mercoledì 31 agosto 2016
lunedì 29 agosto 2016
sabato 27 agosto 2016
venerdì 26 agosto 2016
giovedì 25 agosto 2016
mercoledì 24 agosto 2016
martedì 23 agosto 2016
lunedì 22 agosto 2016
venerdì 19 agosto 2016
giovedì 18 agosto 2016
mercoledì 17 agosto 2016
Ecco la prima di “E libera non nacqui” di Eliana Forcignanò (iQdB Edizioni di Stefano Donno) alla Ubik di Maglie (Lecce, Puglia, Italy)
Il volume “E libera non nacqui” di Eliana Forcignanò (iQdB edizioni di Stefano Donno – collana Salento d’Esportazione) sarà presentato dall’editore Stefano Donno il 20 agosto alle ore 20,00 nell’ambito della Rassegna Li Santi Lumi presso la Libreria Ubik di Maglie in via Roma 51.
“La poesia
di Eliana Forcignanò è attraversata da un concerto di voci differenti che
s’intersecano in un equilibrio armonico, oppure si puntellano a vicenda in un
controcanto che dà al lettore un senso di vertiginosa precarietà,
rispecchiando, in questo modo, l’esibito disagio interiore dell’autrice. Al
‘referto’ di una lucida e spesso cinica autoanalisi («Misurando a passi slabbri
l’ego / calcolando senza voglia l’ipse / trovo netta questa solitudine») si
sovrappone la naturale inclinazione per una postura iniziatica, coltivata,
credo, attraverso la lunga confidenza con la scrittura di Claudia Ruggeri, cui
è dedicata la poesia che apre la raccolta; al frammento, usato come veicolo di
fulminanti agnizioni, si oppone un andamento ragionativo che arriva persino, a
un certo punto, a distendersi nei tempi lunghi della prosa; accanto al culto
della madre («perdonami se vi confondo nel pensiero, se trasformo te in una
divinità, se quasi mi prostro ai tuoi piedi e ti dedico inni aspersi con
l’incenso»), si sviluppa il tema della sessualità, vissuta come
congiunzione/profanazione («Corri! Le mani gli occhi i seni scorri / con il tuo
ventre sul mio»; «Spolverami le spalle con un ramo di bosso / graffiamele
quando gli alberi sono tetri / quando si chiude sulle mie nebbie la sera / e tu
vorresti sottrarmi la malinconia / per tesserne una veste leggera»); a un ritmo
‘jazzato’ fa da contrappunto una predominante intonazione elegiaca, col conseguente
recupero di arcaismi e di un armamentario retorico ora intenzionalmente desueto
e classicheggiante (penso, per esempio, all’overture larga, ‘proemiale’, della
sezione De_siderea), ora baroccamente sovraccarico di «sillogismi ascensionali»
e di snervanti allitterazioni ai limiti della cacofonia («e ride il re ride
radioso rappezzando i rimasti rostri», «permettimi pavore quando persa»;
«ruvidi riottosi rasposi per rancori», «…agli stuporosi stupri / del sole
segnanti aspri scrigni»,ecc.). In questo suo continuo gettar semi per poi
nasconderli, è come se l’autrice volesse invitare il lettore nel suo giardino
privato, che è assieme lucente e tetro, e cioè nella parte di sé più segreta;
ma poi è come se innalzasse attorno a quel giardino, per complicarne o
comprometterne l’accesso, un intricato groviglio di rovi. Nella confessione di Il
mio gioco è farvelo credere, per esempio, Eliana Forcignanò chiarisce che
l’urgenza della sua poesia è giustificata e sorretta da un’istanza che non è di
ordine intellettuale, ma sensuale; e che la cogente necessità di quest’ultima
non può che essere depistata, per una sorta di pudore, attraverso lo schermo
della prima, oppure attraverso il paziente esercizio della scrittura: «e la
strada della scrittura la percorro / per tacere il vuoto della fede in te / dio
della secca che mi trascini / contro lo scoglio e mi scavi la notte»; «Non
scrivo di getto / m’inforco il verso all’uncinetto / scavo nelle asole i
bottoni / mi cucio addosso le ossessioni». I continui rimandi a un repertorio
filosofico e psicoanalitico (autori, temi, lessico: Kant, eone, Kierkegaard,
