Un viaggio mirabolante, che attraverserà secoli e terre, e in cui
antiche leggende e miti acquistano un nuovo significato in un mondo come
il nostro, dove la guerra tra profitto e Natura sembra ormai non
lasciare più vie di scampo al di là dei mari.
«Un
avvincente romanzo del nostro tempo, costruito attorno ai due argomenti
più dibattuti del mondo contemporaneo: il cambiamento climatico e le
migrazioni» – Rumaan Alam, The Washington Post
«Questo
è sì un romanzo (intriso peraltro di una felicissima vena narrativa,
per ampi tratti perfino avventurosa), ma l’ho percepito al tempo stesso
come un saggio più che mai toccante sull’abbandono della propria terra,
sullo strazio del viaggio senza meta, sul mercimonio della disperazione» – Stefano Massini, Robinson
«Ghosh riesce nell’incredibile impresa di affrontare il cambiamento climatico attraverso un avvincente romanzo d’avventura» – Melanie Finn, The New York Times Book Review
Commerciante di libri rari e oggetti d’antiquariato, Deen Datta vive e
lavora a Brooklyn, ma è nato nel Bengala, terra di marinai e pescatori.
Non c’è stato perciò tempo della sua infanzia in cui le leggende fiorite
nelle mutevoli piane fangose del suo paese, affascinanti storie di
mercanti che scappano al di là del mare per sfuggire a dee terribili e
vendicatrici, non siano state parte del suo mondo fantastico. In uno dei
suoi ritorni a Calcutta, o Kolkata come viene detta oggi, Deen ha la
ventura di incontrare Kanai Dutt, un lontano parente ciarliero e vanesio
che, per sfidarlo sul terreno delle sue conoscenze del folklore
bengali, gli narra la storia di Bonduki Sadagar, che nella lingua
bengali o bangla significa «mercante di fucili». Bonduki Sadagar era,
gli dice, un ricco mercante che aveva fatto infuriare Manasa Devi, la
dea dei serpenti e di ogni altra creatura velenosa, rifiutando di
diventare suo devoto. Tormentato dai serpenti e perseguitato da
alluvioni, carestie, burrasche e altre calamità, era fuggito, trovando
riparo al di là del mare in una terra chiamata Bonduk-dwip, «Isola dei
fucili». Braccato, infine, di nuovo da Manasa Devi, per placare la sua
ira, era stato costretto a far erigere un dhaam, un tempio in suo onore
nelle Sundarban, nelle foreste di mangrovie infestate da tigri e
serpenti. La leggenda del mercante dei fucili resterebbe tale per Deen,
una semplice storia, cioè, da custodire nell’armadio dei ricordi
d’infanzia, se il vanesio Kanai non aggiungesse che sua zia Nilima Bose
ha visto il tempio e sarebbe ben lieta se Deen l’andasse a trovare.
Comincia così, per il commerciante di libri rari di Brooklyn, uno
straordinario viaggio sulle tracce di Bonduki Sadagar che dalle
Sundarban, la frontiera dove il commercio e la natura selvaggia si
guardano negli occhi, il punto esatto in cui viene combattuta la guerra
tra profitto e Natura, lo porterà dall’India a Los Angeles, fino a
Venezia.
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