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La magia del ritorno. Sulle tracce del «Mago di Oz» di Frank Baum di Carla Stroppa (Moretti & Vitali)

 La fiaba di Baum, il “Mago di Oz”, contrariamente all’intenzione dell’autore di offrire ai lettori – bambini e adolescenti – un’opera solo “per meravigliare e divertire”, viene affrontata con un approccio fuori dal coro. Con una scrittura raffinata, di soglia fra letteratura e psicoanalisi, l’autrice accompagna il lettore e lo guida ad acquisire progressivamente la capacità di superare il linguaggio letterale per approdare a quello simbolico. Così quello che neanche Baum immaginava viene a galla e, man mano che l’autrice si addentra nella trama, emergono tematiche di notevole interesse per la psicologia del profondo e per la vita in generale. In modo avvincente, senza giudizio e senza ricorrere a concetti psicopatologici, la lettura di questo racconto ci accompagna, attraverso un processo magico e non razionale, nel viaggio di ritorno all’integrità del Sé dopo la frammentazione psichica indotta dal trauma della solitudine. Il viaggio di ritorno è simile alla magia dell’inconscio che si esprime attraverso avvincenti metafore, basate sulle illusioni dell’anima e su proiezioni che non sono da superare, ma da comprendere nel loro significato psicologico. Infatti i personaggi non rinunciano alla loro illusione, neanche di fronte all’evidenza, realizzando il loro desiderio con la mediazione del mago che, per certi versi, diviene una figura del Doppio d’Ombra dell’analista. “Ritornare a casa” (a se stessi) è primariamente un processo magico che va oltre la consapevolezza, la quale sopraggiunge solo in seconda istanza e solo se la coscienza si allontana abbastanza dalla sua storia reale, entrando nella surrealtà dell’immaginazione simbolica. L’autrice accosta il racconto con empatia, lontana da schematismi, ma giocando con l’intuizione in una sorta di visionarietà surreale che la porta a passare da un livello all’altro di ideazione e di linguaggio. Il libro, di agevole lettura, interessa un vasto pubblico: da psicologi e psicoanalisti, a educatori e amanti della letteratura di qualità.





Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks di Stefania Maurizi (Chiarelettere)

La storia di un'incredibile congiura nel racconto della giornalista che ha pubblicato i principali scoop dai documenti segreti di WikiLeaks e con le sue inchieste sul caso sta contribuendo in maniera decisiva alla battaglia per salvare Julian Assange e i suoi giornalisti.

«Questo è un libro che dovrebbe farvi arrabbiare moltissimo. Se crediamo di vivere in una democrazia, dovremmo leggere questo libro. Se ci sta a cuore la verità e una politica onesta, dovremmo leggere questo libro» – dalla prefazione di Ken Loach

«"Il potere segreto" è veramente un libro straordinario, risultato di anni di lavoro su una vicenda che tutti hanno abbandonato ma che invece ha molto da raccontarci: il caso Julian Assange» – Riccardo Iacona, giornalista e conduttore di Presadiretta

Nella cella di una delle più famigerate prigioni di massima sicurezza del Regno Unito, un uomo lotta contro alcune delle più potenti istituzioni della Terra che da oltre un decennio lo vogliono distruggere. Non è un criminale, è un giornalista. Si chiama Julian Assange e ha fondato WikiLeaks, un'organizzazione che ha profondamente cambiato il modo di fare informazione nel XXI secolo, sfruttando le risorse della rete e violando in maniera sistematica il segreto di Stato quando questo viene usato non per proteggere la sicurezza e l'incolumità dei cittadini ma per nascondere crimini e garantire l'impunità ai potenti. Non poteva farla franca, doveva essere punito e soprattutto andava fermato. Infatti da oltre dieci anni vive prigioniero, prima ai domiciliari, poi nella stanza di un'ambasciata, infine in galera. È possibile che a un certo punto venga liberato, oppure rimarrà in prigione in attesa di una sentenza di estradizione negli Stati Uniti e poi finirà sepolto per sempre in un carcere americano. Con lui rischiano tutti i giornalisti della sua organizzazione. L'obiettivo è distruggerli e farlo in modo plateale. Stefania Maurizi è l'unica giornalista che ha lavorato fin dall'inizio, per il suo giornale, su tutti i documenti segreti di WikiLeaks, a stretto contatto con Julian Assange, incontrandolo molte volte. Ha contribuito in maniera decisiva alla ricerca della verità, citando in giudizio quattro governi – gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Svezia e l'Australia – per accedere ai documenti del caso. Gli abusi e le irregolarità emersi da questo lavoro d'inchiesta sono entrati nella battaglia legale tuttora in corso per la liberazione del fondatore di WikiLeaks. In queste pagine ripercorre tutta la vicenda, con documenti inediti, una narrazione incalzante e sempre puntuale. La storia di una vendetta silenziosa ma feroce. Un libro cruciale su un caso decisivo del nostro tempo.


