Tutti i colori del rosso è un viaggio nella storia della sinistra europea e mondiale post 1989, che riflette e indaga l’attualità politica italiana, internazionale e le sfide poste dal disordine globale nel quale siamo immersi.
mercoledì 15 gennaio 2025
Tutti i colori del rosso. Un viaggio nella storia della sinistra per ritrovare l'orgoglio dell'alternativa di Gabriele Santoro (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli)
martedì 14 gennaio 2025
A. J. Foster - UNCONDITIONALLY MINE / INCONDIZIONATAMENTE MIO (Salani)
Se il caos affascina, i
ricchi e viziati fratelli Harrison sono i migliori a seminarlo. Nel
loro turbine di feste, risse e malefatte finisce suo malgrado Angelica
Dalmar, ragazza diligente e ambiziosa, ma determinata a rimanere al fianco del
suo migliore amico d’infanzia Jason e soprattutto a tenere fede a una promessa:
prendersi cura di Asher. Tuttavia, quando la morte della madre Shailene li
divide, quella promessa resta in sospeso come un ricordo doloroso, finché i
loro cammini non si incrociano nuovamente all’università. Mentre tutta la sua
famiglia, infatti, perdeva la via, il più giovane e introverso degli Harrison
ha sempre avuto un solo obiettivo: conquistare il cuore di Angelica. È pronto a
raggiungerla e dimostrare che il suo amore non conosce limiti, né teme gli
ostacoli. Ma il loro legame è destinato a rafforzarsi e ad allentarsi in una
danza pericolosa: perché quando la guerra contro la famiglia rivale dei
Williams si accende, nessuno è al sicuro. Angelica e Asher dovranno affrontare
il fuoco incrociato di una battaglia che rischia di annientarli, e perdersi è
facile quanto è stato arduo trovarsi. Eppure, il filo che li unisce resiste
saldo nelle avversità e nessuna distanza può separarli davvero. Perché amare un
Harrison è per sempre.
lunedì 13 gennaio 2025
Libertà o potere. Ascesa e declino delle costituzioni di Eugenio Capozzi (Liberilibri)
Nell'Occidente contemporaneo la costituzione viene considerata spesso, superficialmente, come una sorta di "supermarket" dei diritti, come il "manifesto" ideologico di una ipotetica società perfetta, o come un generico rimando retorico, regolarmente contraddetto dalla compressione delle libertà in nome di qualsiasi vera o presunta emergenza. Contro questi travisamenti è necessario riportare alla luce le radici del costituzionalismo come tradizione culturale, politica, giuridica in cui si è sedimentata l'idea della priorità del diritto sul potere, e dei limiti invalicabili che la dignità umana gli pone. Una tradizione originata nella cultura greca, romana ed ebraica, sintetizzata dall'umanesimo cristiano, concretizzata innanzitutto nel pluralismo istituzionale dell'Europa medievale. Lo Stato moderno, con le ideologie in esso sorte, ha rappresentato per la limitazione del potere una minaccia mortale, faticosamente contenuta dall'universalismo dei diritti naturali e dalla persistenza di pratiche comunitarie di autogoverno
domenica 12 gennaio 2025
Gli ultimi giorni di Brian Evenson (Nottetempo)
Dopo l’amputazione di una mano Kline, agente sotto copertura, vive un’esistenza solitaria: trascorre il tempo nel suo appartamento, refrattario a qualsiasi tipo di contatto. Un giorno, però, il telefono squilla. “È la fortuna che bussa,” dicono due sconosciuti, offrono un’interessante opportunità di lavoro. Kline non ne vuole sapere ma i suoi interlocutori non stanno davvero chiedendo. Viene quindi portato controvoglia nel quartier generale della Confraternita della Mutilazione, ed entra nel mondo altro costruito da questa setta follemente fedele ai propri principi. Kline deve indagare su un omicidio avvenuto nella Confraternita, ma ogni apparente verità è il frammento di un’incomprensibile opera più grande, proprio come il suo braccio tronco che termina in una mano fantasma, inesistente eppure per lui vivissima. Mentre tenta di farsi strada in un labirinto di menzogne, minacce e inganni, Kline scopre che la sua stessa sopravvivenza dipenderà da un atto di pura volontà ed emancipazione. Nella sua ammirata postfazione Peter Straub considera Brian Evenson uno scrittore dell’estremo. "Gli ultimi giorni" è un romanzo intenso e perturbante che guarda senza paura dentro l’abisso del cuore dell’uomo
sabato 11 gennaio 2025
Il ritorno della razza. Le radici di un grande problema politico contemporaneo di Andrea Graziosi (Il Mulino)
venerdì 10 gennaio 2025
giovedì 9 gennaio 2025
Bacone, le origini della rivoluzione industriale, della moderna cultura europea… e dei disastri ambientali – Francesco Calcaterra (Europa Edizioni)
Francis Bacon, figura chiave della filosofia europea, ha profondamente influenzato la società, la scienza e l’economia moderna, ma il suo impatto è spesso ignorato o frainteso. Questo saggio approfondisce il suo pensiero sulla Natura, considerata come un tesoro da esplorare e da sfruttare, e le conseguenze nefaste che tali idee hanno avuto sulla nostra visione del progresso e sullo sfruttamento delle risorse naturali.
