mercoledì 31 luglio 2013
martedì 30 luglio 2013
In libreria Il Re del vento di Domenico D'Errico (Lupo editore)
Valerio Manfredi, medico operante
nell’ospedale di Foggia, cerca un’infermiera che l’assista durante le
prestazioni date privatamente nel proprio ambulatorio. All’annuncio risponde
Laura, giovane brava non meno che bella, solerte non meno che affascinante. Il
giovane medico, ancora segnato da una grave delusione amorosa, ha perduto ogni
motivazione di agire; sarà la sensibile e discreta Laura a fargli rinascere a poco
a poco la voglia di riprendersi in mano la vita. Il rapporto di lavoro si
trasforma in relazione d’amore, dapprima pudicamente intuito e poi sempre più
intensamente vissuto. In questa cornice s’inquadrano altri eventi intrecciati
con ammirevole maestria. Trovandosi temporaneamente a Santa Lucia, paese di
Laura, in cui il padre è maresciallo
dei carabinieri, Valerio si trova
nella necessità di soccorrere il bibliotecario del luogo, che è in possesso di
un documento che, ben interpretato, sottintende qualche fatto “oscuro”. Ciò
suscita una serie di avvenimenti che contribuiscono a portare alla luce la
verità di fatti fino ad allora erroneamente raccontati dai manuali di storia
medievale. Casualità fortuite, coincidenze propizie, pianificazioni accorte sono
gli elementi che strutturano l’intera trama del romanzo, in cui s’intrecciano i
fili della narrazione di avvenimenti acutamente organizzati e artisticamente
disegnati dall’arte narrativa dell’autore. Una travolgente avventura che fonde
realtà storica e originale presente.
Sentieri a Sud 2013: secondo sentiero di domani mercoledì 31 luglio 2013 a Kurumuny
Anche per questo 2013 si rinnova l’appuntamento
organizzato da Kurumuny con la rassegna “SENTIERI A SUD”, dedicata alle
produzioni e agli attraversamenti culturali, tra musica e poesia, tra
documentario e racconto, tra cultura antica ed evoluzioni moderne: uno spazio
di confronto in un luogo ricco di storia e di storie.
“SENTIERI A SUD” nasce con l’idea di offrire, in uno spazio
fisico e un luogo dell’anima, idee e visioni su una terra che è lembo estremo
ma anche crocevia di popoli; di favorire una maggiore conoscenza della cultura
orale del Salento e di coloro che sono oggi le nuove voci narranti in questa
“isola sonante”. Uno degli elementi più significativi della comunità salentina,
infatti, è stata ed è tuttora la condivisione di momenti intensi ed espressivi
attraverso il canto, la musica, il racconto e la ricerca di uno sguardo altro.
“SENTIERI A SUD” si svolge in un periodo
dell’anno in cui maggiore è il flusso di turisti e a noi piace pensare che
questa rassegna sia una chiave di lettura, un modo per entrare in una terra in
punta di piedi e scoprirne le bellezze per goderne appieno. Il Salento è finis
terra e può offrire orizzonti, luci, profumi, sapori e calore umano anche
attraverso una rassegna di musica e letteratura all’ombra dei carrubi.
Mercoledì 31
luglio ore 21.30
• C’È UN CASTELLO DI COTONE - Visioni,
arabeschi, adorabili parole di e per
Antonio Verri. Reading con Roberta Pappadà e Fabrizio Gemma accompagnamento
musicale di Rocco Nigro. Introduce Maurizio Nocera
Antonio
Leonardo Verri (Caprarica di Lecce, 22 febbraio 1949 – 9 maggio 1993) è
stato un romanziere, poeta, pubblicista ed editore italiano inquadrabile nel
filone del postmodernismo letterario italiano. Fondò e diresse le riviste
letterarie Caffè Greco (1979-1981), Pensionante de' Saraceni (1982-1986) e
Quotidiano dei Poeti (1989-1992) che dal maggio 1991 si interseca con un’altra
testata: Ballyhoo - Quotidiano di comunicazione. Collaborò con la rassegna Sudpuglia
(1986-1993) e Titivillus (1991-1992), e diresse On Board (1990). Curò tutte le
attività legate al Centro Culturale Pensionante de’ Saraceni e le collane: I
quaderni del Pensionante (1983-1987), Spagine. Scrittura Infinita (1991),
Compact Type. Nuova Narrativa (1990), Diapositive. Scritture per gli schermi
(1990), Mail Fiction (1991), con la collaborazione di Francesco Saverio Dòdaro,
Abitudini. Cartelle d’autore (1988-1990), e contribuì con il suo apporto alla
collana de I Mascheroni (1990-1992) di "Media 2000". Un progetto
speciale vide la luce nel 1992: Ballyhoo-Litterature, ovvero il Declaro. Il
libro che nell'idea di Verri potesse contenere il suo mondo, una sorta di
personale libro infinito.
