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venerdì 20 settembre 2024

Questa terra è nostra da sempre. Israele e Palestina di Arturo Marzano (Laterza)

 C’è una guerra reale con migliaia e migliaia di vittime e ce n’è un’altra virtuale, quella che sui social network e nel web vede contrapposti i sostenitori di Israele e quelli pro Palestina. Le fake news abbondano e la storia di questo conflitto è continuamente sottoposta a falsificazioni e strumentalizzazioni. È tempo di un “Fact Checking” che faccia finalmente chiarezza sulla questione.


Tra israeliani e palestinesi chi ha torto e chi ha ragione? Chi sono i ‘buoni’ e chi i ‘cattivi’? Gli israeliani, che ‘da vittime si sono trasformati in carnefici’? O i palestinesi, che ‘non vogliono altro che distruggere Israele’? E quando comincia il conflitto? A fine Ottocento, con la nascita del sionismo, negli anni Venti del Novecento o nel 1948, quando Israele viene attaccato dai paesi arabi ‘con l’obiettivo di annientarlo’, o quando si verifica la ‘pulizia etnica dei palestinesi’? E perché la pace non è mai stata raggiunta? Si tratta di un ‘odio atavico’ che rende questo conflitto ‘insanabile’ oppure è solo questione di tempo e la pace sarà a portata di mano? Questo libro vuole provare a rispondere a tutte queste domande, mettendo in discussione una serie di luoghi comuni, la stragrande maggioranza dei quali del tutto errati. L’obiettivo è presentare la realtà di Israele/Palestina nella sua complessità, con l’ulteriore ambizione di farlo in modo semplice, senza tuttavia cadere nel semplicismo. Solo comprendendo le legittime rivendicazioni delle due parti è possibile orientarsi lungo le tante vicende, spesso violente e dolorose, che costituiscono la storia del conflitto.


giovedì 19 settembre 2024

Per la Rassegna Qui Se Mai Verrai / Il Salento dei Poeti Oggi 19 settembre 2024 presentazione dei volumi Di Venti Varia di Anna Rita Nutricati e Ti seguii per le rotte di Marcello Buttazzo

Per la Rassegna a cura del Fondo Verri di Lecce e con il Patrocinio del Comune di Lecce “Qui Se Mai Verrai / Il Salento dei Poeti” giovedì 19  settembre 2024 ore 19,45 presso l’Ex Conservatorio Sant’Anna a Lecce è prevista la presentazione dei volumi editi da I Quaderni del Bardo Edizioni e in collaborazione anche con Over&Plus Servizi, ovvero “Di Venti Varia” di Anna Rita Nutricati e Ti seguii per le rotte di Marcello Buttazzo.  Interverranno con gli autori l’editore Stefano Donno e con il flauto traverso Ivano Bisanti accompagnerà la lettura dei versi

Ti seguii per le rotte di Marcello Buttazzo – (…) Queste poesie di Marcello spostano ancora più oltre la sua scommessa con la vita, con l’amore, con il senso lirico dell’esistenza. È vero che la Musa, onnipresente nel mondo esistenziale, umano, affettivo dell’autore, porta le vele alla piccola barca del poeta e i remi, i suoi versi possono affidarsi al vento per solcare il mare in tutte le stagioni dell’anno e della vita. L’amore, come un Matisse, danza azzurro col corpo – ricordo della Donna, di una donna, delle donne. Questo credo sia indubitabile, il vero mondo di questo poeta ostinatamente lirico esuberante con una visione oserei dire francescana della natura, della vita, della società e della socievolezza è tale, “condannato” ad esaltare stagioni, stati d’animo, luoghi ameni, ricordi ancestrali e vivi. La Musa è la vita, ma non in contrasto con la morte, ma è la vita che si accende, la vita accesa, nei colori, nei sensi, nei sogni, nel brivido del quotidiano, nella Natura, negli occhi, nel cuore, del poeta. (…) – Roberto Dall’Olio

Già il titolo di quest’ultima pubblicazione di Marcello Buttazzo è una lampante dichiarazione del corpus poiètico che il lettore troverà all’interno del libro. Ché le parole hanno un significato. Quasi sempre ne hanno più d’uno. E quando a metterle una accanto all’altra è il Poeta, allora (se si vuol leggere e capire) bisogna aver cura di entrare nel suo mondo.