Sulla qualità. Scritti scelti e inediti di Robert M. Pirsig (Einaudi)

Una lettura obbligata per chi ama Pirsig e la perfetta introduzione per chi ancora non lo conosce.


In "Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta", il protagonista-narratore si chiedeva: «qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa?». E varrà la pena ricordare la sua risposta: «Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore». A quel pensiero sarebbero seguite altre domande e altre risposte, che avrebbero trasformato quella grande avventura on the road in un libro-simbolo, un «itinerario della mente» in cui si sarebbe riconosciuto, e ancora oggi si riconosce, un numero altissimo di lettori. Questa antologia, che per la prima volta raduna lettere, conferenze, saggi, aforismi, appunti personali, coprendo un arco temporale di quasi cinquant’anni, illustra con chiarezza e incisività il tema centrale dell’opera di Pirsig e l’evoluzione del suo pensiero, dai sommessi esordi sino alla formulazione di una vera e propria Metafisica della Qualità. Ma che cos’è la Qualità? Ognuno di noi sa che esiste, e istintivamente sappiamo riconoscerla, eppure non riusciamo a definirla. Questo perché, secondo Pirsig, la Qualità non è una «cosa» ma un «evento». Per avvicinarsi a comprendere di quale evento si tratti, non resta che leggere questo piccolo libro – taccuino privato di una vita trascorsa in un’incessante riflessione filosofica.



Johnny Guitar di Nicholas Ray di Piero Spila (Gremese)

Amato, studiato e omaggiato da registi di culto come Truffaut, Wenders, Almodóvar e Scorsese, Johnny Guitar è un film che per fortuna sfugge al culto dei musei, non invecchia e a più di settant’anni dalla prima visione sa ancora parlare al pubblico contemporaneo con temi sempre all’ordine del giorno (l’intolleranza, il culto della sopraffazione, la democrazia messa a rischio). Un western misterioso e stravagante, ma anche liberatorio, anarchico, votato all’utopia, segnato dai veleni del contesto politico in cui prendeva forma (la guerra fredda, il maccartismo) ma soprattutto dalla feroce determinazione della protagonista, Vienna (Joan Crawford), che non cessa di evocare la sua voglia di futuro malgrado sia odiata, perseguitata e messa ai margini. Un destino, il suo, che assomiglia in parte a quello del regista del film, Nicholas Ray, sempre incapace di trovare un accordo con i produttori e di conseguenza destinato a perdere la partita col diavolo (il successo, il denaro) ancora prima di giocarla. Johnny Guitar è un western che ha poco a che fare con le regole del genere ma con dentro, vivissima, la fiamma della magia del cinema.



martedì 28 maggio 2024

Desideria. Atto primo di Carlo Capotondo (Altromondo Editore di qu.bi Me)

 Desideria, giovane antagonista per eccellenza e incapace di fronteggiare la società, proietta in Paolo le proprie paure e il proprio amore allo stesso tempo, coinvolgendolo in un turbinio di follia distruttiva che diventerà qualcosa di inaspettato per l'uomo. Un filo rosso guida i due protagonisti attraverso le storie di altri personaggi reali che, alla ricerca della materializzazione delle loro anime, diventano voci fuori dal coro vivendo il surreale delle proprie vite come mai credevano di poter riuscire.




lunedì 20 maggio 2024

L'estate in cui imparai ad amare di Fabio Suraci (Tomolo Edizioni)

 «…Vedi, ci potranno essere dei momenti intensi con Lily, perché lei è fatta così e quando fa qualcosa… beh, diciamo che la rende sempre speciale. Per cui preparati a situazioni bizzarre, ma anche a momenti unici che ti lasceranno senza fiato. E, soprattutto, preparati a non farti condizionare da questi momenti.»


