Mostrare tutto. Nascondere tutto. Custodire per sempre.
«Il
romanzo russo più importante del 2017. Un libro estremamente personale
in cui l'interpretazione del passato si rivela parte di una trama altra,
più politica: come possiamo venire a patti con noi stessi nel presente» – GQ
«È
l'invito ad accompagnare Marija Stepanova nel suo viaggio attraverso la
landa dei morti per tornare poi al presente. Niente di meno e niente di
più» – Süddeutsche Zeitung
«Marija Stepanova ha trasformato i morti nei suoi coautori. Il risultato è un libro sconosciuto finora in Russia» – Novaja Gazeta
La
morte di una zia, un viaggio nel paese d'origine al limitare della
steppa russa, miriadi di oggetti, fotografie e cartoline che si
trasformano in grimaldelli per aprire lo scrigno della memoria
famigliare e personale: storie d'amore, diari di viaggio, riflessioni
sulla fotografia e sul dolore si fondono in una voce unica e ammaliante
che ripercorre vicende umanissime ai margini della grande Storia. Al
centro di tutto c'è una famiglia di medici, architetti, bibliotecari,
commercialisti e ingegneri che hanno cercato di condurre un'esistenza
tranquilla, per nulla spettacolare, e che pur vittime di violenze e
persecuzioni sono riusciti a sopravvivere agli orrori del XX secolo.
Com'è stato possibile? Per rispondere a questa domanda Marija Stepanova
ha attinto a una biblioteca perduta e ritrovata di ricordi e li ha messi
in dialogo con Barthes, Sebald, Sontag, Blok, Proust, con un linguaggio
lirico e lieve che segna un passo avanti nell'evoluzione della forma
narrativa contemporanea.
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