 

 

Titolo emblematico, come ho appena notato, ché – tra i diversi significati – quello che ho scelto (auspicando d’aver colto le intenzioni dell’Autore) ritrae perfettamente la personalità di Marcello Buttazzo. Intendo le sue inclinazioni, le sue passioni, i suoi interessi… Non v’è dubbio che il Nostro sia attento al mondo d’intorno, soprattutto a quel che accade agli uomini e alle donne che i margini di quel mondo (per un motivo qualunque) frequentano (o, comunque, gli è dato di vivere), dotato com’è d’una (ormai) rara sensibilità: quella che fa soffrire dell’altrui dolore e gioire della bellezza ovunque sia rinvenibile. (Vito Antonio Conte)

Marcello Buttazzo è nato a Lecce nel 1965 e vive a Lequile, nel cuore della Valle Della Cupa salentina. Ha studiato Biologia con indirizzo popolazionistico all’Università “La Sapienza” di Roma. Ha pubblicato numerose opere, la maggior parte di poesia. Scrive periodicamente in prosa su Spagine (periodico on line del Fondo Verri), nella rubrica Contemporanea, occupandosi di attualità. Collabora con il blog letterario Zona di disagio diretto da Nicola Vacca. Tra le pubblicazioni in versi ricordiamo: “E l’alba?” (Manni Editore), “Origami di parole” (Pensa Editore), “Verranno rondini fanciulle” (I Quaderni del Bardo Edizioni). La sua ultima raccolta pubblicata, nel 2023, è “E se nel giallo ti vedrò” (I Quaderni del Bardo Edizioni).

 

Di Venti Varia di Anna Rita Nutricati - L’opera prima di Anna Rita Nutricati, nel titolo: “Di venti varia”, racchiude un messaggio enigmatico e, allo stesso tempo il segno connotativo, oggi raro, di una personalità discreta e appartata, propria dell’autrice.

Il titolo, comunque suggestivo, sembrerebbe infatti suggerito, addirittura sussurrato da una voce ignota, pervaso da una misteriosa, apparente estraneità, come si trattasse di un’affermazione vera e propria, però esterna all’opera; affermazione non certo imperativa o impositiva, ma casomai rivelatrice. Un velo, o meglio, un solido paravento linguistico che è, alla fine, il codice dell’intera raccolta. Quindi il titolo non poteva essere un marchio, un logo caratterizzante il lavoro qui presentato, ma, forse, la sintesi – per così dire – di un’introduzione all’opera stessa, formulata con le medesime attenzioni formali dei testi.

Naturalmente questo possiamo solo fingere di supporlo, per evidenziare anche nel titolo quel timbro di cui la raccolta stessa si caratterizza. È evidente però che la stessa autrice sia l’artefice di questo meccanismo e, in tal maniera, volutamente ci fornisca una formula interpretativa o, in ogni caso, una via ideale per accompagnarci nella lettura dai toni e forme articolate lontane da certe consuetudini e ricche, invece, di una cólta e marcata ricerca personale.

Il gioco fonetico e semantico che traspare dal titolo, va in questa direzione ed è intenzionalmente ambiguo, sulla scia di quella forma, in qualche modo ermetica. accostabile più al lontano trobar clus, che a esperienze letterarie di epoche a noi più vicine. La silloge si compone di tre sezioni: Per Asfodeli, in cui l’allestimento finalistico e dispersivo, cerchiato nel giglio dell’Ade, mira alla perduranza di un legame che transita nel corpo a convito di un mutilo filo. La seconda sezione è intitolata Iconografia, per l’unicità ripetuta del soggetto e lo sforzo della raffigurazione, sordo alle intimazioni dell’assenza, alle strida del travaglio immaginativo. La terza e ultima sezione Fuoriscena quasi suggerisce una connotazione teatrale, da terzo atto della commedia, anche se questo non dovrà fuorviare circa eventuali coup de théâtre o finali a sorpresa, anzi si tratta di un consolidamento, a chiaro, delle sezioni che la precedono. (…)

 

Anna Rita Nutricati vive la poesia nella sua accezione più alta, modellando una lingua sui timbri e le forme provenienti da uno studio rigido, sia del pensiero sia del significato che, con incastri a coda di rondine, ci consegnano componimenti netti, mai lasciati nella sospensione del déjà-vu, anche al cospetto di un “Io” non di rado dolorante, torturato che mescola il suo stesso sangue con quello del mondo, che fonde materia viva e inerte, in un’unica voce. Voce che ammette,” lasciai avvenire/ ciò che venne”. oppure “per poca fede, /si fece ostia/ la mia carne”. Un Io cosciente del proprio destino, fermo nella sua solidità e nella sua fragilità, che si rigenera al riparo della possente fortezza della lingua che parla a sé e a noi.  (Alessandro Franci)