Pas de Sicile. Ritorno a Candora di Domenico Cacopardo Crovini (Ianieri)

 Incaricato dal Comune di Candora (immaginario, evocativo del candore), Domenico Palardo, magistrato in pensione, deve coordinare il volume celebrativo dei 100 anni della costituzione del Comune stesso e scrivere il saggio di apertura dedicato al personaggio che ha creato lo sviluppo del paese con le aziende da lui fondate. Ma la storia di Siro Sieroni, il personaggio, cela qualche segreto che le figlie cercano di rendere impenetrabile. Indagando e scavando in paese, interpellando il figlio nato da una relazione del Sieroni, Palardo viene a conoscenza dei segreti accuratamente sepolti nella famiglia di questa personalità. Minacce, danneggiamenti e un delitto sono la cornice di questa indagine del tutto privata e del tutto legittima. Nata per elogiare la memoria di Siro Sieroni, si conclude appunto con un omicidio, il cui autore viene alla fine scoperto per l’intuito del dottor Palardo.




Berlino Est, 1989. I ricordi di una giovane libraia. Con Segnalibro di Enrico Casartelli (Jolly Roger)

 La ventunenne Isabel Ziegler si trova a gestire da sola la libreria della madre fuggita un anno prima da Berlino Est per tornare a Londra, sua città natale. In seguito anche il padre, giornalista, è costretto a lasciare la Cortina di Ferro per non subire ritorsioni. Per fortuna la giovane Isabel è circondata dall’affetto del gemello Gabriel e dello zio Karl. Nella sua vita irrompe con violenza Gert Bürk, un amico d’infanzia del padre, che ora però nutre una profonda invidia nei confronti della famiglia Ziegler. L’uomo conduce una vita alquanto appartata e finalizzata a un unico scopo: entrare nella Stasi. Per questo motivo e, convinto che i due gemelli stiano pianificando una fuga all’Ovest, fa di tutto per trovarne le prove e portarle al ministero della sicurezza della Ddr. Il racconto si svolge nei mesi del 1989 fino al crollo del muro di Berlino, e riflette una cultura e una quotidianità traumatizzate dall’allora dittatura. Emerge quindi un autoritarismo governativo tentacolare e invadente nelle relazioni, anche intime, fra i tedeschi dell’est costretti ad affrontare uno stato di oppressione successivo al nazismo e basato sulla medesima modalità di rigoroso annientamento...




venerdì 17 maggio 2024

Otto e quindici di Leonardo Dragoni (256 Edizioni)

Una partita di biliardo in una bisca romana mal frequentata.Augusto detto “Frontone” sfida il Calabrese, pezzo grosso della criminalità locale. Un insieme di spettatori d’eccezione partecipano emotivamente al duello. In ballo c’è più di quanto i due contendenti possano permettersi di perdere.Un racconto di quartiere, di gioventù bruciate e luoghi malfamati, un coacervo di storie e di personaggi che si ritrovano tutti al redde rationem attorno a un tavolo verde, metafora di conflitti adolescenziali e di giovani esistenze controverse, in un crescendo di tensione che rischia di sfociare nell’irreparabile.



L'età fragile di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi)

 Presentato da Vittorio Lingiardi nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024.

Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.


Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più.

Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite.

Proposto da Vittorio Lingiardi al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«L’età fragile non è un’età della vita, è la vita stessa. La memoria che non può nascondere il dolore, la solitudine dopo la separazione, la colpa per la sopravvivenza. La vita dura come un sasso che Donatella Di Pietrantonio riesce a levigare con le mani sicure della sua scrittura. "L’età fragile" è la storia di una famiglia sospesa nel segreto del trauma, parole mai dette rinchiuse nel cuore di una montagna d’Abruzzo che è insieme psiche e paesaggio. "L’età fragile" è il romanzo di una madre che non trova respiro, stretta tra la severità del padre e il silenzio della figlia. Un libro che raccontando il dolore lo cura, perché a scriverlo è una donna che conosce il miracolo delle parole e il sangue delle ferite. Per questo è il mio candidato al Premio Strega.»





mercoledì 15 maggio 2024

La foresta del Nord di Daniel Mason (Neri Pozza)

 In questo audace romanzo, il finalista al Premio Pulitzer racconta la trasformazione della natura per mano dell’uomo: da foresta selvaggia, a orto di alberi da frutto, a prato pettinato, passando da catastrofi ambientali, parassiti e deforestazioni che hanno distrutto il patrimonio forestale americano.