In particolare, con l’analisi de La Nuova Atlantide, testo più che noto e dibattuto, e del ruolo (contrastato) della Royal Society, l’autore vuole evidenziare come Bacone abbia contribuito a gettare le basi della rivoluzione industriale e di una moderna visione della scienza. Com’è ovvio, il suo invito a dominare la Natura per sfruttarla ha sollevato non pochi interrogativi sulle responsabilità etiche legate al conseguente degrado ambientale. Questioni che ci pongono drammaticamente e urgentemente di fronte all’attuale (irreversibile?) crisi ecologica. Vicende e problematiche, inscindibili endiadi di un vissuto e di un’epoca che, in pace o in guerra, non hanno mai visto interrotto lo scambio cultural-scientifico tra le varie parti del Continente e con la Royal Society, qui “raccontata” per la prima volta nella nostra lingua; scambio sempre fecondo, significante e deciso ad animare quei canali che porteranno linfa cosmopolitica e riformatrice all’imminente Europa dei Lumi. Con una scrittura semplice e incisiva, Calcaterra ci invita a riflettere sul messaggio di Bacone, filosofo-veggente, e dei suoi epigoni, per farci chiedere se questo sia vero progresso, chi guidi la scienza e decida il futuro del pianeta, quali le nostre responsabilità.
Francesco Calcaterra, nato in Sicilia (1949), ha conseguito la laurea in Economia e Commercio con una tesi sperimentale in Storia Economica presso l’Università di Catania (1973). Dopo una breve ma formativa esperienza per un grande gruppo industriale, ha ripreso il lavoro di ricerca in quella disciplina sotto l’affettuosa guida di Alberto Caracciolo, Ruggiero Romano, Luigi Firpo, e col costante e generoso aiuto di eminenti storici francesi e inglesi. Sente di dovere anche a loro queste pubblicazioni: Gli agrumi nella storia del Meridione (1986), Il Banco e lo Spirito Santo (1994), Corti e cortigiani nella Roma barocca (2004), Credito e società romana nell’Età Moderna (2017), La sconcertante storia del concerto delle dame (2018), Genesi e affermazione del modello borghese nella Sicilia moderna (2023), Vincere il tempo, provvedere al bisogno, evitare la rivolta. Metalli nobili e nobili fedecommessi nella società romana dell’Età Moderna (2024).
