giovedì 31 gennaio 2013
Giuseppe Calogiuri con il suo Tramontana (Lupo editore) al Cibo per la mente di Taranto
Venerdì 1 febbraio 2013 alle ore
19.00 al “Cibo per la Mente”
Caffè Letterario a Taranto (Via Duomo, Palazzo Gennarini), è prevista la
presentazione del nuovo libro di Giuseppe Calogiuri “Tramontana” edito da Lupo
editore. Dialoga con l'autore Stefano Donno.
Una inquietante sequenza di
oscure morti e sparizioni agita le acque di una tranquilla cittadina del sud
coinvolgendo indistintamente rampolli di buona famiglia, onesti professionisti
e modesti lavoratori. L’apparente gratuita casualità dei fatti mette in allerta
il fiuto di Michelangelo Romani, giornalista del Messaggero Quotidiano, e di
Sandro Gennari, direttore di TeleCittàUno, che decidono di investigare
nonostante la servile prudenza dei rispettivi editori quando l’indagine sembra
infastidire le poltrone di politicanti affaristi o turbare antiche coscienze.
Affiancati dalla fedele Carla, i due amici si mettono ostinatamente in cerca di
polverosi “scheletri” negli armadi più insospettabili, seguendo l’esile filo di
una traccia che appare sempre più sfuggente, in attesa del segnale anomalo
rivelatore. Cosa sa il vecchio colono Antimo? E chi è il cinico giustiziere? Un
giallo tutto salentino in cui lo studio delle atmosfere d’ambiente si sposa con
la scrittura elegante e il gusto della suspense.
Giuseppe Calogiuri - Nato a Lecce
e qui vive e lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli
artisti. Già cronista e reporter per quotidiani e riviste locali,
all’avvocatura associa l’attività di chitarrista blues e jazz. Scrittore sin
dall’età giovanile, ha esordito nella narrativa nel 2005 (premio “Corto
Testo”). Scrive su ogni pezzo di carta gli capiti tra le mani. Tramontana è il
primo romanzo della serie con protagonista il giornalista Michelangelo Romani.
Taranto (Taranto)
Cibo per la mente
ore 19:00
ingresso libero
Info. 099/4007520
Novità: “GoodMooning!” di Stefano Saldarelli (Phasar Edizioni)
La missione spaziale che portò
l’uomo sulla Luna nel luglio 1969 non fu la prima. Anche se di pochi mesi, fu
preceduta da un’altra. Assolutamente top secret. Poiché la posta in gioco era
altissima e gli imprevisti inimmaginabili, fu deciso di inviare alcuni
volontari sulla Luna per preparare lo sbarco ufficiale. Questo libro raccoglie
i diari di missione del programma spaziale più segreto al mondo, oggi
conosciuto grazie al contributo di alcuni testimoni chiave che hanno messo a
rischio la loro vita per far luce sul caso di insabbiamento più importante
della storia. Questa missione fu battezzata GoodMooning! ed oggi voi
conoscerete la verità.
Stefano Saldarelli è nato a
Firenze il 21 settembre 1969,
in pieno programma spaziale Apollo.
Da sempre è appassionato di
fantascienza e missioni spaziali. Vive e lavora a Prato dove svolge l’attività
di grafico freelance (www.achrom.it). Nell’inseguire i propri sogni, nel 2006
progetta e realizza l’allestimento dell’ambiente di lavoro nel quale svolge la
propria attività, prendendo ispirazione dal design della serie televisiva
“Spazio1999” (www.studio1999.it). Alla fine del 2009 studia e realizza il logo
GoodMooning! e l’astronauta John Doe. All’inizio del 2012 il sogno GoodMooning!
prende vita attraverso la realizzazione di alcuni disegni che vengono poi
riprodotti su t-shirt e “mug”. Nascono parallelamente anche alcune brevi storie
che cominciano ad essere raccolte in un blog (www.goodmooning.it). Queste
storie si sviluppano e a dicembre 2012 diventano un libro, questo libro…
"GoodMooning!", Stefano Saldarelli, Phasar Edizioni, 2012,
€11, ISBN: 978-88-6358-167-6, pp. 122
Visita il sito dell’autore.
Scarica l’anteprima del libro in formato PDF
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Vedi il BookTrailer di "GoodMooning!" su YouTube
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mercoledì 30 gennaio 2013
“Con i colori del cielo e della notte” di Raffaele Procacci (Phasar Edizioni) | @lucianopagano – musicaos.it
Prove di libertà di Stefano Dal Bianco (Mondadori). Intervento di Nunzio Festa
Decorato a suo tempo d’alloro dal
critico Mengaldo, il poeta Stefano Dal Bianco, dopo oltre un decennio
dall’ultima opera letteraria, ridiscute la sua poesia con “Prove di libertà”.