MENU della
serata
– Libro della casa – Il pane sotto la neve di Antonio
Verri
– Friseddha ‘ncapunata
– Carne al forno
– Insalata
– Vino
COME
RAGGIUNGERCI - Kurumuny è sita nelle campagne di Martano (nei pressi
dell’uscita per Castrignano de’ Greci). Una volta giunti nei pressi della
rotonda, dove si incrociano via Atene e via Don Mauro Cassoni parcheggiare e
proseguire a piedi lungo il sentiero.
Per info: 3299886391
Tel e Fax 0832 801528
Facebook: Kurumuny
Foto di Fernando Bevilacqua
lunedì 29 luglio 2013
“BALLA COL LUPO”: 20 ANNI DI PAROLE E MUSICA/LIBRI, MUSICA E COTILLONS
Martedì 30 luglio alle ore 21.30
nel Castello di Castrignano de' Greci, la casa editrice Lupo editore festeggia
i suoi 20 anni tra libri e musica. A volte gli anni scorrono via senza farsi
notare, con una discrezione che a un certo punto svela l'eleganza della
maturità. E questo è proprio il caso della Casa Editrice Lupo, che nel 2012 ha spento venti
candeline e ha deciso di festeggiare l'evento il 30 luglio alle ore 21.30 nell'atrio suggestivo del Castello de Gualteriis di Castrignano dei Greci.
Balla col Lupo, questo il nome
della serata, ideata in collaborazione con le associazioni Culturarte, Terra
del Fuoco-Mediterranea e Bee Culture, da poco vincitrice del bando Principi
Attivi che gestirà le attività del Castello per i prossimi mesi, e con il
sostegno forte del Comune di Castrignano de' Greci, sarà una vera e propria
festa, condita con parole, musica, vino e incontri. La Lupo festeggia vent'anni
di curiosità, di sperimentazione, di parole e letture.
È stato un percorso all’insegna
dell’originalità, della ricerca delle storie giuste da raccontare, storie che
sanno emozionare, far sorride o semplicemente mettere in moto il pensiero. I
libri non sono stati mai considerati dei prodotti finiti, ma solo l'inizio di
un cammino, un viaggio capace di narrare nuove storie, di incontrare sempre
nuovi lettori. Per questo la casa editrice Lupo, diretta dall’eclettico Cosimo
Lupo, si è caratterizzata per essere una realtà giovane e vitale che è
riuscita, nel corso del tempo, a farsi spazio nell’ambito culturale ed
editoriale del Meridione d’Italia, valorizzando l’intenso fermento culturale
del territorio.
Inoltre, da un anno la Lupo
Editore ha fondato l’etichetta musicale Ululati, che produce e diffonde le
parole in musica, producendo i lavori di Mino De Santis, Massimo Donno, gli
Aedo e in cantiere tante altre novità. Oggi, venti anni dopo, la casa editrice
è una realtà composita, vitale e dinamica e il segreto rimane l’entusiasmo
degli autori e di tutti quelli che, dopo tanti anni, continuano a “ballare col
Lupo”. Durante la serata, saranno presenti gli autori della Lupo e si
esibiranno Mino De Santis, Massimo Donno, gli Aedo, Palmiro Durante, Ciccio
Zabini, la selezione di vinili di Max Nocco e con degustazione di vini a cura
della cantina Rolli e dell’Azienda Agricola Monaci.
In libreria Corde di Dario Bellucco (Lupo editore)
Corde, del giovanissimo Dario Bellucco, è raccolta di racconti degna di
rappresentare con alta qualità letteraria un ambito antropologico: quello dei
ventenni italiani. Con elaborato e già prezioso stile letterario, sebbene
asciutto, visivo e certamente cinematografico, sono passate in rassegna tutte
le pose e le modalità di una gioventù viziata e speranzosa insieme, alla
ricerca dell’amore e disillusa dalla generazione dei padri e dal mondo in
generale. Come nel campo d’agone o nel ring, i racconti, per quanto difformi,
rimandano all’unica evenienza della richiesta di senso e di riconoscimento.
Difatti i 14 racconti narrano, su base esperienziale e per nulla funzionale,
quelle che sono le aspirazioni alla felicità di una gioventù che vede bruciati
gli idoli delle ideologie politiche e delle grandi tradizioni sacrali. Questo è
un libro sommosso e inquieto, ma anche di serena ambizione: quella di trovare
tra scene di comparaggio, festini, consumo di alcol e droga, il significato di
una lealtà umana e di una affettività che sia ignara di ogni broglio retorico. Con
questo libro d’esordio, Dario Bellucco denota già maturità certa e sicura
vocazione letteraria.
