Da domani in libreria "Vittoria d'autore". Un saggio di Marco Roncalli, edito da Morcelliana, che oltre a presentare per la prima volta le testimonianze di insospettabili visitatori illustri al capolavoro appena ritornato a Brescia dopo due anni di restauro, ne svela insieme agli enigmi, il ruolo identitario dal Risorgimento ad oggi
“Qualcosa
di sorprendente, ma che non si era ritenuto impossibile. Qualcosa
d’insolito, ma che premiava un’attesa collettiva fiduciosa. Qualcosa di
straordinario, che tuttavia si fondava su molti studi e ricerche
operose. Qualcosa accaduto in una serata estiva, che avrebbe offerto ad
una città un emblema singolare, un simbolo antico con cui
paradossalmente lasciarsi alle spalle l’età moderna ed entrare in quella
contemporanea. Un ingresso vigilato da una dea alata risvegliata da un
sonno di secoli, rappresentazione di vittoria e bellezza, forza e
solennità”. Comincia così “Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata” (pagg. 256 con 50 illustrazioni a colori, euro 20, Morcelliana in collaborazione con Fondazione Brescia Musei), il volume che Marco Roncalli manda in libreria nei giorni del ritorno della statua restaurata e collocata nel rinnovato Capitolium del Parco Archeologico di Brescia Romana.
Si tratta di un saggio originale, accompagnato da una cinquantina di
immagini - molte inedite, storiche o dedicate al capolavoro dopo il
recente restauro - che inizia proprio con la sorprendente scoperta.
Quando “quasi due secoli fa nel cuore antico di Brescia, dove
affioravano i resti di una provincia imperiale ricca di ferro, sull’onda
lunga di una nuova attenzione per le antichità", "veniva alla luce un
tesoro di importanti bronzi fra i quali la celeberrima Vittoria”. Era la
sera del 20 luglio 1826. Da allora la statua divenne meta di
generazioni di viaggiatori colti o curiosi turisti, mentre continuavano a
sovrapporsi ipotesi e interpretazioni - specialmente fra gli archeologi
- sulla sua datazione, la provenienza, il suo significato, le
differenze con le “sorelle” alate e non. Le pagine di Roncalli per la
prima volta richiamano lo stupore di quanti, nel corso del tempo, hanno
sostato realmente davanti a questa stupenda figura femminile avvolta in
una tunica, probabilmente con duemila anni alle spalle. Stupore provato
anche da personaggi famosi, italiani e stranieri, dei quali non si
conosceva l’omaggio a questa Nike bresciana, prodigio di potenza, ma
persino di grazia, a tal punto che si è vista in lei anche una
precedente Venere. Insomma non solo Carducci o D’Annunzio. Troviamo qui una galleria di nomi insospettabili: da Antonio Rosmini a George Sand, da Marie d’Agoult con Franz Liszt a Niccolò Tommaseo, da Théophile Gautier a Prosper Mérimée, da Theodor Mommsen ai fratelli Goncourt, da Henry James a Sigmund Freud, da Jacob Burckhardt ad Anatole France, da Edith Wharton a Rainer Maria Rilke, da Max Picard a Manara Valgimigli,
ecc. Ma troviamo anche i commenti di teste coronate e diplomatici
europei, rivoluzionari e governanti. Il volume, infatti, insieme alla
ricostruzione di questo Grand Tour con destinazione o tappa Brescia
riflette al contempo sull’evoluzione di una città, dove della “Vittoria alata”
ci si è appropriati in più modi. Facendone un mito sin dall’inizio caro
alle istanze risorgimentali. Nella valorizzazione della romanità come
elemento fondante un’identità nazionale in più contesti e già alla
vigilia dell’unità del Paese. Indicandola come simbolo centrale nel
repertorio patriottico nei periodi bellico. Sino a talune distorsioni
nella retorica della propaganda del Ventennio, ed oltre. Insieme a
quello letteraria un approccio storico, prendendo atto del resistere del
ruolo identitario di una statua unica- da molti associata per la sua
importanza ai Bronzi di Riace - la cui grazia enigmatica va oltre quella
classica dei gesti, dei drappeggi: la Vittoria come una "donna divina"
tornata a vivere dal buio, tornata a vincere e volare, a volare e a
vincere.
Marco Roncalli, Vittoria d’autore. Gli scrittori e la dea alata, pagg. 256 con 50 llustrazioni a colori, euro 20, Morcelliana.
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