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lunedì 21 novembre 2011

Il museo dell'inferno di Derek Raymond e Confessioni di un cuoco eretico di David Madsen editi da Meridiano Zero e visti da Nunzio Festa






































Quest'anno sono stati nuovamente ristampati due libri imperdibili, ovvero “Il museo dell'inferno” di Derek Raymond (già ristampato l'ultima volta nel 2002) e “Confessioni di un cuoco eretico” di David Madsen (già stampato nel 2006). Ora, se di Raymond forse si sa addirittura troppo, insomma molto si dice è s'è detto sul formidabile romanziere della serie della Factory, meno forse si dice del professore inglese che si cela dietro lo pseudonimo David Madsnen e che dimostra puntualmente d'essere romanziere di grande valore. Ma torniamo momentaneamente al museo dell'inferno, testo scontroso e ovviamente apocalittico per l'intimità che Raymond inventò per pomparci dentro il pazzoide e assassino Ronald Jidney. Uno di quelli, aggiungiamo, che mette in disordine la carne spezzettata delle sue vittime per farla diventare ordine rispondente ai suoi deliri 'artistici'. E tenete in mente la parola Carne: perché qui sentiamo il legame col Madsen del cuoco eretico. Epperò per sentir meglio leggiamo e rileggiamo le copertine fresche fresche destinate alle ristampe in questione... “Dead man upright”, ultimo romanzo di Derek Raymond, raggiunge l'apice quando, e lo spiega mirabilmente Pezzotta, racconta i massimi deliri, senza freni, del serial killer. Tra esternazioni e interrogatori. Superando il genere. Dandoci la menta omicida dell'omicida. Jidney, tra l'altro, è l'artista-fallito. Comunque l'artista. Pittore, per l'esattezza. Mentre, appunto, nel romanzo di David Madsen Orlando Crispe, grazie al perverso e tirannico cuoco Egbert Swayne scopre d'essere cuoco-artista che sceglie la Carne come materia. Similmente, appunto, forse per la seconda volta a dir il vero, con l'R. Jidney di Raymond. Insomma Crispe addirittura a Roma apre il ristorante Il giardino dei piaceri. Locale 'in' che diviene alla fine luogo di sperimentazioni di Orlando Crispe e dei suoi aiutanti. Perché grazie ai suoi piatti a base di carne, Crispe riesce a sottomettere cardinali e intellettuali ai suoi desideri. Crispe usa la carne come pozione magica. La serve per farsi servire. Adesso, quindi, avrete visto il vero legame fra i due testi. La carne. Dove la carne pasto e il pasto carne trasformano vite umane. Di Raymond avevamo già fatto appuntare “Incubo di Strada” e “Stanze nascoste”, di Madsen “Amnesie di un viaggiatore involontario”. Che l'elenco continui.     


Il museo dell'inferno, di Derek Raymond, traduzione e postfazione di Alberto Pezzotta, Meridiano zero (Padova, 2011), pag. 221, euro 14.00; Confessioni di un cuoco eretico, di David Madsen, traduzione di Francesco Francis, Meridiano zero (Padova, 2011), pag. 216, euro 14.00.

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