Venti interviste di donne
che ce l’hanno fatta «Vorrei che Gesù Cristo fosse donna, Buddha madre, Allah
sorella. Vorrei che la governance del mondo venisse affidata alle donne»,
Anohni (nata Antony Hegarty), cantante, compositrice, artista transgender.
Venti donne "non
qualunque" si raccontano ne "Le Vittoriose" di Eliana Di Caro,
l'antologia di interviste-ritratto che Il Sole 24 Ore propone alle lettrici e
ai lettori in occasione dell'8 marzo. Venti confessioni in giro per il mondo
che le protagoniste hanno affidato alla penna di Eliana Di Caro. Venti donne
scelte per raccontare le loro storie e i percorsi che ognuna ha compiuto, a
fatica, per conquistare il ruolo che ricopre oggi. La storia di ognuna di loro
è lo specchio della società e del mondo di oggi.
Da Yasmina Reza, autrice
del libro da cui Roman Polański ha tratto "Carnage" a Luciana
Lamorgese, ministra dell’Interno; da Leymah Gbowee, premio Nobel per la pace
2011, a Nemat Shafik, direttrice della London School of Economics. Eliana Di
Caro ha dato voce a venti donne che rappresentano il simbolo di una società
moderna, evoluta, internazionale: protagoniste dell’economia, della politica,
dell’arte, dell’attivismo, della cultura. Un panorama in cui a vincere è un
prossimo futuro in cui non si parlerà più, anche grazie alle intervistate, di
gender.
Nella galleria di
ritratti femminili, autorevoli e internazionali, individuati da Eliana Di Caro
il lettore scoprirà la passione e l’impegno per raggiungere i rispettivi
obiettivi di Anne-Marie Slaughter, la prima donna a ricoprire il ruolo di
Direttore della pianificazione politica per il Dipartimento di Stato degli
Stati Uniti da gennaio 2009 a febbraio 2011 sotto il Segretario di Stato
americano Hillary Clinton; dell’indiana Bina Agarwal, economista dello sviluppo
che fin dall’inizio della sua carriera si è dedicata a trovare percorsi utili a
cambiare le vite delle donne nelle aree rurali povere dell’India e del Sud del
mondo; del Primo ministro norvegese in carica dal 2013 Erna Solberg; e ancora
di Maria Anna Potocka, dal 2010 è direttrice del MOCAK Museum of Contemporary
Art di Cracovia.
Tra "Le
Vittoriose" anche molte attiviste che non si sono arrese e che hanno fatto
della determinazione la chiave di volta del proprio destino:Pinar Selek,
attivista turca e rifugiata politica che, dopo essere stata accusata nel 1998
di complicità con il PKK e torturata, malgrado l’annullamento della condanna e
le quattro assoluzioni è costretta a vivere in esilio dal 2009. Iram Saeed,
giovane donna pakistana vittima nel 1996 di un attacco d’acido per aver
rifiutato una proposta di matrimonio, violenza che le ha causato la perdita di
un occhio e costretta a sottoporsi a 25 operazioni. Taty Almeida, una delle
Madri di Plaza de Mayo che, dopo il rapimento e la scomparsa del figlio
ventenne nel 1975, ha iniziato il suo viaggio di militanza per i diritti umani.
Carla Cohn, ebrea tedesca sopravvissuta alla Shoa, ad Auschwitz e Mauthausen. Non
solo politiche, economiste o militanti, ma anche letterate, filosofe,
scrittrici, sociologhe e una cantante transgender. Donne ‘vittoriose’ che con
le loro storie, come spiega l’autrice nell’introduzione del libro,
rappresentano “un incoraggiamento, un messaggio di ottimismo, la dimostrazione
che non si è inesorabilmente destinate alla subalternità”.
L’autrice
Eliana Di Caro, nata a
Matera, è giornalista al Sole 24 Ore dal 2000: dopo aver lavorato al mensile
“Ventiquattro” e alla redazione Esteri del quotidiano, dal 2012 è al
supplemento della Cultura “Domenica”, nel ruolo di vice caposervizio e
curatrice delle sezioni di Storia, Economia e Luoghi e persone. E’ tra le
autrici di Donne della Repubblica (il Mulino, 2016), Basilicata d’autore
(Manni, 2017), Donne nel ‘68 (il Mulino, 2018). Il suo ultimo libro è Andare
per Matera e la Basilicata (il Mulino, 2019). Scrive, oltre che della sua
terra, dei temi legati alle donne, dei loro diritti e dell’emancipazione
femminile.
Edizioni: Il Sole 24 Ore
Pagine: 148
In libreria dall’8 marzo
2020
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