domenica 28 luglio 2013
sabato 27 luglio 2013
Il caso editoriale dell’anno di ANONIMO (EdizioniAnordest). Intervento di Paola Scialpi
Il libro si legge con il ritmo di
un treno in corsa, le fermate alle varie “ stazioni” devono essere brevi poiché
la lettura è così incalzante che rapisce. Chiaro e leggibilissimo il testo è
come un racconto immediato che segue un sogno bello e inverosimile di cui si
vuol condividere con altri il contenuto e lo stato d’animo che ha suscitato. Uno
scrittore si trova improvvisamente immerso nella notorietà e nel denaro che
arriva a palate per la pubblicazione di un suo libro che lui aveva scritto
quasi per ingannare il tempo , senza alcuna convinzione né amore , mentre altri
due romanzi scritti con grande dedizione, approfondimenti e quindi molto validi
erano stati sempre rifiutati dalle case editrici. All’incredulità per un
successo insperato e non meritato subentrerà per lui il fascino della fama,
degli abiti firmati, degli Hotels di lusso, dei locali alla moda, delle
bellissime ragazze da portare a letto e di cui poi non ricorderà neanche il
nome, il tutto imbevuto dall’ alcool , dalla cocaina, dall’arroganza e dalla
prepotenza.....e lui è sempre più fuori da se stesso in una sorte di torpore decisionale
che lascia scegliere a colui che si è impossessato della sua anima. Il libro
prosegue la sua corsa verso il successo in tutto il mondo, con il lavoro
incessante della sua agente che più che innamorata del libro è ormai posseduta
dalla voglia di denaro che aumenta sempre di più. Le librerie sono gremite di
gente fino all’inverosimile, ormai il volto dello scrittore è quello più
diffuso, il suo libro è primo in classifica ed anche gli altri romanzi
precedenti vengono accolti con tripudio da quelle stesse case editrici che li
avevano rifiutati. Il protagonista paga però un prezzo molto alto per questo
successo : non scrive più ne ha voglia di farlo. Quello che prima per lui era
elemento vitale diventa un peso. Leggendo il libro saremmo portati a pensare
che sottosotto si nasconda del cinismo oppure è quello che accade nella realtà
? Un grande successo ti stritola in un meccanismo da cui non puoi o spesso non
vuoi uscire ed alla fine forse è giusto affermare ( come fa l’autore) che “ il
profitto dell’ozio ha più valore di quello del lavoro “. Con grande ironia si
svelano i meccanismi di un’editoria che dinanzi ad una operazione ben fatta di
marketing perdono il contatto con quello che dovrebbe essere il loro vero
compito : la valutazione della qualità dell’opera.
venerdì 26 luglio 2013
Felice per quello che sei. Confessioni di una buddista emotiva di Rossana Campo (Perrone). Intervento di Nunzio Festa
Con un libro fast per uno slow
food per anime in delirio, Rossana Campo prova in 107 pagine a mettere insieme
esperienze, insegnamenti e consigli per l'uso corretto del proprio stare al
mondo. Attraverso la semplicità arriva all'anima dei lettori più inesperti e
impreparati disegnando la fede buddista con tutti i colori del cosmo inteso
come flusso di energia vita-morte-vita. Il titolo del libro è fondamentalmente
il primo degli insegnamenti buddisti che Rossana Campo vorrebbe offrire come
tesoro alle sue lettrici e ai suoi lettori poichè è solo partendo
dall'accettazione di se stessi che si può accettare il circostante, aprire
l'anima a esso. Il buddismo, al contrario d'altre religioni, non scinde l'anima
dal corpo, né punisce o separa il bene dal male. Il buddismo è la pratica
dell'armonia. Armonia è tutto quel che respira con lo stesso fiato: il creato
tutto quindi. Tornando indietro di secoli, la Campo percorre sentieri già stati
d'altri orientali per sconfiggere l'oscurità dell'infelicità della vita fatti
di studi, interpretazioni e contaminazioni. L'esperienza della perdita, della
morte, della malattia intese come motivi d'infelicità, può essere superata
soltanto con la meditazione; la quale, grazie all'insegnamento di Budda, può
aprire il varco della felicità spogliandosi delle croste d'ipocrisia e
vigliaccheria, delle maschere sociali che ci s'impone di indossare, delle colpe
d'infelicità che si attribuiscono a cause esterne. Il cammino verso l'illuminazione
è fatto di empatia con l'universo inteso come flusso costante in continuo
mutamento dentro al quale c'è ognuno di noi. Il sentirsi parte di un insieme
così immenso e complesso può verificarsi solo a un patto: accettare se stessi e
con amore trasformare l'ignoranza e l'infelicità in compassione per tutti gli
esseri. Tale filosofia ai tempi d'oggi in un occidente frenetico e fatto di
tradizioni cattoliche assunte per dna e malattie psicosomatiche, sembra quasi
una cura, uno spiraglio di luce. La possibilità di cambiare il Karma è uno
degli insegnamenti fondamentali per la filosofia orientale insieme alla
simultaneità di causa-effetto a noi occidentali sconosciuta. Una carrellata di
personaggi tra i quali draghi, samurai e bimbe-animale vecchi secoli e sempre
presenti nel flusso dell'universo accanto a donne disperate, giovani drogati,
scrittrici in panico contemporanei a racchiudere il segreto meravigliosamente
accessibile del sutra della meravigliosa legge del loto. Un libro per tutte le
anime. Perché ognuna di esse ha il diritto di diventare migliore.