Scandito dalle sette note del pentagramma, il libro si rasserena solamente
nelle brevi prose poetiche poste quasi a far da pausa al navigare. Nell’agire,
invece, è più che compulsivo. Anche quando, pure senza dimostrarlo
sfacciatamente, parla dei doveri sentimentali. Esplorando le grazie dell’esser
padre. Le cadute arrivano molto prima dei passaggi che intercettano le dolci
violenze dedicate all’Io. Debolezze che san di canzonetta battistiana, per
giunta. Eppur l’imperfezione, allora, condisce il Prove di libertà dell’olio
dell’arte. Il meglio e il peggio di Dal Bianco è tutto comunque in questi
versi: “Qui davanti alla finestra bellissimo / c’è un arcobaleno ogni tre
giorni / che canta la gloria di Dio, e io / che me ne faccio?”. La Fede ‘anti-retorica’ assicura
la forza della parola. Mentre il frugare nelle tasche del semplice ammorbidisce
il Tono. In “Arcobaleno”, questo il titolo esemplare della composizione,
abbiamo Dal Bianco. Per intero. Prima di mischiare, invece, il verso
impareggiabile con il male del petto a petto con la poesia stessa, anzi
solamente con la parola “poesia”. (E’ necessario che ci si sbatta? E l’han
fatto i più grandi, - e lo fanno e faranno i minori). Le poesie destinate agli
sguardi dal finestrino della vita, invece, partono lentamente. Ma per divenire
frenesia pura. Non serve, in effetti, farsi afferrare dalla chiusa. Per
capirlo. Ché le chiuse portano i puntini di sospensione alla ricerca. Non
terminano. Saluta il mondo Stefano Dal Bianco. Quando s’inabissa nella propria
dimensione personale. Dove la navigazione si tiene ferma nei contrappunti del
parlare. Non è parlato, quello del poeta. Comunque. Però la voce dice. Il metro
tutt’altro che antico si ricopre di nudità allevando negli scatti facili la
semplicità dell’errore dovuto all’incedere. I cambi di passo, ritmo, lo
testimoniano. Il poeta Dal Bianco si scrolla di dosso le regole dell’accademia.
In quanto vuole fidarsi ciecamente di se stesso, affidarsi a sé stesso. Come se
il mondo fosse piccolo. Consapevole, di contro, della sua vastità. Ascoltata.
martedì 29 gennaio 2013
German row over whitewashing the n-word from children's books | World news | guardian.co.uk
“Ha chiamato il futuro… dice che è in ritardo” a cura di Luca Pieralisi (Phasar Edizioni) | @lucianopagano – musicaos.it
Dennis Rosen M.D.: Haiti Three Years After the Earthquake: New Books by Amy Wilentz and Jonathan Katz
lunedì 28 gennaio 2013
Novità: “Panni sacri” di Roberta Pilar Iarussi, ebook 06 Musicaos.it
disponibile qui:
“Ho stretto con forza il mio
sesso giovane e l’ho spinto fuori da me. Ho chiuso le gambe. Ho irrigidito
tutti i muscoli fino a sentire dolore. Ho serrato la bocca. Mi ha sporcato
l’inguine di liquido giallastro senza seme, andava fiero del suo pesce morto
come fosse un trofeo di guerra. Prima dell’orgasmo che non è arrivato più, ha
sussurrato alcune parole in disordine, sbattevano nell’abitacolo della macchina
e nella mia pancia e da tutte le parti…” (Panni sacri)
In un piccolo centro del nostro
sud, decadente e insieme rassicurante, un prete anziano, socialmente impegnato
e sensibile alle ferite dell’umanità, incontra casualmente una bellissima
ragazza. La giovane donna è sola e anche il prete, a suo modo, lo è. Tra i due
nasce subito una forte intesa. L’uomo e la donna avviano una strana
frequentazione, a metà strada tra la voglia ingenua della donna di affidarsi
completamente e la smania dell’uomo di impastar le mani nelle vite degli altri.
La storia segue così un doppio filo narrativo: se nella vita vera, la ragazza
si confronta con un uomo maturo, spirituale, distante dai nodi carnali che
sempre complicano le relazioni, nella realtà virtuale, condita di chat erotiche
notturne e veloci sms, la donna ‘frequenta’ un “Ragazzo” giovane, desiderante e
lubrico. Evidentemente, però, le cose sono diverse da come appaiono. Il
racconto Panni sacri è parte di una mini raccolta che mette insieme tre diverse
storie accomunate dall’elemento di uno ‘strappo’. Il medesimo strappo in forme
differenti. L’Amore, non solo erotico, quindi, e quell’inevitabile lacerazione
che si porta appresso, quasi come se le due cose, piacere e ferita, fossero
inscindibili.