«La foresta del Nord è un’opera di pura genialità. Daniel Mason ha portato alla luce, nella storia secolare di una singola casa del New England, una storia universale di perdita e riscatto: il miglior libro che abbia letto negli ultimi anni». - Anthony Marra


New England, XVII secolo. In principio ci sono un uomo e una donna, in fuga dalla Colonia puritana cui appartengono, braccati da uomini con archibugi e sciabole che vorrebbero trascinarli davanti al giudizio della comunità. Si nascondono, si amano cullati nel verde abbraccio della grande foresta del Nord, nuotano nudi nei torrenti, finché il giovane fuggiasco sceglie una pietra bianca e liscia per posarla in una radura in cui sorgerà una casupola in pietra e legno, il nuovo inizio. Non possono sapere, quei giovani amanti, che la casa nata dalla passione illecita e da un selvaggio ottimismo sarà abitata nei quattrocento anni a venire. Da un soldato inglese destinato alla gloria che abbandona i campi di battaglia del Nuovo Mondo per dedicarsi alla coltivazione delle mele. Da due gemelle nubili che insieme affrontano guerra e carestia, invidia e desiderio. Da un cronista di nera che porta alla luce una fossa comune, solo per scoprire che la terra si rifiuta di svelare i propri segreti. Da un pittore innamorato, un sinistro truffatore e, ancora, un puma famelico e uno scarabeo lussurioso. In quattro secoli, i protagonisti di questa grande storia dell’America si confrontano con la meraviglia e il mistero che li circonda, piccole esistenze lineari rispetto al perenne ciclo della Natura che si rigenera, eppure dirompenti al loro passaggio. La foresta del Nord ne porta i segni indelebili, con i boschi maestosi che si tramutano in radure, coltivi, prati pettinati. Tuttavia, all’ombra di quegli alberi antichi, si sente il passo cadenzato del tempo che avanza, al cui paragone ambizioni, trasgressioni, amori, tradimenti, rimpianti umani appaiono di una vanità struggente, insignificanti contro l’immensità.



Itinerari in cerca di senso di Giuseppe Aletti (Aletti Editore)

Nei momenti di crisi l'unica ancora di salvezza è riscoprire quello che abbiamo tralasciato della nostra parte più intima e vera. Giuseppe Aletti prosegue la sua esplorazione sull'essere finiti e a scadenza, mostrando che è possibile riuscire a coltivare chi siamo e le nostre aspettative, anche nel caos dei giorni che si susseguono. I sogni mai curati abbastanza, o messi in uno scatolone che non apriamo più, tra lavoro da svolgere e impegni familiari, tornano sempre a richiedere la nostra attenzione. Gli anni passano, e rischiamo che il sipario si chiuda senza aver tenuto fede alle promesse fatte nella stagione della giovinezza. Un libro vero, senza infingimenti, che tra ricerca e crescita personale è rivolto a tutti quelli che non hanno perso la speranza di rincorrere i propri desideri. Non c'è una età oltre la quale non è più opportuno alimentarli. Tra alti e bassi, impegni privati e professionali, abbiamo l'obbligo di non dimenticare noi stessi. Queste pagine, se proprio devono dire qualcosa, esortano a custodire le nostre aspirazioni più autentiche. L'indagine esistenziale, suddivisa nei dodici archi che racchiudono il cerchio simbolico di un intero anno, ha un appuntamento con il destino allo scoccare del primo agosto, in cui l'autore è vittima di un grave incidente che gli metterà davanti la sua vita, le sue scelte, obbligandolo a riprogrammare la graduatoria delle priorità. E potrà –finalmente– tenere fede a un impegno preso trent'anni prima. Il libro è concepito come un unico concept, un itinerario emotivo composto da tante piccole tappe, ognuna necessaria al viaggio, e non potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta di Itinerari in cerca di senso. “Conta solo ciò che resta”.





lunedì 13 maggio 2024

Utrum e altri racconti di Voce Narrante di Matteo Nerbi (GFE)