Massimo Donno con Amore e Marchette (Ululati, Lupo editore) alla Vineria San Sebastian a Copertino domani 27 luglio
Massimo Donno con Amore e Marchette
(Ululati, Lupo editore) suonerà alla Vineria San Sebastian a Copertino in via
Malta domani 27 luglio alle ore 21.30
Nelle undici tracce che
compongono l’esordio di Massimo Donno c’è il segno di un cantautore che conosce
la materia umana, e che ama mescolare l’ironia e la poesia alla quotidianità
surreale dell’amore, fino a includere non solo le atmosfere – in un dialogo
costante – ma anche le voci del passato prossimo di Pier Paolo Pasolini (nel
brano “Tango”) o del grande Alberto Sordi (in “Bologna A.D. 2012″), mescolandole
al presente delle sue suggestioni autobiografiche, come fa ad esempio nella
traccia dal titolo “Il mio compleanno”. Un cantautore, Massimo Donno, che non
ha paura di guardarsi e, soprattutto, guardarci dentro con il ritmo di una
musica leggera e ironica. “Amore e marchette”, nuova produzione dell’etichetta
Ululati, vanta, tra le collaborazioni di eccellenza, quelle con Massimo Geri
(presente anche nel video del singolo “Amore e Marchette”, realizzato dal
talentuoso regista Gianni De Blasi), Nilza Costa (nel brano “Il bianco ed il
nero”) e Guido Sodo, nel brano intitolato “La colpa”. «Massimo Donno è un gatto
che salta sui tetti della canzone d’autore italiana prendendosene la parte più
nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando
meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e
neorealismo. E’ una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo un bacio e
uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su fragili
vascelli». Oliviero Malaspina.
Inizia lo studio della chitarra a
tredici anni. Tra il 2000 – 2001, insieme a Luca Barrotta e ad altri musicisti,
avvia il suo primo progetto di folk d’autore, “Allegra brigata Bodhran”,
ensemble che, ai testi di Massimo, unisce i suoni tradizionali del sud Italia,
dei Balcani, del klezmer. I lavori realizzati sono “Memorie” (2001), “In cerca
d’autore” (2003), “Demo” (2006), (demo-cd autoprodotti), con una semifinale al
“Premio De Andrè” dentro questo percorso. Dal 2005 ad oggi, realizza diversi spettacoli
tra cui “Ti saluto dai paesi di domani…” sulla vita di Fabrizio de Andrè; “Le
Otto ore” ispirato alle musiche tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta
Italia; “One hand Jack”, tratto da un monologo di Stefano Benni, con musiche di
Fred Buscaglione.
Negli anni Donno è ospite di
progetti altrui, in cui opera da turnista. Collabora con l’attore Simone
Franco, con Alberto Bertoli (figlio di Pierangelo), con l’osservatorio
astronomico di Bologna e l’associazione per la Divulgazione delle Scienze Sofos,
per la realizzazione dello spettacolo di osservazione astronomica/divulgazione
scientifica dal titolo Racconti di cielo – Armonie tra mito e scienza. Insieme
al cantautore Gigi Marras, guadagna la finale al premio Bindi 2011 e la finale
al Premio Musicultura 2012 (Ex Premio Città di Recanati), entrando nel cd
ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A giugno, con un suo brano “Amore e
Marchette”, vince “Promo”, mini-concorso su Ciao Radio, radio Emiliana,
ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012 è stato finalista al Premio
Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e critica. A settembre 2012 è
stato finalista al Festival delle Arti di Bologna, contest organizzato da
Andrea Mingardi.
È stato finalista alla 14esima
edizione di Biella Festival autori e cantautori 2012, classificandosi tra i
primi cinque. È stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival
europeo dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta
da Mogol.
Scrive di lui Oliviero Malaspina:
“Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d’autore italiana
prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista
per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le
parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà.
Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo
un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su
fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano
perfettamente nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una
bellissima opera, un’opera aperta. Un’opera che perdere è come fare peccato”.
INFO
Ufficio Stampa OverecoAgenzia
giovedì 25 luglio 2013
IL TEATRO CREST DI TARANTO PRESENTA “IO E L’ILVA” (Lupo Editore) DI GIUSE ALEMANNO Venerdì 26 luglio 2013, ore 19.30 - TaTÀ, via Grazia Deledda snc
Nell’ambito della rassegna artistica e letteraria “Città nascosta” viene
presentato il libro di Giuse Alemanno “Io e l’Ilva. Monologo metalmeccanico”
(Lupo Editore). Venerdì 26 luglio 2013, ore 19.30 - TaTÀ,
via Grazia Deledda snc - patio letterario: reading & drink
[...] Allora, io l’Ilva la sposterei. Ma non
più in qua o più in là, non in Tunisia, in Ucraina o in Groenlandia. La
sposterei in alto, la solleverei sopra le nuvole [...]