[dalla postfazione a "Panni
sacri", Luciano Pagano]
‘Due che fanno sesso virtuale,
come si chiamano?’. La prima domanda che compare in ‘Panni sacri’ di Roberta
Pilar Jarussi, è di una semplicità disarmante, eppure nasconde quello che sarà
uno degli atteggiamenti ricorrenti in tutta la narrazione, ovvero sia il
contrasto continuo tra sacro e profano, tra ingenuità nell’amore e esperienza
del sesso, tra conoscenza dei profondi anditi della psiche umana e ricerca
ossessiva della verità corporea, quando due, tre persone, hanno a che fare con
l’innamoramento e con la totale miscredenza delle reazioni che l’amore può
indurre, d’improvviso. La protagonista di questo racconto vive due storie
contemporaneamente, più esatto sarebbe dire che vive diverse storie, dato che
la schizofrenia amorosa, ad esempio nel rapporto con Ragazzo, si identifica con
il duplice rapportarsi all’immagine virtuale, digitale, web-voyeuristica e
all’immagine fisica, materiale, a quel verbo ricorrente con cui di denota
l’incontro e l’atto insieme, cioè il “prendersi”. Una realtà fatta di gesti,
atti, sequenze di prendere, stringere, abbandonare. Roberta Pilar Jarussi, in
questo suo trittico di storie che si intrecciano, presenta una vera e propria
fenomenologia dell’amor ‘intrapreso’, per tentativi, approcci, manovre lontane
che si appressano e diventano vere e proprie sospensioni di gravità. La cosa
che colpisce di più il lettore è sempre questo correre su un crinale, da una
parte la purezza della carne e dall’altra la (presunta) falsità di uno spirito
che ambisce a qualcosa di impossibile, salvare le capre e i cavoli, avere
tutto, possedere la carne e dominare il pensiero, carpire, se c’è, l’amore
cerebrale. Come se ciò non bastasse Celso, il francescano narcolettico esperto
in mercatali pesche miracolose e avances etoromani, è brutto e con la pancia,
mentre Ragazzo è bello, punto e basta. La protagonista del racconto sembra
oscillare come un pendolo tra entrambi, ed è come se la virtualità dell’amore,
a tratti, concedesse un po’ di stupore in avanzo al fatto che la forma fisica,
forse, non importa granché quando c’è di mezzo il desiderio.
Una lettura, quella di “Panni
sacri”, che procede rapidamente, come scorrendo delle polaroid, una dopo
l’altra, anticipando ciò che sarà, ripetendosi che no, la protagonista non
cadrà nel tranello, per poi scoprire che è come se questi tranelli, in fondo,
fanno parte di un gioco meditato, una partita a scacchi dove la regina è
circondata, per scelta, da una manciata di minuscoli pedoni. Fino al culmine
del suo personale viaggio al termine della notte, in un ‘solito’ pomeriggio,
sudicio e afoso, col finestrino abbassato per respirare, in attesa di un
afflato che non è spirito, perché lo spirito oramai se l’è squagliata…chissà
che fine ha fatto, da questo quadro così perfetto, lo spirito.
Roberta Pilar Jarussi ha
pubblicato il romanzo “Nella casa” (2003, Palomar – collana Cromosoma Y,
diretta da Michele Trecca e Andrea Consoli) e Dal vivo, racconti (2002 ,
zerozerosud). Nell’ottobre 2003, è selezionata a ‘Ricercare’
convegno-laboratorio per nuove scritture (Reggio Emilia), con un brano
dell’allora inedito romanzo “Nella casa”. Collabora con BooksBrothers, sito e
laboratorio letterario, che ha prodotto l’antologia “Frammenti di cose volgari
– Acqua passata – Volume Uno 2006/08”, a cura di Maurizio Cotrona e Antonio
Gurrado (2009), nella quale sono presenti alcuni suoi racconti inediti. È
operatrice culturale della Biblioteca Provinciale di Foggia. Dal 2006 al 2009, ha curato il
progetto e Premio Letterario nazionale ‘Libri a trazione anteriore’ della
Provincia di Foggia, in collaborazione con Casa Circondariale di Foggia, con la
direzione artistica di Michele Trecca, che includeva, in Carcere, un ciclo di
incontri con gli autori ed eventi per i detenuti’; ha collaborato con il
Kollettivo – associazione studentesca dell’Università degli Studi Foggia, nella
realizzazione delle prime edizioni di BAOL – concorso letterario per scrittori
esordienti, rivolto agli studenti e ai detenuti di Foggia, giunto ora alla sua
4° edizione.
Nel 2006 ha curato
l’organizzazione del convegno nazionale sui blog letterari, “Le tribù dei
Blog”, tenutosi a Foggia e al quale hanno partecipato (anche) Christian Raimo,
Maurizio Cotrona, Giulio Mozzi, Michele Trecca, Enzo Verrengia, Anna Maria Paladino,
Rossano Astremo, Ivano Bariani, Luciano Pagano, Silvana Rigobon, Fabio
Dellisanti, Manila Benedetto.
Ha collaborato con il gruppo di
musica popolare ‘I cantori di Carpino’ e con studiosi e portatori della
tradizione, lavorando sulla struttura originaria della Danza Tradizionale
Pugliese e sulle sue contaminazioni.
Il suo blog personale è “In punta
di dita”: http://robertajarussi.blogspot.com/
Nel vento di Emiliano Gucci (Feltrinelli). Intervento di Nunzio Festa
"Nel 1992 mio padre uccise
mio fratello nella neve. Nel 2007 ho perso Caterina per sempre. Io per questi
motivo corro". L'incipit infuocato, a dir poco lampante, del romanzo
scritto dal libraio part-time toscano, Emiliano Gucci, attacco camusiano e
decisivo, soccorre il titolo dell'opera, "Nel vento". E definitiva è
la corsa del protagonista del libro. Alla stregua del colpo lanciato dal
giudice di gara delle gare vitali del centometrista estraniato e gelido. Un
centrometrista che vuole, dopo dolori immani e fortificanti assai, la gara
perfetta: una vittoria nell'albo dell'eterno secondo; mentre scorrono nella
testa fantasie che sono molto più lancinanti della realtà, addirittura. Il
narratore autodiegetico del libro si concrentra e, allo stesso tempo, non evade
che sui blocchi di partenza. Dai quali deve darsi lo slancio, per scappare.