In ciascuno dei racconti, predomina sempre l'indagine introspettiva che coinvolge sia protagonisti che le comparse fugaci, tutti lasciando frammenti di vissuto e solitudine, come insieme di suggestioni hopperiane in cui si crogiolano inquieti e rendono a Voce Narrante il segreto dei loro pensieri, consentendogli così di esporne l'autocritica dell'essere uomo, sempre perdente a confronto con l'universo femminile. Ed ognuno dei racconti custodisce un suo segreto. Chi è Ted Connely, protagonista di Utrum, cittadino londinese immerso nella solitudine, assieme al fratello gemello Josch, fobico ed incapace di relazionarsi con il prossimo? Qual è il segreto di Zic, personaggio indefinito, dal nome onomatopeico, che si muove in un suo Fantastico Mondo, in cui non c'è sera tra due mattine? E perché la musica è imprescindibile per lui? Cosa riserverà il destino per Mina, dopo i suoi mattutini Fretta, Moka, Freddo? La genesi del mondo di Zic, le radici delle antropofobie dei gemelli Connely, o il destino di Mina, sono segreti che disvelerà la lettura, portandovi sino alle pagine di Antrum, che rappresentano quella soglia sull'oltre, semplice da varcarsi per ciascuno di noi più di quanto si possa immaginare. E chi avrà curiosità di affacciarsi in quell'oltre, la soglia è lì in quelle pagine.




Confessioni di un'amica di Elizabeth Day (

 «Accettavo di partecipare a cene, giri di shopping, matrimoni, feste di compleanno e baby shower perché temevo che, rifiutando, avrei deluso l’amico o l’amica che mi aveva invitato. Se non l’avessi fatto, sarei stata scomunicata dalla cerchia delle persone socialmente frequentabili. E, una volta rimasta senza amici, avrei dovuto guardare a fondo dentro me stessa, affrontare la solitudine esistenziale di chi non merita di essere amato: una prospettiva terrificante. Per farla breve, ero una friendaholic.»

«Le belle riflessioni di Elizabeth Day sono un invito a essere più indulgenti con sé stessi, a celebrare tutte le cose piccole e imperfette che ci abitano, senza arrendersi mai». - Dolly Alderton

«Il libro perfetto per guidarci in un aspetto della vita – l’amicizia – tanto importante per noi quanto l’amore o la famiglia». - The Observer


Cosa significa essere una buona amica? Non dire mai no agli inviti, accogliere le richieste d’aiuto, anche quando non hai il tempo per pensare a te stessa, ascoltare chi ha bisogno di sfogarsi, anche quando l’argomento ti ferisce. O almeno così crede Elizabeth Day che, a quasi quarant’anni, ha diversi libri di successo alle spalle, una carriera da giornalista ben avviata, un matrimonio, un divorzio. E, naturalmente, tonnellate di amici: una vera friendaholic. Poi arriva la pandemia e, con quella, giornate all’improvviso vuote di impegni e cariche di silenzi e assenze. Momenti in cui Elizabeth scopre di non aver più voglia di parlare con tutti quegli amici, ma solo con quelle poche persone che, a rifletterci ora, l’hanno sempre fatta sentire compresa, amata, vista. Elizabeth è di nuovo costretta a chiedersi: cosa significa, realmente, amicizia? Come può essere una buona amica? Comincia così un viaggio alla ricerca di storie e significati, realtà e falsi miti, testimonianze e parole capaci di spiegare quel legame che chiamiamo «amicizia». Il lessico che la definisce, infatti, tutto teso a raccontare la relazione «regina» del nostro tempo, quella amorosa, è totalmente inadatto a esprimere il nucleo pulsante di energia, affetto, attenzioni, pensieri e cura che unisce fra loro due amiche o amici. Ed è soltanto alla fine di una ricognizione tra aule universitarie e idromassaggi di Las Vegas, hall di grandi alberghi e freddi corridoi d’ospedale, persone di ogni età e cultura, che Elizabeth confesserà a sé stessa una verità ora lampante: amicizia non è stare al centro di una rete affollata di relazioni, ma scegliere coloro che ascoltano, guariscono, aiutano. Amicizia non è avere tutte le risposte, ma qualcuno a cui porre le domande.




domenica 12 maggio 2024

Colorless. Vol. 1 di Kent (Musubi Edizioni)