Il mestiere delle parole e il mestiere
dell’acciaio si incontrano, si scontrano e si fondono in un ‘monologo
metalmeccanico’ scritto e sudato da Giuse Alemanno, che nell’Ilva di Taranto
lavora, alla conferma della sua incisività di narratore. Le sue parole
superano, però, gli schemi drammaturgici e si elevano a straordinario esempio
controcorrente di ironico, lucido ed emozionante impegno culturale e civile.
Giuse Alemanno. Nato a Copertino
nel 1962, fa parte di quel gruppo di scrittori di Taranto e provincia definiti
da uno speciale di AffarItaliani.it “la nouvelle vague” della letteratura
italiana. Ha esordito con "Racconti Lupi" (Filo Editore, 1998),
seguito da "Solitari" (Filo Editore, 2001), "Terra Nera. Romanzo
perfido e paradossale di cafoni e d’anarchia" (Stampa Alternativa, 2005),
"Le vicende notevoli di don Fefè, nobile sciupafemmine e grandissimo
figlio di mammaggiusta, e del suo fidato servitore Ciccillo" (I Libri di
Icaro, 2009), con Fulvio Colucci "Invisibili. Vivere e morire all’Ilva di
Taranto" (Kurumuny, 2011), “Io e l’Ilva” (Lupo Editore, 2013). Ha vinto
numerosi premi letterari. E’ stato vicedirettore de “La Voce del Popolo”.
TaTÀ (Taranto auditorium TAmburi)
Dopo 30 anni di attività “senza fissa dimora”, il Crest dispone di 1000 metri quadrati
di “teatro da abitare”, il TaTÀ, nel quartiere popolare ed operaio per
eccellenza della città, il rione Tamburi appunto, il più contiguo alle
svettanti ciminiere Ilva. Un teatro da 300 posti che mira a diventare polo di
attrazione di artisti italiani e stranieri, diventando modello di mediazione
tra il teatro e le altre forme di comunicazione/creazione quali la scrittura,
la pittura, il video, la danza, la musica.
ingresso libero info 099.4707948 – 366.3473430
L’editore:
www.lupoeditore.it
Ufficio Stampa OverecoAgenzia
Tornano le Salentine – carte da gioco
La casa editrice Kurumuny e il laboratorio artistico B22 propongono la
seconda edizione de Le salentine, carte da gioco. Dopo il successo della prima
edizione, andata esaurita in poco più di 100 giorni, è nuovamente disponibile
il mazzo di carte che racconta il territorio attraverso una rivisitazione dei
quattro semi.
Il progetto si fa sempre più social, con un vero e proprio percorso di
ricerca condiviso. Ognuno, infatti, ha tra i propri ricordi l’immagine della
famiglia riunita attorno a un tavolo, che si intrattiene col gioco delle carte.
Saranno raccolte notizie sui vari giochi e sui contesti sociali e
conviviali nei quali si praticavano; o anche su tradizioni, riti e miti, usi e
costumi richiamati nei semi. Sarà possibile collaborare inviando in redazione (info@cartesalentine.it;
o sulla pagina facebook ufficiale ‘cartesalentine’), foto e video,
testimonianze, racconti e aneddoti. Il materiale verrà catalogato per argomenti
e pubblicato in apposite sezioni sul sito dedicato, www.cartesalentine.it,
che sarà sempre aggiornato sulle novità, gli approfondimenti e le curiosità. I
documenti più interessanti saranno poi raccolti in un libro collettivo, che
verrà abbinato alla prossima produzione delle carte.
Confermato il sodalizio con Modiano, la famosa azienda produttrice di carte
da gioco in Italia e in Europa, che conferisce un marchio di qualità al
progetto, le carte sono già disponibili on-line su www.kurumuny.it, in distribuzione nei punti
vendita da lunedì 29 luglio e saranno presentate il 3 agosto in località
Kurumuny, a Martano (Lecce), nell’ambito della rassegna Sentieri a Sud.
La realizzazione manuale, l’attenzione per il dettaglio, il recupero del
simbolismo della tradizione e la cura del packaging fanno de Le salentine un
vero è proprio oggetto d’arte.
In pochi “centimetri plastificati” è racchiusa l’anima pulsante di un
territorio. Il gioco diventa così un modo per entrare in una terra in punta di
piedi e scoprirne le bellezze.
