Questa lettura comparata,
probabilmente, vi metterà in stato di confusione. Non capirete, molto
probabilmente, perché affianchiamo due testi apparentemente così distanti, che
oltre a parlare d'Italia e Usa, parlano, innanzitutto, di due personaggi che
molto differentemente e con diverse azioni hanno caratterizzato l'epoca nella
quale vivevano e il futuro che avevano davanti, George Washington e Benito
Mussolini insomma; e, quindi, per dovere di chiarezza spieghiamo le ragioni
della scelta, tanto per cominciare. "Washington massonica" e
"101 storie su Mussolini che non ti hanno mai raccontato", ciascuna a
loro modo, prendono in analisi e sotto analisi la storia per porre
interrogativi obbligatori per il presente. Inoltre, sia Wasserman che
Lucchetti, e ognuno a proprio modo, sono 'massoni'. James Wasserman nel 1976
entrò nell'Ordo Templi Orientis (O.T.O.), fondando all'interno dell'ordine la
terza loggia dello stesso, la
TAHUTI; Marco Lucchetti è ufficiale della riserva e
benemerito dell'Ordine dei Cavalieri di Vittorio Veneto. Se il primo s'è
interessato principalmente del sistema illuministico-scientifico di Aleister
Crowley, il secondo è appassionato di storia militare e uniformi. Passioni e
studi, possiamo quindi dire, molto simili per scelta ideale allo loro base,
oltre che ovviamente convergenti. Il libro di Wasserman, tradotto egregiamente
da Lipparini a servizio d'una interessante collana d'Alberto Gaffi, che come
potrete vedere mette insieme città come, per spiegare, Siena e Washington D.C.,
è dotato d'un corallalio fotografico che non fa da appendice alla scrittura
divulgativa e di divulgazione ma è ramo dell'albero che sperimenta le vie della
capitale statunitense. Le strade fisiche e ideali che l'hanno vista mentre
questa veniva eretta. L'indice dell'opera è chiaro: Nascosto in piena luce, La
massoneria e la causa della libertà dell'uomo, La progettazione massonica di
Washington D.C., Una passeggiata per la capitale, L'area del Campidoglio, Union
Station, Judiciary Square, Il triangolo Federale ecc. Il primo capitolo del
libro prende il titolo dalla definizione usata dall'autore per descrivere
"il simbolismo esoterico e occulto del sacro spazio di Washington". E
l'epilogo è la rappresentazione della sua patria da parte d'un saggista formato
nella fede del suo dio e ai valori della conoscenza. Un esempio, aggiungeremmo,
di patriottismo. Firmato da un americano doc, almeno così leggiamo. Però il
meglio della 'guida' lo raccogliamo nell'esaustiva definizione della
fratellanza massonica, sintetizziamo, fra nove firmatari della Dichiarazione
d'indipendenza, tredici firmatari della Costituzione e ben 14 dei presidenti
degli States, e nella definizione precisa delle immagini pittoriche che fanno
di Washington e d'alcune sue invenzioni (il dollaro su tutte) una particolarità
mondiale. Tasselli che formano un saggio che veramente: "illumina
d’inedita luce quelle spiritualità che hanno prodotto il momento
costitutivo" degli Usa. Non dimenticate, insomma, il Bush che nomina e
rinomia dio. Non prima d'esser tornati, chiaramente, sul padre George
Washington. Qui, insomma, si narra d'una certa idea di "democrazia".
Mentre Lucchetti, di contro, deve riprendere le redini dei tanti discorsi e
delle posizioni che agivano contro quella visione, seppur occidentale di democrazia.
Ché Marco Lucchetti, infatti, deve rileggere un frangente di fascismo. Al fine
di raggiungere l'obiettivo che si pone, cioé di scovare nei resti del duce
coordinate di momenti che possono suonare addirittura inedite ai più. Il primo
compito dell'autore, quindi, non può che esser la riscrittura della "sua
parabola politica, dagli esordi come socialista e anarchico alla sua
trasformazione in accanito interventista, dalla costituzione dei sasci di
combattimento alla tragica evoluzione in dittatore e all'epilogo in piazzale
Loreto". M. Lucchetti sotto questi riflettori trova però le trasformazioni
del Paese durante il Ventennio: "perché, per capire l'Italia di oggi e i
valori da cui nacque la nostra democrazia, non possiamo prescindere dalla conoscenza
di chi, per vent'anni, la tenne sotto il giogo della dittatura": Benito
Amilcare Andrea Mussolini. In un angolo anomalo della collana più varia della
Newton Compton. Il sottoscritto, per dire, già aumentato di cultura dalle
osservazione di James Wasserman, non sapeva che Mussolini da giovanissimo aveva
iniziato ad accoltellare ma, soprattutto, quante migliaia di libici fece
veramente ammazzare.
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