"Ho viaggiato in territori lontani. Ho tentato
la fuga. E tuttavia sono qui, in riva al lago, in cerca di risposte,"
scrive Kapka Kassabova, che in riva ai laghi di Ocrida e Prespa ha le
sue radici, in un incrocio di confini che separano Grecia, Albania e
Macedonia del Nord. Un centro geografico che è anche un appuntamento, a
lungo disatteso, con le storie della sua famiglia, attraversata dalle
migrazioni e dai rivolgimenti della storia. Più di cent'anni fa partì la
bisnonna lasciando il Regno di Jugoslavia per quello di Bulgaria, la
imitò la nonna quando quegli Stati avevano già cambiato nome, e poi la
madre, verso la Nuova Zelanda, e Kapka di nuovo in Europa. Una
genealogia di sradicati: donne e uomini che ogni volta devono cominciare
da zero in posti dove a stento sanno pronunciare i loro nomi, in cerca
di una pace che può diventare perversamente elusiva. Mentre la storia
dell'Europa centrale incombe alle loro spalle, tormentandoli con i
fantasmi dei conflitti peggiori e la dolcezza delle tradizioni antiche.
Queste pagine, all'esplorazione di un confine dove Oriente e Occidente
si intrecciano mescolando lotte sanguinose e splendidi amori, ci
interrogano su come la geografia e la politica si imprimano nelle
famiglie e nelle nazioni, ponendoci di fronte alle domande più cruciali
sulla sofferenza umana e sulla nostra capacità di cambiamento.
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