In ogni pagina di questa raccolta vediamo trasformarsi in impegno
pubblico la straordinaria qualità intellettuale di uno dei più grandi
storici del secondo Novecento.
«In un’era di crescente
anti-intellettualismo, i saggi di Judt ci ricordano che cosa guadagniamo
quando manteniamo standard etici e intellettuali alti, e che cosa
perdiamo quando li lasciamo scivolare via.» - Mark Mazower, “Financial Times”
«Questa
raccolta ci ricorda la prosa e la mente chiara di Judt e, come scrive
Homans nella sua toccante introduzione, la sua fedeltà ai fatti e
all’onesta valutazione delle cose. Non c’è da meravigliarsi che questo
libro rimanga così rilevante.» - Samuel Moyn, “The New York Times Book Review”
In un’epoca che ha visto la progressiva erosione del giornalismo basato
sui fatti e ha risentito la mancanza di intellettuali pubblici
indipendenti, Tony Judt ha svolto un ruolo raro e prezioso, mettendo
insieme storia e attualità, Europa e America, e raccontando il mondo
com’era un tempo e com’è oggi. In Quando i fatti (ci) cambiano, la
storica Jennifer Homans, vedova di Tony Judt, ha raccolto gli articoli
più importanti scritti dal marito durante gli ultimi quindici anni della
sua vita. La sua voce nella sfera pubblica amplifica le sue ricerche
storiche: l’idea e la realtà dell’Europa; Israele, l’Olocausto e gli
ebrei; la superpotenza americana e il mondo dopo l’11 settembre;
l’inclusione e la giustizia sociale nel nostro tempo di crescenti
disuguaglianze. Judt era convinto che il suo vero compito non fosse dire
ciò che qualcosa non è bensì ciò che è: raccontare una storia
convincente e ben scritta sulla base dei dati disponibili e farlo
tenendo presente ciò che è giusto. Per Judt questo non era solo il suo
dovere di storico, ma una responsabilità morale. Quando i fatti (ci)
cambiano è una testimonianza della sua eredità.
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