Viviamo in un "tempo di catastrofi " che il progresso tecnologico non
sembra più in grado di contrastare. Ma le recenti crisi ecologiche (da
Chernobyl al "morbo della mucca pazza") non sono forse legate ad altri
eventi che hanno segnato per sempre il destino dell'umanità - come i
genocidi seguiti alla conquista dell'America o la Shoah? Il libro
risponde a questa domanda, attraverso una lettura originale dell'opera
di Claude Lévi-Strauss. Tracciando un ritratto inedito dell'antropologo
francese, Salvatore D'Onofrio mostra come le idee di questo
intellettuale ribelle e non consensuale forniscano le chiavi per pensare
sia l'avvento della catastrofe sia la possibilità di uscirne. Vero e
proprio manifesto antropo-ecologico, questo libro si propone di
considerare l'urgenza di un nuovo rapporto degli uomini con la natura,
quindi tra di loro. Questo è ciò che Lévi-Strauss aveva imparato dagli
amerindiani del Brasile e di cui l'umanità ha grande bisogno.
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