mercoledì 8 gennaio 2025
Il piacere della lettura. All'ombra di Marcel Proust e di John Ruskin di Pasquale Petrucci (Il Mulino)
martedì 7 gennaio 2025
Esce la nuova raccolta poetica di Renzia D’Incà dal titolo IO NON SONO IL MIO SINTOMO (collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani)
Ecco la nuova raccolta poetica di Renzia D’Incà dal titolo IO NON SONO IL MIO SINTOMO (collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani per I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
IL LUNGO CAMMINO DELLA PASSIONE UMANA TRA SPERANZE E LACERAZIONI di OTTAVIO ROSSANI
Renzia D’Incà con Io non sono il mio sintomo ha scritto una raccolta/specchio: una poesia dopo l’altra si vede e si sente passare un’esperienza complessa, inattesa e sofferente, ma anche sorprendente, drammatica, allegra, desiderata. Tuttavia, mentre l’autrice si guarda, controlla, constata, non c’è certezza che l’apparenza sia sostanza. Le parole affermano una verità, ma gli occhi e i suoni subito, insieme, la mettono in dubbio, e in certi momenti la contestano. Le variazioni sono inseguite, e mai risolutive. Sembra un gioco del dire e del dubitare, in realtà è l’analisi dello scompenso tra realtà e finzione. L’Io si espone, e subito dopo si nega. Sembrerebbe tutto semplice, ma il gioco diventa ossessione. La ricerca della verità, che in fondo è l’obiettivo primario, risulta impossibile. La verità c’è, ma non è identificabile nella trasposizione. Le direttrici sono due : una esterna, evidente, l’altra parallela e sottostante, appena percettibile ma invisibile. L’autrice sperimenta un doppio linguaggio: la linea del sentimento è nello stesso tempo, in un percorso collaterale, anche la sua negazione, inconsapevole, però sull’onda della volontà di conoscere l’invisibile. 6 Ricchezza di metafore, similitudini, interrogativi, immagini disvelatrici che subito affondano nell’inconoscibile. La lingua è seria, sciolta, spontanea, ma non improvvisata. E accanto scorre una seconda visione che vorrebbe sconvolgere gli equilibri espressivi. I temi sono molti, i momenti sono folgorazioni dubitative, e quando invece sono determinative subito si ammantano di una duplice ipotetica significanza. Un sottopensiero continuo accompagna le visioni: il senso indeterminato di Ermete Trismegisto, segnalato in esergo, con i “miracoli della realtà”, cioè il misterico mondo dei possibili. Il racconto è multiplo: le direzioni talvolta si incrociano, ma altre volte corrono parallele e si mimetizzano. Il tempo è indeterminato, le età si rincorrono. La vecchiaia è in attesa di farsi scoprire, la natalità è incerta, e la vita può anche essere arte. La speranza che nulla finisca è umiliata dal vuoto che appare e sembra sconvolgere tutto nell’indifferenza. La malìa della casa, nel rischio dispotico e nella necessità del sogno. I ricordi sono vita contraddittoria. Versi storici appaiono agli occhi, senza risolvere alcunché. Un certo fatalismo condiziona i desideri. Nella casa dominano i gatti. Il mondo è un palcoscenico, ci sono protagonisti e comparse. E la morte è lì, presente, ancora non attiva, ma agisce altrove. Uomini e donne non sanno convivere tra cattiveria e ipocrisia. Il panorama dantesco aiuta o inquieta? Forse le bestie sono come gli umani? Ma gli umani forse sono disumani (ricordiamo l’ironico 7 “peggior appiglio” del grande Boccaccio attribuito all’uomo che comunque può vedere e scegliere sempre il possibile “meglio”?), e bisogna guardarsi da loro. La natura è buona? Forse. Non è dimostrabile. Uccelli, corvi, e immigrati clandestini. Stragi, Torri Gemelle. I mici aspettano, sensibili. E non capiscono le persone inumane. Rabbia e passione. Le cicale sono sconce. Il mondo presenta bagni di sangue. Paesaggi indomiti e duri (la Maremma è centrale). ‘‘Ordinario furore” delle domande (a Dio?). Aggrapparsi al centro del desiderio. Dove si può andare? C’è una chiave per volare? Si vive nel teatro del malcontento. E all’improvviso il Covid che costringe a stare insieme (non bene) in casa: e i morti sono gratis. Stranezze sì, ma umanità, prego. Ascoltare De André. I controlli di polizia. Essere sposa “del proprio niente”. L’inconscio imperversa. Difficile rivelare segreti. I corpi si espongono e subiscono. Bisogna dare nome al dolore, “ai profughi alla porta”. Un nome alla vita. Attenti, c’è sempre un invasore. Scendere dal cloud, incontrare il corpo, e le città nel mondo, ma non su Facebook. Le radio spiegano, raccontano. Ballare il valzer. Ricordare i lager. “Basta, guerriero”, riposati. Festival del corpo. E viene la Parola: rivela qualcosa? Eden e redenzione, chi sa?. E amore, fatto di parole, da inseguire. Rammentare Firenze, Vasari, Stendhal, Schubert. Andare in orbita, e poi un “diverso amplesso”. Parole pesanti, parole di amanti. Ci vuole lungimiranza. Melodia per una gatta. Alla fine del lungo cammino c’è l’Oroboro, si può rinascere? Dunque, “ascoltare la parola innamorata”. 8 Una scrittura coraggiosa. Multicolore e multistupore. Rime baciate, assonanze continue, selezione delle parole che incantano o distolgono. Un’attesa non sillabata, ma auspicata. Una felicità composta, leggera, nascosta. Appare anche la malinconia, e la solitudine, e la follia umana che insegue i valori e perde la strada. Un’ammonizione per un futuro migliore. Qualcuno ascolterà, forse, la “parola innamorata”.
