I falsi percorrono la storia come un filo rosso, a volte impalpabile, a
volte capace di modificare il corso degli eventi. Solo a distanza di
anni, se e quando vengono svelati, rivelano la loro efficacia: così la
Donazione di Costantino per la storia della Chiesa o i Protocolli dei
savi anziani di Sion nel diffondere l'antisemitismo. Si falsificano atti
diplomatici, lettere, testamenti, documenti storici, ma anche le
antiche epigrafi, e non solo per denaro. Anche la letteratura e
l'erudizione vengono coinvolte, come nel caso dei falsi ottocenteschi
della poesia ceco-medievale. La falsificazione abbonda nell'arte: una
legione di imbroglioni pratica una lucrosa professione, che fa il paio
con quella dei falsari di merci e di monete. Dietro i falsi ci sono
appunto i falsari, ora nascosti nell'ombra, ora proiettati verso una
fama spesso ambiguamente ammirata, come nei casi di Annio da Viterbo,
che riscrive una falsa storia antica o di George Psalmanazar che offre
agli inglesi una Formosa inesistente. Sono solo alcuni dei capifila di
un esercito che, con alterna fortuna, ha conquistato la nostra civiltà
fin dai tempi antichi.
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