Perennemente. Correre via dal passato, in ogni caso. Ben conscio che sopravvive
in un mondo di steroidi e altre sostanze stupefacenti - utili alla corsa sportiva.
Ma, soprattutto, elementi che devono alimentare il fuoco delle scommesse
clandestine e di tutto il resto del giro d'affari del suo sport. Tra falso e
non vero. Mentre sa bene il protagonista di Nel vento, che l'irreale certo che
ha in testa lo porta a citare i suoi avversari con nomi che non sono nomi. UNO,
DUE, CINQUE. Persone identificate solamente con le postazioni che coprono in
pista. Dove il pensiero del fratello morto ammazzato dal padre, crollato sulla
neve fresca sotto i suoi occhi e l'abbandono senza remissioni di peccato
dell'unico amore della sua vita, lo tengono in stato di sana pazzia. Davvero
dunque "non ci si deve fermare a pensare". Gucci, autore tra le altre
cose dell'indimenticato "Donne e topi" (Fazi), ha fatto proprio un
"romanzo esistenzialista", come è stato definito dal concittadino e
anche lui giovane scrittore, Vanni Santoni. La lingua è perfetta. Dalla quale,
insomma, apprendiamo tutti i tormenti del protagonista del romanzo. Perché non
ci si può inzuppare dell'acqua della pioggia che lo terrà sotto scacco. Ma
uscendo da quella, riprendere l'ansia da 'prestazione' della voce. Nel vento
abolisce la presenza dei riflettori. Che pur ci sono. Però li fa oggetto, al
pari d'altri, della trama. Il discorso è attualissimo. Eppure stravolge le
regole della modernità che vorrebbero confini netti tra i momenti della
narrazione. Qui, infatti, il romanzo diventa imperdibile.
Novità in libreria - “Il campo di cinabro” di Vitantonio Amato (Phasar Edizioni) | @lucianopagano – musicaos.it
How useful are self-help books for treating depression? | Luisa Dillner | Life and style | The Guardian
domenica 27 gennaio 2013
sabato 26 gennaio 2013
Simplicissimus Book Farm, round da 2 milioni di euro da Principia SGR | Tech Fanpage
venerdì 25 gennaio 2013
LA B CAPOVOLTA di Sofia SCHITO (Lupo editore)
“E’ un libro che può (e dovrebbe) essere letto indipendentemente dalla
giornata delle celebrazioni. Una lettura coinvolgente” (Roberto Denti, Tutto
Libri de La Stampa)
Romanzo Vincitore del Premio Letterario Torre dell’Orologio di
Siculiana 2012 nella sezione letteratura per l’infanzia e l’adolescenza “lo
Scarabocchio di Giufà”
Il Giorno della Memoria si celebra
in Italia e in Europa il 27 gennaio di ogni anno come giornata in
commemorazione delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e per tutti quelli che
a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Lupo editore
propone in questa solenne occasione per l’edizione del 2013 il libro La B capovolta di Sofia Schito. Un
libro necessario per ricordare e poter pensare ad un futuro sempre migliore!
Si può parlare della Shoah in
tanti modi. In "Se questo è un uomo" Primo Levi lo ha fatto con
poesia, coinvolgendo l'umanità intera in un capolavoro che tocca l'emozione di
tutti, nel suo unire la bellezza della parola all'orrore umano. E in questa
storia proprio "Se questo è un uomo" e Primo Levi guidano un bambino
che vivrà con la grazia propria della sua età un evento che ancora gli uomini
non si riescono a spiegare. L'infanzia entra nella Storia più cupa ed
aberrante, provando a sfiorare il mistero del buio della coscienza dell'uomo
europeo. Levi la accompagna nei luoghi del degrado della nostra civiltà, e lo
fa con la sua prosa immortale come intermezzo, che cerca di spiegare
l'inspiegabile all'innocenza di chi non ha ancora saputo tutto dell'Uomo.
Questo romanzo ci condurrà per mano in un incubo che non può essere lasciato
solo al passato. Una storia che ci porterà a sentire l'inesorabilità del male
ammantato dall'ingenuità dell'infanzia e dalla profondità della letteratura. Un
libro che fa della semplicità lo strumento di narrazione per rispettare quei
fatti senza rinunciare all'immaginazione e alla speranza. Riuscirà l'ingenuità
dell'infanzia a lenire la drammaticità della realtà? O nulla si può al cospetto
di quello che l'uomo è capace di fare quando conosce l'inverno della sua
coscienza? Un libro scritto senza artifizi intellettuali, che parla con la
lingua dei ragazzi di quello che i ragazzi non dovranno mai conoscere.