A causa di forti eruzioni solari, la Terra ha perso i suoi colori e l’intera umanità, vittima di mutazioni genetiche, è in declino. Avida, che indaga sul potere racchiuso nei colori, rischia la vita per proteggere la giovane Chia dal Culto, che brama di impossessarsi dei frammenti di colore rimasti per dominare il mondo



Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia di Michele Ruol (Terrarossa)

 Nella storia di Madre e di Padre ci sono degli avvenimenti che determinano un prima e un dopo. La nascita di Maggiore e poi quella di Minore, ad esempio, o l’incidente che li coinvolge, ma anche episodi apparentemente marginali dirottano le loro esistenze, come le nostre: delle mani che si sfiorano per caso e poi si trattengono appena più del dovuto, o l’apertura casuale di una chat altrui. In questo esordio luminoso e contundente, Michele Ruol ci conduce nell’intimità dei suoi personaggi attraverso le impronte lasciate sugli oggetti della casa in cui abitavano, riuscendo a farci continuamente ricredere sull’idea che ci siamo fatti su ciascuno di loro – e forse anche su quella che abbiamo di noi stessi.




T di Chetna Maroo (Adelphi)

 In questo suo primo romanzo, con mano insospettabilmente sicura, e con uno stile essenziale, preciso, allusivo, la scrittrice angloindiana Chetna Maroo ci apre le porte di un mondo che ci era ignoto – e non è esattamente questa, come ci ha insegnato Kundera, la funzione del romanzo?

«Maroo usa le descrizioni fisiche, dei muscoli, per veicolare uno stato emotivo più profondo e complesso. Ciò che dell'esperienza umana è più indicibile, non si tenta neanche di esprimerlo ma si lascia intravedere nelle movenze del corpo». - Nadeesha Uyangoda, Internazionale


Ha solo undici anni, Gopi, quando muore la madre. Per zia Ranjan lei e le due sorelle maggiori non sono che «selvagge». Così ha detto al padre di Gopi: sottintendendo che non rispettano le regole della comunità indiana a cui appartengono. E aggiungendo che per dargli una mano è pronta a prendersi in casa una di loro. Per il momento, però, il padre pensa che le figlie abbiano bisogno di appassionarsi a qualcosa che le accompagni poi «per tutta la vita» – e decide che sarà lo squash. Non funzionerà per tutte: l’unica che diventerà sempre più brava, e continuerà caparbiamente a cercare di scoprire, fra le quattro pareti del campo (ma non solo), che cosa fare dei suoi sentimenti, della sua vita, delle persone che incontra, e a quali traguardi può aspirare, sarà Gopi. Ed è lei stessa a raccontarci quell’anno di lutto e di rinascita – l’anno in cui sperimenta il dolore e l’assenza, ma anche la tenerezza e la determinazione, i cambiamenti del corpo e le sue potenzialità, le regole e la necessità di trasgredirle – con una voce insieme pacata e audace, sommessa e perentoria.




giovedì 9 maggio 2024

Cucina aperta di Tommaso Melilli (66thand2nd)

 Le cucine dei ristoranti sono rimaste per oltre due secoli un luogo nascosto e inaccessibile, vissuto con intensità dai pochi che ci lavoravano e serenamente ignorato da tutti gli altri. Negli ultimi vent’anni vi è stata una decisa inversione di tendenza: ci siamo appassionati a quello spazio affascinante e curioso, che ci piace osservare sugli schermi in decine di programmi tv o dietro ai vetri delle sempre più numerose cucine a vista. Tommaso Melilli, cuoco e scrittore, ci invita a compiere un passo in più: una cucina non deve soltanto essere a vista, ma anche aperta. Perché la bellezza profonda di questo mestiere risiede nell’incontro quotidiano fra cuochi e camerieri da una parte, e un insieme di sconosciuti affamati dall’altra. Incontro che una cucina aperta può rendere ancora più prezioso e sincero. Questo libro è così il diario intimo e il quaderno di lavoro quotidiano, tra Milano e Parigi, di un giovane chef che alterna racconti di cose cucinate e avventure di persone che mangiano. Fra gusti e disgusti di un’infanzia intransigente, serate che non finiscono mai in bistrot sorprendenti, scoperte di altre culture e altre tradizioni culinarie, Melilli ci restituisce l’atmosfera di un mondo saporito e vitale dove, tra un piatto e l’altro, ogni giorno si incrociano mille storie.