Renzia D’Incà è nata a Belluno e vive a Pisa dove si è laureata. Giornalista dal 1985 ha collaborato con quotidiani e riviste nazionali e come critico teatrale per Hystrio, Rocca, Rumor(s)cena, Articolo21. È consulente in Teatro e Comunicazione per enti pubblici e privati. Ha condotto ricerche universitarie per la rivista Ariel e svolto tutoraggio di Master universitario di Teatro e comunicazione teatrale per l’Università di Pisa. Ha pubblicato in poesia Anabasi (Shakespeare & Company- Bologna, 1995) con prefazione di Ugo Ronfani, L’altro sguardo (Baroni-Viareggio, 1998) con prefazione di Dino Carlesi, Camera ottica (ivi, 2002) con prefazione di Mariella Bettarini, Il Basilisco (Edizioni del Leone - Castelfranco Veneto, 2006) con postfazione di Luigi Blasucci, L’Assenza (Manni-Lecce, 2010) con prefazione di Concetta D’Angeli, Bambina con draghi (LCE-Castelfranco Veneto, 2013) con prefazione di Paolo Ruffilli. È inserita nella rivista Italian Poetry della Columbia University. Come saggista teatrale ha pubblicato il volume collettaneo Il teatro del cielo (Premio Fabbri 1997), Il gioco del sintomo (Pacini-Fazzi, Lucca, 2002) su un’esperienza di teatro e disagio mentale, La città del teatro e dell’immaginario contemporaneo (Titivillus Corazzano, 2009), Il Teatro del dolore (ivi, 2012). Come autrice teatrale sono stati rappresentati Ars amandi-ingannate chi vi inganna (regia di Alessandro Garzella), e Passio Mariae (regia di Paola Marcone) con video di Giacomo Verde.
I Quaderni del Bardo
FUOCHI , Collana diretta da Ottavio Rossani
In copertina: Ottavio Rossani
Rifrangenza, 2010, acrilico su tela, cm. 50x40
Info link nella sezione blog del sito della casa editrice
https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/
lunedì 6 gennaio 2025
L'incidente in bicicletta di Joyce Carol Oates (Il Saggiatore)
domenica 5 gennaio 2025
L'Occidente e il nemico permanente di Elena Basile (PaperFirst)
Sono passati due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina, che continua a seminare lutti e disperazione. Un nuovo conflitto è sorto in Medio Oriente, come conseguenza della mancata soluzione alla questione palestinese che si trascina da più di un secolo. Le due crisi presentano il rischio di trasformarsi in guerre globali e nucleari, e i loro resoconti mediatici si basano sulla stessa narrativa dominante, sebbene gli scacchieri internazionali siano molto diversi: prevale un approccio di stampo etico e religioso, lo scontro tra il bene e il male, rispetto a un’analisi razionale e storica. Come mai? Non è una coincidenza. L’autrice illustra come i giochi strategici globali siano frutto di una visione patologica del mondo dell’Occidente che, braccato dal declino che esso stesso ha creato, porta avanti disegni imperialistici ed espansionistici, focalizzandosi sulla supremazia militare e relegando in un angolo diplomazia e mediazione: si allontana così l’idea di un Occidente sano, possibile protagonista del nuovo riformismo, e si alimenta il bisogno di un nemico permanente, che è ormai dato per scontato dai governanti occidentali. Prefazione di Luciano Canfora. Postfazione di Alberto Bradanini