Paolo Amoruso è un giovanissimo poeta: è nato il 17 luglio 1995 e vive a Bari. Il suo libro “Piccole storie indaco”, accolto nella collana Scintille, contiene trentotto poesie che sfiorano l’intimo del narratore attraversando diverse tematiche: il tormento adolescenziale, la ricerca della fede e di Dio, la nostalgia, la paura di crescere, gli affetti più veri e sinceri, narrando l’esistenza con un'alternanza di tratti dolci e amari. Per l’autore, la scrittura è in primo luogo un atto di riconoscenza e d’amore nei confronti di Alda Merini, poetessa grazie alla quale ha scoperto la forza e la bellezza delle parole.
La dedica infatti recita: “Ti ho conosciuta per caso e per caso il mio cuore ha deciso di legarsi al tuo. Oggi sono qui, attraverso la tua voce, le tue parole che ancora rileggo continuamente. Oggi posso dire di aver avuto una grande maestra di vita. A te che sei parte di me. A te, Alda Merini.”
Piccole storie indaco ha raccolto il consenso entusiastico da parte dal giornalista del Corriere della Sera Andrea Salvatici che ha spesso parlato di Paolo e delle sue poesie sul suo blog “Il posto delle fragole”: Piccole storie indaco. Il libro di debutto di Paolo Amoruso, una giovanissima voce poetica potente e destabilizzante! Complimenti! I poeti Mario Luzi e Alda Merini avrebbero letto volentieri le poesie di Paolo. Adesso dobbiamo solo proteggerla questa necessaria e meravigliosa allodola. Ci sono troppi cacciatori invidiosi del suo volo poetico. Sono grato per avermi fatto scoprire un talento simile. Peccato, Alda non c'è più altrimenti le avrei presentato volentieri Paolo.
Briciole del mio esistere
E facendo nuotare,
quelle briciole del mio esistere,
nella mia saliva sconosciuta
penso.
Certo, anche io
sono stato piccino.
Anche io vivevo in quel mondo, fatto di chimere, fantasie e
candide illusioni.
Lo amavo.
Poi,
quando anche
i suoni del mio pianoforte,
diventarono più robusti,
come tanti mi sono ritrovato
davanti a quella strada
dove ho dovuto
iniziare a percorrere quel viaggio
verso la ricerca della felicità.
Sarò stato anche iniquo, scorretto e immorale,
ma volevo ancora vivere in quel mondo fantastico,
dove le candide illusioni mi facevano compagnia
e le rughe del mio viso erano più marcate.
Amavo quel sognare e vivere ingenuamente
e il destino mi ha allontanato da tutto questo
senza pensare a quanto il mio cuore ne soffriva
e come, ingiustamente,
avrei dovuto percorrere
questo viaggio importante
con la tristezza che m'affogava.
Piangevo come un diverso
e mi sentivo tale,
in confronto a tutti quelli
che correvano allegramente, ridendo,
lungo quella strada.
Loro erano accompagnati,
ovunque la loro felicità li portava
da una meravigliosa luce
che illuminava il loro cammino,
mentre io ero perseguitato dal buio
che mi odiava e senza pietà mi torturava.
Cosa voleva il destino
dal mio cuore già in passato non compreso
e non amato dalla sua stessa esistenza
che lo portava dove sarebbe rimasto triste.
Avrei voluto addormentarmi
finché il mio vero cammino
verso la ricerca della felicità
non fosse venuto a farmi visita.
Oggi dormo ancora
vivendo in quel sogno non più fatto
di chimere, fantasie e candide illusioni
con un briciolo di speranza
che mi da ancora quella misera forza
di coraggio
che purtroppo non son riuscito
a trasmettere al mio destino
libero di manovrarmi come vuole.