I corpi sono continuazione della
disperazione, nell'ultimo romanzo di Cosimo Argentina. "Per sempre
carnivori", sintetizziamo senza paura di farci rider in faccia, è
Cappelli+Romani+Bukowski; ovvero un dolore=piacere. Lo spettacolo s'apre e si chiuse
su una (macabria da immagine) disfatta. Ma nella sua operazione di nascita
crescita e lancio verso la morte quindi s'ingozza delle disfatte dei suoi
teatranti. Il Polonia e gli altri suoi due soci insegnano per pochi danari
presso una scuoletta privata di terz'ordine della pugliese/tarantina Ginosa. E
qui un inciso: non scriviamo del libro solamente perché da vie paterne c'arrivò
sangue ginosino. Dicevamo, Polonia e gli altri due insegnanti si fanno
dell'insegnamento che gli rende poca grana, ma essenzialmente guardando al
dopo-lavoro. Dove strisciano tra un bar e la strada veloce pensando alle
diciassettenni che della loro mattinata severa han fatto parte. Alcol e
puttanate. Che sono raccontate da Argentina non solamente con brio, arguzia,
agilità talento. Effetti collaterali della disperazione detti con una
narrazione infuocata nell'accostamento alle prossimità del noir, epperò vissuti
dalla lingua di Cosimo Argentina. Fatte di quel timbro sbalordito e
costantemente intonato ai fatti perché sempre apparentemente disarmonico. Il
mondo della scuola di Per sempre carnivori è un surrogato della decadenza
dell'insegnamento cotto nell'assenza della Vocazione. Più pura, infatti, appare
la presenza imperiosa e assoluta nonostante tenuta falsamente in secondo piano
del padre del protagonista. I luoghi fanno, certo. Ché Argentina sentendo il
suo papà vedovo viaggiare in cerca di scuole da spiare di paese in paese della
provincia tarantina, si stacca dalla sua Taranto appunto per vivere momento per
momento e punto per punto, angolazione su angolazione le corsette del ginosino
insieme alla battute di caccia alla donna dell'istante da
"sbulinare". Il mare e le campagna guardano i tre guasconi. E gli
impertinenti dall'acqua salata e dalla sabbia piena di preservativi e 'sbobba'
di cane si fan zittamente struggere. Le dimensoni del romanzo che dice d'un
frammento di provincia italia, quindi in maniera emblematica, e non può esser
diversamente, di buona parte della provincia italica, spiegano l'umano che va
alla rovina. Oltre che la frantumazione, fino alla riduzione in poltiglia, di
molti valori che dovrebbero al contrario fortificarsi in settori fondamentali,
essenziali della società. Famiglia, scuola, amicizia. Tre casette che Cosimo
Argentina incendia. Grazie al lavoriò di personaggi che sono spaccati dalla
coscienza che gli urla dentro. Nel tempo libero, ammette poi lo scrittore, ci
si maschera per mascherare la scofitta. E non può esser che tutto finto,
dunque.
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