darwinismo, Zenone,il prediletto Jung, ecc.) funziona, allora, più che come
vezzo stilistico o ricerca di punti fermi, come un’ulteriore e rassicurante
maschera dell’io, che se da una parte rinvia il momento della sua ostensione
piena e completa, dall’altra permette all’autrice di prolungare il ricamo
attorno al vuoto del suo privato e annientante ‘inferno’:«che mi manca un dio
si sente / per venerare la pienezza di questo dissolversi». (Simone Giorgino)
iQdB
edizioni di Stefano Donno (i Quaderni
del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede
Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Redazione -
Mauro Marino
Social
Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo
martedì 16 agosto 2016
La libreria Ubik di Maglie nell’ambito della rassegna Letteraria Li Santi Lumi il 19 agosto 2016 ospiterà Alessandra Peluso e il suo “Sul Boxer del nonno verso la Poesia” (iQdB/Salento d’esportazione di Stefano Donno)
La
libreria Ubik di Maglie nell’ambito della rassegna Letteraria Li Santi Lumi
venerdì 19 agosto 2016 alle ore 20,00 ospiterà la presentazione del nuovo
lavoro di Alessandra Peluso “Sul Boxer
del nonno verso la Poesia” (iQdB/Salento d’esportazione di Stefano Donno)
che sarà presentato dal poeta Pierluigi Mele, e dall’editore Stefano Donno.
Un
“vademecum” per passeggiare tra versi e pensieri. Non conosce stagioni la poesia
né tempo, “comincia nel punto in cui le parole che di solito pronunciamo si
rivelano banali o comunque inadeguate, quando non riescono ad esprimere il
nostro rapporto con gli esseri e le cose, con le esperienze che attraversano la
vita, con le esistenze con cui ci confrontiamo, di cui abbiamo bisogno di
stringere il senso, di comprendere la trama, di svelare l’intreccio”. In questo
“prezioso libello” gli incontri di Alessandra Peluso con Antonio Errico, Carlo
Stasi, Eliana Forcignanò, Elio Coriano, Enrico Romano, Francesco Aprile,
Francesco Pasca, Gianluca Conte, Giuseppe Greco, Lara Carrozzo, Marco Vetrugno,
Marcello Buttazzo, Maria Pia Romano, Maurizio Leo, Anastasia Leo, Mauro
Ragosta, Pierluigi Mele, Stefano Donno, Vito Adamo, Vito Antonio Conte, Walter
Vergallo e Lorenzo Martina.
“L'Entusiasmo e la Passione sono le prerogative necessarie affinché ogni
idea, o sogno si possa realizzare, e così è stato con “Sul boxer del nonno
verso la poesia”: amo la poesia, questa terra, e desidero offrire innanzitutto
una cartina tornasole a chiunque voglia avvicinarsi al testo. Vorrei che i
poeti di oggi siano ricordati e soprattutto, si conoscano le loro origini;
vorrei..., non solo, il desiderio anche di rendere chiara l'atmosfera che si
respira nel Salento, e poi, un sogno
verriano, creare rete tra di noi salentini ed esportare la nostra poesia al
nord, senza presunzioni o pregiudizi di genere, solo per quell'unico grande
amore che unisce ed è la POESIA.” (Alessandra
Peluso)
iQdB edizioni di
Stefano Donno / Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 / 73107 Sannicola
(LE) / Mail - iquadernidelbardoed@libero.it
Redazione - Mauro
Marino / Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo
venerdì 12 agosto 2016
giovedì 11 agosto 2016
mercoledì 10 agosto 2016
martedì 9 agosto 2016
"Sono nato cantando… tra due mari. Radici e canto nella poetica di Franco Simone cantautore salentino ", il nuovo libro di Carlo Stasi alla Ubik di Maglie
"Sono nato cantando… tra due mari. Radici e canto
nella poetica di Franco Simone cantautore salentino ", il nuovo libro di
Carlo Stasi (iQdB Edizioni di Stefano Donno) verrà presentato dalla
giornalista Angela Leucci l’11 agosto 2016 alle ore 20,00 presso la
Libreria Ubik di Maglie in via Roma 51 nell’ambito della rassegna letteraria Li
Santi Lumi. Interverrà l’editore Stefano Donno. SPECIAL GUEST IL CANTAUTORE
FRANCO SIMONE.