La parte sbagliata di Davide Coppo (Edizioni E/O)

 È un romanzo di formazione sbagliata, un climax non tanto – non solo – di violenza, ma anche di legami che si stringono, altri che si sfilacciano, e soprattutto di costruzione di un’identità. Allo stesso tempo, è una confessione intima, sia tenera che dolorosa, dello spaesamento emotivo con cui ci si trova a fare i conti durante l’adolescenza, e un viaggio nell’attrazione che il male sa sempre esercitare.

«Con una lucidità cristallina e una tenerezza raggelante, La parte sbagliata riesce a raccontare la fascinazione di un ragazzo per la violenza attraverso il filtro dell’incanto adolescenziale: non per odio o ribellismo ma come esito tragico di una timida ricerca di senso». - Vincenzo Latronico

«Leggere questo libro è come rivedersi in uno specchio nuovo: lo stesso riflesso, la stessa adolescenza di tutti, ma leggermente deformato, dove qualcosa è andato storto. Soffermarsi su quel qualcosa è più urgente che mai.» - Internazionale


Cosa spinge un giovane di buona famiglia, senza particolari traumi alle spalle, a scegliere la via dell’estremismo politico? Siamo negli anni Duemila, non nei Settanta: Ettore, il protagonista di La parte sbagliata, lasciata la periferia e arrivato in città per iscriversi in un grande liceo del centro, si ritrova senza punti di riferimento, sperduto, soprattutto umanamente, in un territorio e una comunità in cui non sa ritrovare riferimenti né amicizie. Li troverà presto in un gruppo neofascista, prima per caso, e poi coltivando da sé la propria stessa radicalizzazione, il distacco dalla famiglia e dagli amici, fino a un inevitabile e tragico finale.



Diritto umano alla città in circostanze di conflitto urbano’’ di Sandro Di Gangi (Gruppo Albatros - Il Filo)

Frutto di un biennio di ricerca condotto presso l’Università “La Sapienza” di Roma, il presente saggio ha come oggetto il contributo al riconoscimento e alla protezione del Diritto Umano alla Città in circostanze di conflitto. I casi studio presi in esame riguardano i conflitti nei territori del Caucaso Meridionale e della Regione Balcanica.

 

Sandro Di Gangi dal 2020 si occupa del Progetto di ricerca denominato HRC – CUC Human Right to The City in Circumstances of Urban Conflict. Dal 2021 conduce attività di ricerca nei territori della Bosnia ed Erzegovina, Distretto di Brčko e nel Caucaso Meridionale, Provincia di Shirak in Armenia, Città di Gyumri.
Dal 2001 al 2010 ha condotto attività di ricerca scientifica, nell’ambito della Storia della Pianificazione Coloniale Italiana nell’Africa Orientale. Dopo la Laurea in Architettura (1998), presso l’Università di Palermo, ha conseguito due Master: Geopolitica e Sicurezza Globale (2021) e Protezione Internazionale dei Diritti Umani “Maria Rita Saulle”(2022) presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

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The result of two years of research conducted at “La Sapienza” University of Rome, this essay aims to contribute to the recognition and protection of the Human Right to the City in circumstances of conflict. The case studies examined concern conflicts in the territories of the Southern Caucasus and the Balkan Region.

Since 2020 Sandro Di Gangi has worked on the research Project entitled HRC – CUC Human Right to The City in Circumstances of Urban Conflict. Since 2021 he has been conducting research activities in the territories of Bosnia and Herzegovina, the District of Brčko and in the Southern Caucasus, Province of Shirak in Armenia, City of Gyumri. Between 2001 and 2010 he conducted research in the field of the History of Italian Colonial Planning in East Africa. After graduating with a degree in Architecture (1998), from the University of Palermo, he has earned two Masters degrees: Geopolitics and Global Security (2021) and International Protection of Human Rights “Maria Rita Saulle” (2022) from the University of Rome, “La Sapienza”.




