C’era una volta un narratore di storie. Si dice che incantasse anche le anime più disilluse, perché i suoi racconti donavano ciò che più ci rincuora: la speranza.
«Non temere la notte, perché è lei a portare i sogni.»
Sogna in grande, Trinity. Era la frase
con cui papà mi dava la buonanotte. Si sedeva sotto il nostro
acchiappasogni e mi leggeva i suoi racconti per spazzare via gli incubi.
Ora che lui non c’è più, passo le sere a bordo della mia auto, con il
finestrino abbassato, il cappuccio in testa e la musica dei Bee Gees che
sovrasta il rumore delle onde. D’altronde, qui a Seafolk, non c’è nulla
da fare. Ma la monotona routine a cui sono ancorata sta per essere
stravolta dall’arrivo di Acher Morris. Mia madre ha deciso di ospitarlo
per aiutare la sua migliore amica, ma io non lo voglio in casa mia. Per
quanto mi riguarda, può mettere in valigia le sue immacolate camicie di
lino e uscire dalla porta, con i suoi odiosi ricci e i suoi finti
sorrisi educati. Voglio che se ne vada dallo studio in cui mio padre
scriveva le sue storie solo per me. Voglio che fugga lontano dalle mie
parole taglienti, dalla mia rabbia che sobbolle, dai miei sbagli a cui
risponde con irritanti silenzi. Eppure, solo lui riesce a scovarmi al
faro quando voglio stare da sola. Solo lui non mi volta le spalle quando
esplodo. Solo lui capisce il mio dolore. Noi due, tempesta e quiete,
insieme, ci completiamo.
Liberi come la neve è rimasto per
mesi in vetta alle classifiche italiane. Un risultato incredibile per
una giovane scrittrice di talento come Rita Nardi, che è riuscita,
partendo dal web, a costruire una community che aspetta con ansia i suoi
libri. Finalmente, dopo migliaia di richieste, arriva in libreria con
una storia d’amore di grande impatto. Perché Trinity e Acher, i
protagonisti di questo romanzo, sono due adolescenti che combattono, la
prima con furore, il secondo trincerandosi dietro il silenzio. Ma, nel
loro incontro, c’è la chiave per superare la grande sofferenza che
nascondono.
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