Sofia Schito vive a Felline, in
provincia di Lecce. Da anni impegnata in attività che vedono coinvolti ragazzi
delle scuole elementari e medie, trae da loro continua ispirazione. Ama
scrivere da sempre, sin da quando a scuola ha sentito parlare per la prima
volta di soggetto, verbo e complemento. Lo testimoniano le scatole sull'armadio
della sua stanza piene di diari che ha cominciato a scarabocchiare quando era
poco più che bambina. La storia invece è una passione che le è venuta negli
anni. Lo testimoniano i voti, poco lusinghieri, che ai suoi compiti dava il
professore del liceo. Ogni volta che le restituiva un compito corretto, la
domanda era sempre la stessa: "Sofia, a che serve copiare?". Per lei
allora aveva un senso, significava evitare di trascorrere interi pomeriggi a
memorizzare date, luoghi e avvenimenti. Col passare del tempo, per fortuna, si
è resa conto che la storia è ben altro. Dopo la maturità scientifica, si
iscrive alla facoltà di Lettere dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano e al terzo anno, al momento della scelta dell'indirizzo, forse per una
sorta di legge del contrappasso, sceglie proprio l'indirizzo storico. La B capovolta è il suo primo
romanzo per ragazzi. Nella scelta dell'argomento, ci sono buone probabilità che
si sia ispirata alle iniziali del suo nome.
Info - www.lupoeditore.it
“PER SEMPRE CARNIVORI…” una lettura forse diversa… (di Angela Ferilli) | @lucianopagano – musicaos.it
giovedì 24 gennaio 2013
"Il fuoco imperfetto" di Mauro Pieroni (Phasar Edizioni)
Cosa può spingere Marco Bembo,
ricco e affermato fotografo naturalista, a far perdere ogni traccia di sé
durante uno dei suoi lunghi viaggi all’estero alla ricerca di animali
selvatici?
Preoccupati del suo prolungato
silenzio, alcuni amici cominciano a investigare tra Firenze e la Maremma, in una Toscana
piovosa e un po’ cupa, che non sembra voler dare soluzioni ai molti
interrogativi che vanno delineandosi. La storia porterà lontano, verso due
remote isole dell’Egeo, lungo i temi del viaggio e della fortuna, del riscatto
di sé e del destino, della morte e della colpa, articolando una profonda
riflessione sul vedere e guardare, sul voyerismo come difesa dalla vita, come
stratagemma per nascondersi e fuggire da essa. Una riflessione sui grandi
pericoli a cui il troppo guardare, piuttosto che vivere, può esporci.
Mauro Pieroni è nato a Roma nel
1955 ma da sempre vive a Firenze. Medico, da molti anni si dedica, nel tempo
libero, alla fotografia di natura. Sue immagini, ma anche suoi articoli, sono
comparsi in libri e riviste di settore e in diverse pubblicazioni ed
esposizioni legate all’Afni, Associazione Fotografi Naturalisti Italiani.
"Il fuoco imperfetto" è
il suo primo romanzo.
"Il fuoco imperfetto"
di Mauro Pieroni (Phasar Edizioni)
"Il fuoco imperfetto" di Mauro Pieroni (Phasar Edizioni)2006,
12€, ISBN: 88-87911-70-3, pp. 426
VISITA IL SITO DELL’AUTORE
SCARICA L’ANTEPRIMA DEL LIBRO IN
FORMATO PDF
Phasar Edizioni:
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African Library Project Ships One Million Books to Africa, Supporting Literacy in Nine African Countries
mercoledì 23 gennaio 2013
martedì 22 gennaio 2013
HAPPY BOOK - Ogni venerdì dalle 16,00 alle 19,00 in Live-chat
La lettura fa l’uomo completo (F. Bacone).
E’ vero che l’Italia è un paese
dove si legge molto poco, dove la crisi conduce ad una riduzione drastica del
numero dei lettori. Ma è anche vero che ci sono case editrici come Kurumuny che
credono nel fatto che leggere sia una cosa importante e significativa, e che il
libro e l’editoria siano i due strumenti da cui può partire una ripresa
dell’economia duratura. Ed ecco che allora la casa editrice salentina lancia
una splendida iniziativa che sa di incontro, di vedute, e di scambio di idee e
pareri attorno alla pagina stampata, dove il dialogo si cerca, lo si vuole. “Happy
Book – spiega Giovanni Chiriatti direttore di Kurumuny Edizioni - è
un’iniziativa volta a promuovere la lettura con i nostri libri a prezzi
anti-crisi. Ogni venerdì dalle 16.00 alle 19.00, su tutto il nostro catalogo
sarà applicato uno sconto del 40%. Per aiutarvi e consigliarvi, o solo per
scambiare due chiacchiere, in quelle ore saremo presenti in Live-chat sulla
nostra piattaforma www.kurumuny.it”
KURUMUNY edizioni nasce nel 2004, in un Sud animato da
un fermento culturale che nel 2001 è stato linfa vitale dell’omonima rivista di
cui la casa editrice è naturale proiezione. La casa editrice ha mosso i primi
passi convinta dall’idea di restituire
all’editoria un processo creativo e culturale: quest’idea è diventata una
vocazione consolidata nel tempo. Un percorso caratterizzato dalla cura
artigianale nella costruzione del libro, dall'attenzione agli autori, dalla
ricerca del particolare grafico, perché pensiamo che bisogna restituire
l’editoria alla sua dimensione umana, al testo la bellezza tattile: il piacere
del suo possesso. Il catalogo ha saputo conquistare segmenti di mercato
inesplorati, proponendo titoli che spaziano tra etnomusicologia, saggistica e
narrativa d’inchiesta.
