Il libro di Michal Rusinek “Nulla
di ordinario su Wislawa Szymborska” (Adelphi Edizioni) è una memorabile e
privilegiata visita alla spontanea ed affabile dimora della poesia, luogo
devoto dell'ispirazione e placida permanenza dello stupore e dell'immensità,
nell'inattesa meraviglia di ogni
appuntamento persuasivo con la vita. La vita di Wislawa Szymborska si
intrattiene in un gradevole colloquio seguendo lo sguardo unico sui suoi versi,
ospiti graditi che infondono viva fiducia e compiuta ammirazione. Michal
Rusinek, il suo giovane segretario, insegue testimonianze e fedeltà per più di
quindici anni accanto ad una fascinazione privata e muove ogni particolare
curioso ed inedito, confermando la singolarità degna di memoria che nutre la
biografia della poetessa. Le parole, parole di poesia, ripercorrono attraverso
l'intensa partecipazione affettiva il contenuto di un'incondizionato amore per
il talento, per la capacità intellettuale non comune e rincorrono la vivace
tradizione di irresistibili esperienze letterarie, sensibilizzano il desiderio
di fermare nel non luogo della scrittura lo “smisurato teatro” dell'esistenza.
La luminosa gioia della storia narrata aggira e cattura la sorgente avventurosa
dell'animo umano, riconosce lo sguardo felice e carezzevole che si sofferma
sugli aneddoti spiritosi e stravaganti legati alla poetessa, sulle sue
provvisorie abitudini di traslocare, sulle sue amabili qualità nel cucinare,
sulla squisita disponibilità alle cene e alle lotterie, sulla passione per i
collage artistici. Le gradite atmosfere della vita quotidiana cedono alla
fantasia delle immagini, alla voluta segretezza della complicità, nelle
conversazioni e nei comuni interessi, nei suggerimenti letterari e nelle
dichiarate risate che hanno caratterizzato il legame distintivo tra Michal
Rusinek e Wislawa Szymborska. Leggere Wislawa Szymborska è una scelta e
un'opportunità elegante a mantenere il dubbio”stupefacente” per la grande
compiacenza del mondo, per proteggere la propria affinità, assecondare la
propria esclusività, adottare in ogni intonazione un modo di essere e di
comportarsi. La dilatata imponenza del suo linguaggio, convince il rispettoso
gioco delle parole con acuta ed ironica filosofia e respira nella struggente
inevitabilità la profondità dell'intero ventre della poesia. L'immutato elogio
della poetessa da parte di Michal Rusinek descrive un'eccentrica nostalgia dei
luoghi e delle persone che accoglie l'ombra di un passato non perduto ma che
esibisce la veloce, inafferrabile ostinazione della volontà a ritirarsi
nell'inconfondibile senso dell'umorismo. La poetessa assorbe l'aspetto
meditativo con la leggerezza raffinata, è delicatamente distante da tutto e
dove “ogni parola ha un peso non c'è più nulla di ordinario e normale”.
L'amicizia che ha convinto il segretario a seguirla fino alla fine ha lo stesso
bisogno di solitudine che imponeva la poetessa nel momento in cui nascevano le
sue poesie, per rendere universale il rituale attrattivo di ogni riservata
confidenza.
Nessun commento:
Posta un commento