* * *
Kurumuny
Via Palermo, 13 Calimera (Lecce)
Tel. & Fax 0832 801528
Mob. 329 9886391
Fb. Cartesalentine
mercoledì 24 luglio 2013
martedì 23 luglio 2013
Sentieri a Sud 2013 dal 26 luglio al 3 agosto 2013 a Kurumuny
Anche per questo 2013 si rinnova l’appuntamento
organizzato da Kurumuny con la rassegna “SENTIERI A SUD”, dedicata alle
produzioni e agli attraversamenti culturali, tra musica e poesia, tra
documentario e racconto, tra cultura antica ed evoluzioni moderne: uno spazio
di confronto in un luogo ricco di storia e di storie.
“SENTIERI A SUD” nasce con l’idea di offrire, in uno spazio
fisico e un luogo dell’anima, idee e visioni su una terra che è lembo estremo
ma anche crocevia di popoli; di favorire una maggiore conoscenza della cultura
orale del Salento e di coloro che sono oggi le nuove voci narranti in questa
“isola sonante”. Uno degli elementi più significativi della comunità salentina,
infatti, è stata ed è tuttora la condivisione di momenti intensi ed espressivi
attraverso il canto, la musica, il racconto e la ricerca di uno sguardo altro.
“SENTIERI A SUD” si svolge in un periodo
dell’anno in cui maggiore è il flusso di turisti e a noi piace pensare che
questa rassegna sia una chiave di lettura, un modo per entrare in una terra in
punta di piedi e scoprirne le bellezze per goderne appieno. Il Salento è finis
terra e può offrire orizzonti, luci, profumi, sapori e calore umano anche
attraverso una rassegna di musica e letteratura all’ombra dei carrubi.
Venerdì 26 luglio
ore 21.00
• Presentazione dell’ultimo lavoro discografico di Daniele
Durante
DAMULI N’AUTRA
BOTTA. Antologia licenziosa di trenta canti e pizziche dal Salento.
Interventi di Luigi Chiriatti, Roberto Guido e Daniele
Durante.
A seguire intervento musicale a cura di Daniele Durante e
Francesca Della Monaca.
Per approfondimenti
La cultura orale di un territorio, che trova nei
canti una raffinata sintesi poetica e sonora per esprimere la propria visione
del mondo, non poteva non cantare la sessualità, attraverso stornelli a
dispetto o una delicatissima poetica in rima. Lo fa ricorrendo a metafore e
ammiccamenti; inventando nomi e significati al sesso femminile e maschile;
alzando un velo trapuntato di versi e parole poetiche che nascondono l’atto
sessuale. È molto vasto il repertorio dei canti licenziosi salentini con punte
allusive, maliziose, talvolta oscenamente in chiaro, talaltra di difficile
comprensione, almeno ad una prima analisi. Non riconoscere questa vena
significherebbe negare una delle fonti più vivaci, ispiratrici e accattivanti
di tutto il corpus sonoro. I grandi cantori o affabulatori ricorrevano ad
eleganti infiocchettature poetiche anche per aggirare l’onnipresente e
opprimente dottrina religiosa, che condannava ogni riferimento e pratica della
sessualità; l’allusione mirava a non offendere il collettivo senso del pudore e
a non turbare le anime dei fanciulli e delle fanciulle, che d’altronde,
convivendo e lavorando con gli animali, nella vita di tutti i giorni
assistevano in maniera naturale ai loro accoppiamenti. Ci piace pensare che
questa difficilissima arte di poetare e cantare potesse essere un veicolo di
conoscenza dei comportamenti sessuali e quindi una specie di trasmissione etica
sessuale. Nei canti proposti da Daniele, ricorre il ricco vocabolario con cui
sono indicati gli organi sessuali; i termini variano di paese in paese e fanno
riferimento ora ad oggetti di uso quotidiano (taeddha, farzura, pastinaca,
trapanaturu), ora ad immagini attinte ai grandi riti e miti che sostanziano
questa terra, ora a figure archetipiche come il monaco, l’aggiustacofane, il
cardararu, il giardiniere. Le tracce sonore offrono un ampio ventaglio di arie
e testi che – nel doppio senso, nell’ammiccamento, nell’esplicito riferimento
alla sessualità, ai suoi organi, al loro uso e consumo – ci testimonia di una
poetica musicale che arricchisce di nuovi stimoli il panorama sonoro salentino.
(Luigi Chiriatti)
Info sull’autore/curatore
Daniele Durante
Mercoledì 31 luglio
ore 21.30
• C’È UN CASTELLO DI COTONE
Visioni, arabeschi, adorabili parole
di e per Antonio Verri
Reading con Roberta Pappadà e Fabrizio Gemma
accompagnamento musicale di Rocco Nigro
Introduce Maurizio Nocera
Sabato 3 agosto ore
21.00
• Presentazione del progetto LE SALENTINE, carte da gioco.
Interventi di Giovanni Chiriatti, Alessandro Sicuro,
A seguire MERCATI GENERALI, racconto in musica di ‘U
Papadia e Guit Armando
più ospiti.