Kurumuny
Via Palermo, 13 a Calimera (Le)
Telefono: 0832801528
Fax: 0832801528
Cellulare: 3299886391
“Celestino V. Papa templare o povero cristiano?” di Stefania Del Monte (Phasar Edizioni) | @lucianopagano – musicaos.it
lunedì 21 gennaio 2013
La ninfa incostante di Guillermo Cabrera Infante con la traduzione di Gordiano Lupi e appendice di Mario Vargas Llosa (Sur). Intervento di Nunzio Festa
La "lussuriosa" (vedi
Vargas Llosa, - Mario) lingua, tutta sua e 'anti-decadente', di Guillermo
Cabrera Infante è una situazione allucinata che provoca ansia da lettura:
chiedi allo stress di starti vicino, perché dovresti, diciamo alla fine forse
vorresti, legger tutto d'un botto, per far solamente un esempio piccolo assai,
l’ultimo "La ninfa incostante". Se, come certi, non conosci il
"Tre tisti tigri" oppure il resto. Ma grazie a un'adeguata e
sicuramente da pasionario del genere, traduzione di Gordiano Lupi, che
moltissimo - ricordiamo in questa sede - ha fatto e fa per portare in Italia un
pezzetto almeno della Cuba che non si rassegna a esser letta solamente e/o
soltanto da castristi e antiCastristi, abbiamo la felice scoperta di tipografia
che un altro capolavoro della letteratura c'ha davvero e senza esagerazione
sconvolto; dove il poco ortodosso e Geniale al massimo, autobiografico
protagonista del portentoso romanzo immagina, e quindi vede e quindi vive,
un'appena sedicenne Estela/Estelita. Conturbante almeno quanto la stessa Cuba
del cubano e apolide Cabrera Infante o dichiaratamente strafottente alla
stregua d'un'eroina che abbiamo trova nell'ultimo libro di Cesare Battisti,
inviato al mondo questa volta dall'esilio brasiliano, Estela è tutti i bolero
dell'opera più che letteraria e romantica fino allo spasimo come all'estremo
(stremo, giocando un po' con le provocazioni - costanti e che ammantano
dell'autore -). L’autore che ha confessato pubblicamente quanto e in che
maniera Estela è la Cuba
pensata fuori da Cuba: “isola incantata di cui ero esploratore e guida”. Dove
aggiunge poi, parlando come vedrete del presente=passato, che “in quel periodo
L'Avana era il centro del mio universo, percorrerla era un viaggio
intergalattico tra due soli, ed Estela era una bambina vestita da eroina
francese". L’opera è stata pubblicata postuma. Perché Guillermo Cabrera
Infante è deceduto nel 2005. Ed è il romanzo che vive non di calembour soli
vedi solitari e finali, ma di calembour che sono coltissimi giochi di parole
imbevuti di cinema e letteratura. Il tempo non ha senso, per certi versi. Ché
la lingua anti-decadente di Cabrera Infante abbatte le logiche, senza dare
coraggio a un facile surrealismo, della comprensione e sperimentazione
temporale. Anzi, il concetto stesso, a dir poco, di logica spazio-temporale.
Non può esistere lettura intima di Infante, se non ci si vuole stordire di
dialoghi al limite tra demenza e follia. Nel verde del geniale, insomma. Finito
che avrete di legger, difficile sicuramente sarà sintetizzare la trama, in
forma diciamo compiuta e comprensibile, della Ninfa. Ma ricorderete così tante
scene che vi sarà difficile scegliere da che punto iniziare a narrare
l’avventura del romanzo vissuto. Un classico, spieghiamo a chi ama i classici.
Un moderno, inseriamo per chi dei classici, ovvero della letteratura pura, si
spaventa.
domenica 20 gennaio 2013
Libri di sport: il calcio azzurro infinito - Attualita, 2012, Libri_sport - Datasport.it
sabato 19 gennaio 2013
Libri: sesso al Louvre e altre storie - Culture - l'Unità - notizie online lavoro, recensioni, cinema, musica
La classifica dei libri più venduti della settimana. La rivincita delle Schiappe
Libri, esce il romanzo di Andrea Pomella “Berlusconismo è figlio di questa sinistra” – Video Il Fatto Quotidiano TV
venerdì 18 gennaio 2013
EL VACìO di Marta TORALDO (Lupo editore) alla Feltrinelli Point di Lecce
Il 21 gennaio 2013 alle ore 19,30
si presenta per la prima volta EL VACìO di Marta TORALDO (Lupo editore) alla Feltrinelli Point di Lecce in via
Cavallotti 7/a. Dialogheranno con l’autrice Mauro Marino e Stefano Donno.
