ed altri enti a livello europeo, denominata Gruppo Grandi
Esplosioni. Geofisica d’altri tempi? Mica tanto. Bene, anzi male. Potrebbero
aver innescato accidentalmente, s’intende, anche qualche rovinoso terremoto in
Italia facendolo passare nel senso comune per naturale. Il libro, aperto alla
speranza, è corredato di prove e di amare sorprese", spiega chiaramente
l'autore al fine di presentare il suo volume dal libero web. Vittima di minacce
di morte e d'un attentato, Gianni Lannes non ha paura. E parla, per esempio, di
cosa è lo statunitense Centro H.A.A.R.P. Che, aggiungere nel libro il docente
universitario a Ottawa, Michael Choussudovsky: "(...) è un potente mezzo
per la modificazione delle condizioni atmosferiche e del clima". Le
antenne di Haarp "bombardano e riscaldano la ionosfera, generando
frequenze elettromagnetiche che rimbalzano sulla terra". Ed è una soltanto
delle peculiarità del mostro. Artificio nato grazie agli sviluppi nocivi delle
teorie, su tutte, dell'assassinato genio Tesla. Il mondo dominato dagli Usa non
deve sapere. Nel senso che le popolazioni devono esser all'oscuro di tutto.
Mentre i lidi sono pieni dell'Italietta al mare, le acque del Marenostrum sono
tante volte interdette alla navigazione e alla pesca. Ché nel suo grembo
l'esercito degli States e le compagnie petrolifere che lo mantengono producono
le loro manovre belliche. A quache passo da noi. Non sufficientemente soddisfatti
d'esser capaci di provocare terremoti e tsunami da lontano. Difficilmente
apriremo gli occhi, però almeno non facciamoci trattare da deficienti. E'
necessario stare, per quel che serve, in allerta. Si pensi, per dire, che in
alcuni convegni pubblici la scienza s'è fatta sfuggire che entro vent'anni
dobbiamo aspettarci un devastante sisma (indotto sicuramente, a questo punto)
in un punto imprecisato e imprecisabile del Mezzogiorno.
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