IL LIBRO - Può una
vita essere raccontata attraverso i differenti piani di lettura di un’opera pittorica? È quanto accade ad Andrea, il protagonista, che si trova ad
attraversare cinque momenti dell’esistenza, dalla giovinezza sino alla
vecchiaia, seguendo il filo conduttore ispirato da un quadro futurista che il
padre gli aveva lasciato in casa prima di separarsi. In questo viaggio, che
segue uno sviluppo non tanto diacronico quanto piuttosto per immagini, Andrea
si confronta con l’amore, con la storia dolorosa della propria famiglia e quella
dei genitori e, più tardi, con il senso di essere padre. Attraverso la luce, le
linee, il tempo, il colore e l’idea del dipinto Andrea arriva a tracciare il
bilancio finale e a ricomporre le ansie che lo hanno accompagnato.
COME COMINCIA - La
linea scura è netta, ma così vicina da confondersi agli occhi di Andrea. Separa
il vuoto dal vuoto, lascia intuire contorni sfumati e si annulla nel breve
orizzonte che tende a celare. È una sbarra nera di sezione circolare, lunga un
paio di metri, semplice e senza decori. L’artigiano che l’ha forgiata, battendo
la lega incandescente per eliminare le scorie, ne ha realizzata una lunga
serie, ripetendo il prototipo con incorruttibile precisione. Oggi quegli
esemplari sono in fila davanti ad Andrea come scolari impettiti in posa per la
foto di classe. Qualche sbarra manca, riposa nei sotterranei della cattedrale o
nelle cantine del convento, forgiata per scorta e poi dimenticata. Persa negli
abissi del tempo, che come scolpisce sgretola, come conserva corrode, come esibisce
nasconde. È dunque per caso che alcune di queste aste hanno oggi l’onore di un
ruolo, mentre altre sono abbandonate al più esclusivo privilegio dell’oblio. “Andrea
si alza, posa la lettera sul cuscino e si avvicina alla finestra. Gli manca il
fiato. È come se suo padre fosse lì a fianco, ma lui non riesce ancora a
decifrare questa presenza. Chiude gli occhi e inspira in profondità l’aria
fredda della sera. Poi, lasciando la finestra aperta, va a sedersi sul letto e
riprende in mano i fogli”.
L'AUTORE - Filippo
Danovi (Milano, 1968) è avvocato e professore ordinario di Diritto processuale
civile nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Autore di alcune
monografie, tra le quali La pregiudizialità nell’arbitrato rituale, (1999), La
prova contraria (2004), Il processo di separazione e divorzio (2015), e oltre
un centinaio di saggi di Diritto processuale civile. La vita dipinta è il suo
primo romanzo.
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