"'La montagna incantata' è un fedele, complesso, esauriente ritratto
della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua
incantata fusione di prosa e poesia, di vastità scientifica e di arte
raffinata, è il libro, forse, più grandioso che sia stato scritto nella
prima metà del secolo." Con queste parole, un entusiasta Ervino Pocar
concludeva l'introduzione all'edizione della "Montagna incantata" da lui
tradotta nel 1965 che da allora ha fatto conoscere e apprezzare ai
lettori italiani questo Bildungsroman straordinariamente complesso
ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos. Quando
il protagonista, il giovane Hans Castorp, vi arriva, è il tipico
tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese. A contatto
con il microcosmo del sanatorio il suo carattere subisce un'evoluzione e
un incremento: passa attraverso la malattia l'amore, il razionalismo e
la gioia di vivere, il pessimismo irrazionale, senza che nessuna di
queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti,
Castorp trova il proprio equilibrio. In questo mondo dove il tempo si
dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e
anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può
liberamente crescere. Paradossalmente (l'umorismo di Mann),dopo essere
stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi
nell'inutile strage della "grande" guerra. Prefazione di Giorgio
Montefoschi.
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