Marta Toraldo nasce a Maglie e
vive a Lecce dove frequenta l’ultimo anno della triennale di filosofia presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università del Salento. Ha pubblicato per Icaro Libri, una
raccolta poetica dal titolo Vie Fuggitive i cui versi sono stati tradotti in
inglese e circa un mese fa alcuni suoi
contributi poetici appaiono nella prestigiosa raccolta antologica della
Fondazione Mario Luzi di Roma. L’ultimo lavoro di Marta Toraldo che esce per la
casa editrice Lupo di Copertino, dal titolo El Vacìo (che significa in spagnolo
“Il Vuoto”) possiede una grande intensità lirica, e una disorientante forza immaginifica che lo
rendono un testo poetico singolare per molti aspetti. Il filo conduttore della
raccolta (provvista di testo a fronte in spagnolo e presto anche in versione
e-book) nel suo complesso è la tensione verso un’autenticità del vivere che
spesso la deriva ipermediatica contemporanea disperde in una prismaticità di
ruoli che ognuno di noi ogni giorno deve vivere per sopravvivere.
“La poesia presentata in questa
raccolta sembra essere dotata di vita propria ovvero pare che una volta
inchiodata alla pagina dall’autrice cerchi di ritornare poi alla sua forma di
totalità, che per un capriccio di chissà quale gioco cosmico può tanto
rivelarsi per sostanza che per spirito. Spazio e Tempo sono due categorie che non
appartengono a questa poetessa, che del romanticismo non ne fa melancolia e
lacrima, ma forza distruttrice di attivo nichilismo, dunque incontenibile furia
che consciamente sceglie di distruggere per costruire.” (Stefano Donno)
Marta TORALDO - È nata a Maglie
(Le) nel 1991. Vive e studia a Lecce, dove frequenta l’ultimo anno della
triennale di filosofia presso la
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università. Ha pubblicato
una raccolta poetica dal titolo Vie Fuggitive i cui versi sono stati tradotti in
inglese (ed. Icarolibri, collana poetica “voli”, 2009). Alcune sono apparse in
dicembre (2012) nella raccolta antologica della Fondazione Mario Luzi di Roma.
Ufficio Stampa Overeco Agenzia
Info
“GLI OCCHI DI MIA FIGLIA” E “IMMAGINA LA GIOIA”, DI VITTORIA COPPOLA. A CHIARAVALLE
Il 20 gennaio, alla ore 18.30,
presso il caffè letterario di Chiaravalle, sito in via De Amicis 61/A, nato
dall’esperienza di Motivi, tra libri e musica, e Anna e Roberto, avrà luogo,
per la prima volta in città, un Aperitivo con l’autore.
Iniziativa, questa, nata dalla
forte volontà di permettere al lettore di avvicinarsi, con un buon calice di
vino in mano, all’autore del testo che avrà già letto. Crediamo, infatti, che
solo in questa maniera si possa veramente interagire con l’autore, parlando
delle eventuali emozioni che il libro può aver suscitato o, semplicemente,
chiedendo delucidazioni su particolari passaggi del testo.
Sarà un ricco buffet, del buon
vino, decantato dai suoi stessi produttori, e un piacevole caffè, il tutto
preparato con cura e professionalità dal personale di Anna e Roberto, ad
accompagnare la presentazione dei due libri dell’autrice salentina Vittoria
Coppola. Sarà lei, infatti, l’intrattenitrice della serata e sarà lei che, con
parole sue e con le emozioni che ha voluto regalare al suo pubblico, ci parlerà
dei testi che l’hanno fatta conoscere ed apprezzare dai lettori italiani. A
soli 26 anni, Vittoria, alla fine del 2011, con “Gli occhi di mia figlia”, Lupo
Editore, libro di cui ci parlerà domenica 20 gennaio, ha vinto il premio per il
miglior romanzo del 2011, premio conferitole dalla rubrica del Tg1, Billy – il
piacere della lettura. A distanza di un anno il suo secondo romanzo, “Immagina
la gioia”, Lupo Editore, con il quale è riuscita ad emozionare un pubblico
sempre più vasto. Due opere, queste, in cui si parla, con semplicità e verità,
di conflitti familiari entro contesti ambientali di cui, Vittoria, riesce a
farci sentire con forza e decisione, odori, sapori e suoni. Leggerli permetterà
a tutti i lettori di continuare a pensare, una volta chiuso il libro, ai
personaggi, ragazzi che non sarà facile dimenticare.
Al costo di soli 29 euro si potrà
avere la possibilità di acquistare un libro a scelta di Vittoria Coppola, di
essere presenti alla presentazione dei suoi libri, di consumare un ricco
aperitivo per due persone, annaffiato dal del buon vino locale e terminare la
serata con un caffè, il tutto accompagnato dalle note dei maestri della scuola
di musica EPS.
Ci auspichiamo che prendere un
aperitivo con l’autore sia altrettanto piacevole ed interessante che assistere
ad un’opera teatrale o ad un film al cinema.
Info
Con “Le Salentine” lo scopone è tradizionale!