«Prima la musica o la poesia? Dilemma proverbiale
quasi quanto quello dell’uovo e della gallina, e di fronte al quale le menti
più sagge dell’antichità si sono rifugiate in miti rassicuranti come quello
delle comuni origini o del loro primordiale legame ritmico e sonoro. Un legame
indissolubile, in ogni caso, che ritorna puntuale ed accresciuto nelle sue
infinite sfaccettature quando si è di fronte ad un personaggio di grandissima
levatura quale Franco Simone, il cantautore di Acquarica del Capo che nella
musica ha infuso tutta la sua poetica e sensibilità» scrive Eraldo Martucci,
«le canzoni, è noto, si ascoltano, si cantano, si respirano, vanno via, ma
ritornano. Sono sempre con noi e portano i ricordi, rappresentano anche, in
alcuni particolari momenti storici, dei documenti straordinari in grado di
indicarci il suono del cambiamento, come quello che riguardò i mutamenti
sociali, antropologici, linguistici e lessicali dell’Italia del secondo
dopoguerra. E a ripercorrere in maniera assolutamente originale l’incontro di
Franco Simone con quel processo, che non riguardava però solo l’Italia, è ora
questo eccellente pamphlet scritto dal poeta Carlo Stasi, che con grande
maestria è riuscito a mettere insieme vicende personali del cantautore, legate
soprattutto alla sua infanzia ed al periodo scolastico ed universitario, alle
tante canzoni che si sono ispirate proprio a quei ricordi.
La figura che emerge è quella di un artista non solo
legata alle canzoni d’amore, che pure hanno una notevole importanza nella sua
produzione e ne hanno sancito l’iniziale fama (“Tu… e così sia” e “Respiro” fra
tutte), ma anche di un uomo che racconta esperienze non personali con una
grande sensibilità ed una forte immedesimazione emotiva nei drammi della
società contemporanea. Come quello collegato al problema della deforestazione
dell’Amazzonia ed alle prevaricazioni subite dalle popolazioni indigene. Un
tema, quello dell’ecologismo, sempre attuale e che troverà collocazione nella
magnifica “Amazzonia” del 1988. Ed un altro punto sapientemente sottolineato
dall’autore è la grande passione, anzi l’amore sconfinato, che l’America Latina
nutre verso Franco Simone, autentico “divo” in Sudamerica con il merito
aggiuntivo di aver lanciato e portato molti talenti salentini, come
recentemente accaduto con Michele Cortese».
Carlo Stasi, poeta, scrittore e saggista di Acquarica
del Capo (Lecce), è docente di Lingua e Letteratura Inglese presso il Liceo
Scientifico “De Giorgi” di Lecce. Ha pubblicato Poesie (Gabrieli, Roma 1981),
La Speranza (Ricerche Poetiche, Fasano 1984), Leucàsia. Racconti, disegni e
poesie) (Presicce 1993, 1996, 2001), Danza dei 7 pensieri (Bollate, 2001),
Leucàsia e le Due Sorelle. Storie e leggende del Salento (Cavallino, 2008,
2012). Ha tenuto mostre-performance di poesia visiva a Bari (1984), Milano
(1990), Como (1996, 1997), Tradate (1997), Maglie (2000), Lecce (2001), ecc. È
inserito in numerose antologie. Collabora con articoli, saggi, recensioni,
racconti e poesie a quotidiani e riviste, scrive testi per canzoni (ha inciso
"Tango della Tangente", Nuova Fonit Cetra, Milano 1997), ed un suo
testo poetico (“Tigi Luna”) è stato scelto e musicato dai Sud Sound System
(2001). Nel 1992 ha creato la “leggenda” di Leucasia.
