La terza indagine di Lazzaro Santandrea, investigatore suo malgrado in un noir che non assomiglia a nessun altro romanzo poliziesco.
«Caro Pinketts, mio caro giovane pazzo amico, quanto sei bravo.» - Fernando Pivano
La bugia è la cosa più personale che esista
nell’essere umano, perché se la costruisce da sé. Chi ruba quelle degli
altri è come se ne rubasse l’anima. Lazzaro Santandrea, eroe immaturo
con molte macchie e qualche paura, ascolta per caso una conversazione in
un bar: una ragazza racconta le stesse identiche storie di Nicky,
bugiarda patologica da tempo sparita dalla circolazione. Lazzaro è
l’unico detective che, anziché cercare la verità, vuole ritrovare la
bugia, per dare a Cesare quel che è di Cesare e a Nicky quel che è di
Nicky. In una Milano allucinata, tra paralitici massacrati, Babbi Natale
armati di revolver e Cappuccetti Rossi in fuga, con l’aiuto di un
taxista psicopatico e di un attore fallito, comincia la ricerca del
tempo perduto (a poker), ascoltando menzogne innaffiate da lacrime,
sangue e diluvi universali. La terza indagine di Lazzaro Santandrea,
investigatore suo malgrado in un noir che non assomiglia a nessun altro
romanzo poliziesco.
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