Lunedì 21 gennaio 2013,
Devilissimo Lunedì e ImprovvisArt, in collaborazione con Kurumuny e B22,
organizzano a partire dalle 21.30, presso il Devil’s Cave di via Palumbo a
Lecce, il torneo di scopone scientifico con “Le Salentine”, le nuove carte da
gioco che raccontano storie, personaggi, riti e miti del Salento! L’iscrizione
al torneo è gratuita ed è necessario prenotare tramite facebook oppure contattando i numeri 328 8094514 oppure 392
8872550 (Devilissimo).
In occasione del torneo il
Devil’s Cave propone un menu ad hoc che prevede la combinazione di
“stuzzicherie” e gustosi panini accompagnati da fiumi di birra e vino... il
tutto a prezzi speciali!
«Il laboratorio creativo B22,
costituito da Francesco Cuna e Alessandro Sicuro in collaborazione con la casa
editrice Kurumuny, ha realizzato e promosso un inedito recupero figurativo, che
ha condotto a una rilettura iconografica delle tradizionali carte da gioco
napoletane. Un progetto stilisticamente genuino, che ricorda e riporta gli
elementi della cultura contadina sul tavolo della contemporaneità e in
particolare pone l’attenzione delle giovani generazioni attraverso l’antico e
sempre vivo gioco delle carte. I peculiari elementi decorativi de “Le
salentine” riguardano le brocche che sostituiscono le coppe, i lecci inseriti
al posto dei bastoni, le tarante con i denari e le zappe al pari delle spade.
Per quanto riguarda le figure dell’otto e del nove invece, i curatori del
progetto B22, hanno ripreso e rielaborato negli abiti delle donne i costumi
tradizionali di Cutrofiano, Calimera e Gallipoli mentre per quelli dell’uomo si
sono rifatti all’abbigliamento degli antichi abitanti di Martano, Gagliano del
Capo e Otranto; in tutti spiccano le minute ed eleganti rifiniture di
fazzoletti bianchi, corpetti di color cremisi, gonnelle scure, coppole,
calzette e scarpe con fibbie d’ottone. Nelle figure dei dieci vengono
riproposte le immagini dei santi più popolari come san Giuseppe, sant’Oronzo,
san Martino e san Paolo.
Quest’accurato e brillante
intervento di sintesi figurativa, realizzato interamente a mano dopo una lunga
serie di bozzetti, interessa un vasto repertorio culturale illustrativo, dal
quale emerge un segno grafico agile e immediato che ben si attiene sia al
valore simbolico della tradizione, che alla fedeltà stilistica del mero oggetto
rappresentato come nei casi della zappa, della brocca con il simbolo del
galletto o del ferro di cavallo. Il rinnovamento dell’immagine, il dinamismo
pizzicato di alcune figure e l’attenzione per il dettaglio impresso in quei
simboli arcaici come quelli del Dio che danza nella Grotta dei Cervi a porto
Badisco, il volto barocco e antropomorfo del tre di lecci, la taranta o
l’uroboros, danno rilievo ed eloquio a un codificato linguaggio figurativo, che
lentamente è emerso dalle vicissitudini del tempo e della storia. Racchiuse sul
retro dal monocromatico e stilizzato soffitto a cassettoni della Cattedrale di
Otranto, le carte salentine si presentano come un piccolo teatrino tascabile,
dove in pochi centimetri plastificati sono racchiuse storie, personaggi e
territorio che a nostro piacimento potremo raccontare in qualsiasi momento».
(Giuseppe Arnesano sul Blog
“L’arte tra le righe” CoolClub.it).
Per info
In libreria “Nelle ombre” di Maria Eugenia Fiscina (Phasar Edizioni)
Mery frequenta l’ultimo anno di
liceo scientifico. Il suo sogno è diventare anatomopatologa. Nel mese di
dicembre, però, succede qualcosa che sconvolge i suoi piani. Dastin, ragazzo
riservato dal fare misterioso, suscita in lei un interesse che li porterà a
vivere esperienze fuori dal comune. Un diario, al centro delle attenzioni di
entrambi e non solo, li trascinerà fra combattimenti e inganni in cui il
giovane si rivelerà desiderio e ossessione della ragazza. Una serie di omicidi
irrisolti fanno da sfondo portando Mery a vivere un incubo ove amore, odio,
reale e surreale si fondono in un unico limbo di perdizione.
Maria Eugenia Fiscina è nata a Buenos Aires nel 1987 e si è
trasferita in Italia, a Gorgonzola (MI), nel 1990. L’autrice ha da sempre
coltivato un interesse per la lettura e la scrittura tanto da aggiudicarsi, nel
2006, il secondo premio per la poesia ad un concorso letterario istituito
dall’UTL, nota università milanese. Attualmente è laureanda in lingue e
letterature straniere presso l’Università degli Studi di Bergamo. Ha
collaborato come giornalista in una piccola redazione di zona e nel tempo
libero ricopre il ruolo di regista-scenografa teatrale e cinematografica.
Ispirata dalla grande passione
per l’arcano e in particolare per i vampiri, corona il sogno di pubblicare
Nelle Ombre, il suo primo romanzo gotico contemporaneo.
"Nelle ombre" di Maria
Eugenia Fiscina (Phasar Edizioni)
"Nelle ombre" di Maria
Eugenia Fiscina (Phasar Edizioni)
2010, €12, ISBN:
978-88-63580-60-0, pp. 222
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