L'odio è la malattia sociale del nostro tempo, stravolge coscienze e
rapporti umani, si impadronisce delle nostre parole, è il grande
incubatore della violenza. Il nuovo libro di Walter Veltroni è un
viaggio nell'universo dell'odio che parte da un passato a cui dobbiamo
impedire di ritornare (il ventennio fascista, gli anni di piombo) per
approdare a un difficile presente segnato da una decrescita tutt'altro
che felice, dalla mancanza di prospettive per i giovani in un Paese di
vecchi, dalla paura di un futuro in cui a lavorare saranno le macchine e
ad accumulare profitti i giganti tecnologico-finanziari. È questo il
terreno di coltura di un odio alimentato e amplificato dai social, in
cui le parole diventano pietre per colpire, non solo metaforicamente,
chi è diverso per etnia, per religione, per inclinazioni sessuali, per
opinioni politiche, chi è debole, chi appare come una minaccia o come un
capro espiatorio. L'odio sembra una valvola di sfogo, ma in verità ci
rende schiavi, ci impedisce di comprendere la realtà, ci fa sentire più
soli e infelici. E fa vacillare la democrazia. A chi semina odio e paura
bisogna rispondere con il linguaggio della ragione e della speranza.
"Se noi che odiamo l'odio troveremo le parole giuste, allora la libertà
avrà un futuro. E nel futuro ci sarà libertà."
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