Le Salentine - Le carte da gioco
hanno la forma di una tessera rettangolare in carta o plastica, delle
dimensioni di una mano. Una serie completa di carte viene nominata mazzo. Le
carte da gioco sono tra gli strumenti più usati dagli illusionisti, e in ambito
esoterico sono importantissime nella lettura che viene fatta con la
cartomanzia. Per molti le carte sono un ambito oggetto di collezionismo. La più
diffusa serie di carte in Italia è quella delle carte “napoletane”.
Celebre negli anni ottanta una
famosa partita di scopone giocata tra l'allora Presidente della Repubblica
Sandro Pertini, l'allenatore della nazionale di calcio Enzo Bearzot ed i
calciatori Dino Zoff e Franco Causio. La partita, si svolse sull'“air force one
italiano” che riportava nel nostro paese la squadra che aveva appena vinto il
Mondiale di Calcio 1982 in
Spagna. Il gioco delle carte unisce generazioni di italiani, da tutte le
regioni (visto che esistono mazzi di carte con semi di tradizioni iconografiche
regionali differenti), mossi dal desiderio della convivialità e di un momento
di spensieratezza da trascorrere insieme.
La casa editrice Kurumuny, che da
anni porta avanti un percorso editoriale incentrato sulla ricerca musicale ed
etno/antropologica, dopo il successo della prima edizione che ha incontrato il
favore di ferventi aficionados delle carte da gioco, propone una seconda
ristampa ricca di sorprese, proprio nel cuore della calda estate salentina.
Le salentine nascono dal
desiderio di creare un mazzo di carte da gioco legato al territorio e alla sua
storia pur mantenendo una giocabilità pari a quella delle carte regionali
napoletane, a cui si ispirano e di cui conservano la peculiarità dell’aspetto
cromatico, Il mazzo è composto da quattro semi che si richiamano alla
tradizione e ne diventano sintesi simbolica. Queste carte sono uno strumento di
gioco senza pari, e allo stesso tempo rappresentano un biglietto da visita per
il Salento e la sua cultura, dato che la simbologia riprodotta offre cenni e
riferimenti ai riti e miti, all’arte, ai costumi che poi trovano un ulteriore
approfondimento sul sito dedicato: www.cartesalentine.it
Le salentine sono state disegnate
interamente a mano, realizzate e prodotte in Salento da B22 e Kurumuny.
ingresso gratuito
Info Kurumuny
Telefono: 0832801528
Cellulare: 3299886391
redazione@kurumuny.it
lunedì 22 luglio 2013
Mino De Santis con special guest Nandu Popu (Sud Sound System) e Giovanni De Santis domani a Martano (Lecce)
Nella
magnifica veste dei Giardini del Duca di Martano ci sarà l'attesa presentazione
del videoclip “Pezzenti” (Muddhriche-Ululati, Lupo Editore) con
il genio artistico di Gianni De Blasi alla regia. Sarà presente Nandu Popu (Sud
Sound System) e Giovanni De Santis. Segue il concerto di Mino De Santis.
Evento imperdibile! Martedì 23 luglio 2013, ore 21.30 - Giardini
del Duca - via Calimera - Martano (LECCE).
Ogni qual volta si ascolta Mino De Santis, si hanno ben
chiare le sue radici, la sua storia, le origini musicali e i suoi ascolti al
juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma anche l'impegno di Stefano
Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non abbandonarsi a facili
semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere play. Mino De Santis è
a tutti gli effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora
raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un
pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel
riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album “Muddhriche” prodotto dall'etichetta Ululati
(Lupo Editore) si raccolgono piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero
proprio molliche minute ed essenziali, messe insieme per farne pane e
nutrimento. Ci sono le "macchiette", i personaggi del paese: “Lu
prete” scaltro e smaliziato o la “La bizoca e la svergognata”,
apparentemente diverse ma "le stesse e l'hanno sempre saputo".
C'è
la bellezza e la malinconia degli "Anni" passati tra casa, chiesa e
sogni di libertà ma anche il sud amaro dei “Pezzenti” (feat Nando
Popu/Sud Sound System), quegli immigrati trattati come animali tra “patruni e
capurali”, senza diritti o assistenza, pagati venti euro alla giornata me
definiti lo stesso invasori.
E tra mandolino e fisarmonica, si continua a
raccontare di quei “Radical chic”, quelli bravi a dare definizioni, che
hanno così poco da dire ma tanto da parlare.
A poco a poco le “Muddhriche”
compongono il quadro di un uomo che, come ben rappresentato dalla copertina del
disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca di individuare quelle briciole, le
piccole cose che continuano a dargli godimento. È un carnevale di personaggi e
situazioni, dove si respira a pieni polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio
che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al
sogno di anarchia.
Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio
autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo e l'occhio allo
sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino De Santis è
così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che il tempo e la pratica
portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che arriva e resta. Ma un
ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella memoria e libera
l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del
popolo del Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello,
dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di dialetto
e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in una
nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli. Musica
accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi accordi
semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino
De Luca).
Autoironico e impietoso… lo definirei un “verista” per come
descrive la realtà sociale e soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo
modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. È un sognatore
ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non
scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta anarchico anche quando
non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un'autentica vena artistica che
differisce da qualsiasi accomodante musicalità “popolare” oggi cosi volgarmente
e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis).
INFO
Ufficio Stampa
OverecoAgenzia
domenica 21 luglio 2013
sabato 20 luglio 2013
Domani 21 luglio 2013 a Lecce Mino De Santis e Lupo Editore presentano al Ministro Cécile Kyenge il video “Pezzenti”
La Puglia terra di pace e
frontiera di accoglienza o terra di sfruttamento e di caporali? È questo uno
degli interrogativi, quello più emblematico, da cui ha preso le mosse il
sondaggio che il Centro Servizi Volontariato Salento in collaborazione con
Eurispes Puglia sta effettuando in questi giorni, in occasione
dell’aggiornamento del dossier “Uomini, o no?” pubblicato nel 2012 e dedicato
ai temi dell’immigrazione nel Salento. Un dossier che racconterà della nostra
terra e della nostra cultura, svelando il vero volto dei salentini e dei
pugliesi sui temi più vicini al rapporto con l’altro. Il Ministro per
l’Integrazione Cécile Kyenge sarà
presente al laboratorio di democrazia domenica 21 luglio dalle ore 16,00 alle
ore 18,00 presso l’Hotel Hilton Garden
Inn di Lecce in via Cosimo De Giorgi 62. All’incontro, organizzato dal CSV
Salento con il patrocinio di CSV Puglia Net, Forum Terzo Settore, CSV Poiesis e
Caritas Puglia, parteciperanno: Luigi Russo del CSV Salento che presenterà il
“Dossier immigrazione Salento e sondaggio sul razzismo”, don Maurizio Tarantino
della Caritas Puglia, Daniele Ferrocino (Comunità Emmanuel) Portavoce del Forum
provinciale, Luigi Conte (Agesci) portavoce vicario, e l’ospite d’eccezione il ministro per
l’Integrazione Cécile Kyenge.
Nel corso dell’appuntamento Mino
De Santis presenterà al ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge e al pubblico del Laboratorio di democrazia
il videoclip “Pezzenti” (Muddhriche-Ululati, Lupo Editore) nato
dal genio artistico di Gianni De Blasi alla regia, e che ha visto la
straordinaria partecipazione di Alessandro Haber e di Nandu Popu dei Sud Sound
System. Si tratta di un omaggio che l’artista salentino intende fare come
frutto di un lavoro di ricerca da sempre incentrato sul dialogo e
sull’autenticità del vivere, ma soprattutto emblema fortissimo di quella carica
di solidarietà che il popolo salentino ha sempre e da sempre dimostrato nei confronti
di altri popoli e altre geografie di vissuti.
Muddhriche - Ogni qual volta si ascolta Mino De Santis, si hanno
ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini musicali e i suoi ascolti
al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma anche l'impegno di
Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non abbandonarsi a facili
semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere play. Mino De Santis è
a tutti gli effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora
raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un
pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel
riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album “Muddhriche”
prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si raccolgono piccoli momenti di
vita quotidiana, come fossero proprio molliche minute ed essenziali, messe
insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le "macchiette", i
personaggi del paese: “Lu prete” scaltro e smaliziato o la “La bizoca
e la svergognata”, apparentemente diverse ma "le stesse e l'hanno
sempre saputo".
C'è la bellezza e la malinconia degli "Anni"
passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il sud amaro dei “Pezzenti”
(feat Nando Popu/Sud Sound System), quegli immigrati trattati come animali tra
“patruni e capurali”, senza diritti o assistenza, pagati venti euro alla
giornata me definiti lo stesso invasori.
E tra mandolino e fisarmonica, si
continua a raccontare di quei “Radical chic”, quelli bravi a dare
definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da parlare.
A poco a poco le
“Muddhriche” compongono il quadro di un uomo che, come ben rappresentato
dalla copertina del disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca di individuare
quelle briciole, le piccole cose che continuano a dargli godimento. È un
carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni polmoni l'aria
scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il suo modo di
continuare a credere al sogno di anarchia.
Il Salento trova nuove parole, quelle
puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo
e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino
De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che
il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che
arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella
memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e
Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di
canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida
prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un
linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato,
rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con
il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la
chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un
materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca).
Autoironico e impietoso… lo
definirei un “verista” per come descrive la realtà sociale e soprattutto quella
di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla
in versi. È un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a
qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta
anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità,
un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità
“popolare” oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De
Santis).
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