lunedì 8 agosto 2016
sabato 6 agosto 2016
“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno) alla Libreria Ubik di Maglie
L’8 agosto 2016 ore
20,00 nell’ambito della rassegna letteraria Li Santi Lumi presso la Libreria
Ubik di Maglie in via Roma 51, l’editore Stefano Donno presenta “The Doors” –
The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB
Edizioni di Stefano Donno).
“Ci vuole coraggio. Sì,
ci vuole molto coraggio nel chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su
di una band degli anni ’60. Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo
pensiero che vi viene in mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi
frikkettoni, hippie, pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas
o Jefferson Airplane (ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni
terribili dal punto di vista musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse,
una luce più di tutte, quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo
libro vi parla. Meglio, ve la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa
mia debolezza, ha saputo trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse,
è necessario andare per ordine… Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro
primo album omonimo. Non siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la
storia degli Stati Uniti, prima, e dell’intero mondo occidentale, poi. Già da
qualche anno le forze armate di Washington combattono lontano da casa una
guerra non ufficiale. Dall’inizio del suo mandato presidenziale, il
“progressista” John F. Kennedy ha cominciato a prendere i ragazzi del suo paese
per scaraventarli dall’altra parte del mondo. The Golden One (citando The Human
League), figlio di una famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al
commercio illegale di alcol, ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del
Vietnam. Il suo successore, Lyndon B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi,
lo ha portato alle estreme conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso
americano – approvando la H.J. Res. 1145 (conosciuta come la “Risoluzione del
Tonchino”) – ha consegnato al Presidente un assegno in bianco per portare le
truppe ovunque ritenesse necessario. È l’inizio della presidenza imperiale. E’
anche l’inizio, in pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani
americani. Quella carne fresca serve. È indispensabile per combattere nelle
paludi e nelle giungle del sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i
soldati impiegati in Vietnam (con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per
inseguire i charlie). In questo clima, le Università sono le istituzioni che,
più di altre, risentono della guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida
lotteria della coscrizione hanno solo tre scelte: 1) accettare l’arruolamento;
2) scappare, magari in Canada (come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la
strada dell’obiezione di coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette
fuori dalla società e, per questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione
sportivo all’apice della carriera rifiuterà più volte l’arruolamento e il 20
giugno del 1967 sarà giudicato colpevole di tradimento. Quell’uomo era Muhammad
Ali! Una nuova strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale
come mezzo di aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il
1967 regalerà alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al
Vecchio Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà
nel maggio dell’anno dopo. La scintilla partita dall’Università di Berkeley, in
California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio
a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che
permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che
artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un
modo o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme,
strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e
terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri
miti politici con l’assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l’arresto di
Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e
impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e
strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più
nelle droghe. Magari nuove droghe come l’LSD, che aprono nuove porte. E queste
porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray
Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con
l’arroganza, l’incoscienza e la rabbia dell’età. Arroganza, incoscienza e
rabbia che non si possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da
parte di chi, come me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave,
dopo. Un triade di valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella
prima prova discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con
sapienza tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che
conosciuti due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete
tra le mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono
pagine che vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un
album fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli
sfrenatamente gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal
Ship. Pezzo che, per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe sicuramente
fatto innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di vittoriana
memoria. Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o
l’incestuoso sangue che sgorga da The End. Pezzo, quest’ultimo, che non può non
ricordare In Cold Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono
certo, il Re Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l’anima per poter scrivere
una murder ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro.