‘PLINIUS’’ di Giuseppe Alfredo Berritto (Gruppo Albatros)

Nelle profondità della storia, tra le pagine del tempo, si nascondono segreti antichi e misteri irrisolti. Giuseppe Alfredo Berritto ci trasporta in un viaggio affascinante attraverso la vita di Plinio il Vecchio, uno degli intellettuali più illustri dell’antica Roma, uomo saggio e coraggioso, la cui sepoltura è avvolta in un enigma millenario. L’autore ci proietta nel vivo della più celebre tragedia che ha scosso quell’epoca: l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e la conseguente devastazione di Ercolano e Pompei, evento a cui si correlano sorprendenti indagini archeologiche, scoperte e teorie. La figura di Plinio emerge non soltanto come quella di uno studioso e un filosofo, ma tratteggia un uomo d’azione che si è immerso nell’epicentro della catastrofe per aiutare la popolazione. Plinio muore come ha vissuto, con la voglia di conoscenza e lo spirito di solidarietà umana, tanto che, in memoria del suo sacrificio, il fenomeno eruttivo viene ribattezzato “Eruzione pliniana”. Plinio viene ricordato per la sua immensa cultura e la sua impavida determinazione, lasciando un importante lascito morale per le generazioni future.

 

Giuseppe Alfredo Berritto nasce a Pompei il 18 marzo 1947. Corsi di studio: Liceo Scientifico “Giovanni da Procida” Salerno; Università: Corso di Laurea in Architettura presso la Facoltà di Architettura “Federico II” di Napoli ove si laurea nell’anno accademico 1972-1973 discutendo la tesi in Composizione Architettonica su progetto: “Museo Archeologico a Pompei”. Si dedica all’attività di libero professionista aprendo uno Studio di Architettura nella città nativa, assumendo numerosi incarichi sia nella Pubblica Amministrazione sia da Privati. Il settore di specifica competenza sono prevalentemente la Progettazione Architettonica e l’Urbanistica. Le esperienze maturate riguardano l’Edilizia residenziale pubblica e privata e Piani urbanistici.
Appassionato di storia, ha già scritto e pubblicato altre opere tra cui: Da Pompei a Pompei; Pompei: il Mito; La Storia Urbana di Pompei. Ha collaborato inoltre al libro: Pompei 1911 Le Corbusier e l’origine della casa. Ha scritto su giornali locali e riviste con articoli a sfondo politico e culturale. Questa è l’ultima opera realizzata che racconta una storia poco conosciuta. La sua principale passione è la ricerca storica, che lo ha portato a narrare fatti inediti, denunciando strumentalizzazioni, alterazioni della verità, a volte scomode, a volte interessanti.




Enigmistica ecologica di Giulia Tedesco (Mondadori Electa)

Dopo avere aiutato Porro il Mago – la sua enorme verruca da naso è leggenda! – a disegnare il proprio mappamondo con gli stati e la fata Zenzero – detta Zen – a ritrovare il senso dell’orientamento tra le meraviglie della Natura, tendi la mano anche a una Yeti dispersa in mare, a Miss Cappa la Cacca, a una sirena ingrigita come i coralli, in cerca del proprio colore perduto, a un saggio centauro preoccupato per la caccia senza quartiere che si svolge nei boschi, a un drago scacciato di casa dalle trivelle e a uno gnomo dallo stomaco sensibile a cui i diserbanti rovinano il sapore dei suoi spaghetti di lacci da scarpe preferiti. 7 percorsi a enigma ricchi di divertimento: riuscirai a trovare la soluzione ai problemi di ogni creatura, scoprendo cosa la tormenta? E a corredo, tanti box della green influencer Sara Giacani (TT e IG green_pills), con piccole, semplici soluzioni da mettere in atto ogni giorno per aiutarci ad aiutare l’ambiente per combattere l’effetto serra, l’inquinamento dei mari e non solo…

 

Giulia Tedesco, Consulente editoriale, autrice e soprattutto enigmistica residente a Torino, lavora da anni in questo ambito collaborando ad activity book come il quaderno Compiti delle vacanze per adulti, e con appuntamenti periodici su testate di fama nazionale come “L’Espresso” e la rinomata “Settimana Enigmistica”. Suoi recenti pubblicazioni, oltre alla nostra Enigmistica gentile ideata e scritta in collaborazione con Mariella Cortés, sono Enigmistica per cervelli curiosi (Editoriale Scienza) e le carte Colpevole e Moon tales, in collaborazione con la disegnatrice Loputyn (StayHop).