Giuseppe Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe
cantato Ian Curtis: “This is the Way… step inside!” (Prefazione di Daniele De
Luca)
Giuseppe Calogiuri
(1978) è nato a Lecce e qui vive e lavora come avvocato specializzato in
diritto d’autore e degli artisti. Alla professione affianca l’attività di
chitarrista ed ha all’attivo un decennio di militanza nella prima tribute band
salentina dei Doors, con la quale ha portato il sound della band di Los Angeles
in giro per la Puglia. Giornalista e scrittore, tra i suoi lavori “Una buona
giornata” (premio “Corto Testo”), “Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro”
(Lupo Editore, 2016).
Info - iquadernidelbardoed@libero.it
venerdì 5 agosto 2016
giovedì 4 agosto 2016
mercoledì 3 agosto 2016
(Se)i (C) ecco & F(atto) di Francesco Pasca (iQdB Edizioni di Stefano Donno) alla Casina Serrezzùla
Sarà presentato da
Carmen De Stasio e Salvatore Luperto il (Se)i
(C) ecco & F(atto) di Francesco Pasca (iQdB Edizioni di Stefano Donno) il 5
agosto 2016 alle ore 20,30 presso La Casina Serrezzùla che si trova sulla via
per Magliano n. 136, a circa 200 metri prima dell'abitato.
Prologo – “C come
cielo. Ecco il come. C(ecco) … Potrà realizzarsi il contrario se non è o sarà
Cosa di Cielo, s’è esso stesso a disporsi o a noi il solo trovarlo, vederlo
nella condizione di poter risiedere nel mero cadere dal niente? (Chissà.) …
Potrebbe, per desiderare un colore in un solo ed unico forse, giungere all’impossibile
precipitare di Luna? Può essere realtà, disegnata, ciò che mostra la fantasia.
Ma … per una sì surreale idea, parrebbe strana l’appartenenza al reale e
strapperà il sorriso all’ingenuità. Si disporrà come caso all’evento.”
“Questa pubblicazione
in linea con la scelta editoriale della casa editrice che pensa a tutelare il
prezioso se non il raro o il “mostruoso” nell’accezione derivante dal latino
“monstrum” ovvero eccezionale, è un invito al viaggio rivolto ad un ipotetico
lettore che ama perdersi nei labirinti del senso, dove sovente frattali di
combinazioni sintagmatiche rivelano incanti e fascinazioni talvolta terribili,
talvolta dolcissime”. (nota dell’editore Stefano Donno)
Francesco Pasca è nato
a Sanarica provincia di Lecce l’11 giugno1946. Dal 1963 si dedica al linguaggio
visivo dei segni e del colore. Dal 1979 elabora la progettazione di un nuovo
linguaggio poetico - visivo. Aderisce al manifesto della Nuova Poesia Visiva
detto della Singlossia e con la semiologa Rossana Apicella ne elabora la
stesura. Dalla scomparsa della Apicella, avvenuta nel maggio del 1985, continua
ad evolvere la sua ricerca con il nome: La Singlossia nel racconto.
Significative sue pubblicazioni sono: "OTRANTO - il Luogo delle parole –
dialogo virtuale sulla scrittura di pietra" - Editrice Il Raggio Verde;
"EU-Tòpos - mi disegni una parola? - la parola nominata." Editrice Il
Raggio Verde; “Il Gesto - Giano: idea di fili senza spessore” per Lupo Editore;
“L’α–Thea - l’Uomo di Nazareth” Editrice Il Raggio Verde; “{L}ISA appunti di
viaggio. Con il viandante e i suoi colori” Musicaos Edizioni.
iQdB edizioni di
Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e
Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro
Marino
Social Media
Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo
Iscriviti a:
Post (Atom)