Laureata in Lettere Moderne presso l’Università del Salento, Anna Rita Nutricati, coltiva la passione per la poesia e la critica letteraria. In tale ambito ha pubblicato recensioni e note di lettura su Versante Ripido, Spagine, Letteratour. Sue poesie sono state riprese da riviste e blog letterari. Di venti varia è la sua opera di esordio

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/

Oveer&Plus

https://www.overeplusservizi.com/

 

Per Info

Ingresso gratuito

Tel: 327/3246985





 

mercoledì 18 settembre 2024

Asia ribelle. Assalto agli imperi e rivoluzione globale di Tim Harper (ADD Editore)

Come può liberarsi dal terrore chi dal terrore è oppresso? Come possono gli schiavi ottenere la libertà? Ecco la risposta: con la “Bomba”.» Così recitava un pamphlet anonimo del 1913, di autore indiano, a metà fra il manuale bellico e l’esortazione alla rivolta.

A inizio Novecento l’Asia coloniale – l’immensa rete di località marittime, passi montani, piantagioni e vie d’acqua compresa tra l’oceano Indiano e le coste orientali cinesi – è una polveriera pronta a mandare in frantumi gli imperi europei. Da Bombay a Shanghai, da Singapore a Manila, le banchine dei porti e i transatlantici che fanno la spola dall’Europa diventano la via d’accesso di idee anarchiche e marxiste, oltre che il teatro di un continuo scambio di personalità, traduzioni, ricette politiche tanto varie quanto originali. I pellegrini di questo sottosuolo antimperiale – come il futuro Ho Chi Minh e la nemesi di Gandhi, M.N. Roy – convergeranno in una nuova Mecca, la Mosca dei primi anni Venti, per poi diffondere in Asia il verbo di un mondo che non è più lo stesso.

Terroristi, ammutinati, femministe con i capelli a caschetto, doppiogiochisti, tipografi clandestini, facinorosi che s’imbarcano come marinai: tra fonti d’archivio, stampa dell’epoca e documenti privati, Tim Harper ripercorre nel suo libro-mondo le traiettorie avventurose degli uomini e delle donne che gettarono le basi di una nuova idea di Asia.

martedì 17 settembre 2024

Miss Bee e il cadavere in biblioteca di Alessia Gazzola (Longanesi)

Londra, anni Venti del Novecento. Beatrice Bernabò, detta Miss Bee, è una ventenne italiana che vive nella capitale inglese da qualche anno. Insieme alle sorelle, Beatrice si è trasferita al seguito del padre Leonida, docente di italianistica all'Università. Il mandato del padre gode della protezione dell'ambasciatore italiano in UK, che non può che essere fascista. Invitata a cena dalla nobile dirimpettaia, Mrs Ashbury - vedova e madre di un unico e affascinante figlio, il conturbante Christopher detto Kit - Beatrice si trova suo malgrado in mezzo a un giallo che è al contempo un triangolo amoroso: se non è colpevole l'uno, lo è l'altro. Ma lei di chi è innamorata, dell'uno o dell'altro? Ambientata nel mondo patinato e decadente dell'aristocrazia britannica al risveglio dall'incubo della Prima Guerra Mondiale, tra seducenti visconti e detective che sognano di tagliar loro la testa come nella rivoluzione francese, questa avventura di Miss Bee è una frizzante e incantevole combinazione di suggestioni - da Agatha Christie a Downton Abbey, dai romanzi di Frances Hodgson Burnett fino a Bridgerton - cui si aggiunge l'inconfondibile unicità del tocco di Alessia Gazzola.


Nico Naldini autore di Vita di Giovanni Comisso (Ronzani Editore)

«Che incantevole romanzo questa Vita di Giovanni Comisso, altro non sapremmo definire un libro che si presenta come una biografia e invece è un’auto-biografia mai scritta per intero da Comisso, ma ricostruita come una lunga frase musicale […] per mano di uno strumentatore di altissima qualità stilistica quale Nico Naldini». Così Goffredo Parise presenta questo libro in una elegantissima recensione che è qui riprodotta in appendice. In esso infatti si alternano tre «voci» in una sorta di abile contrappunto: le lettere e i diari di Comisso, che ne costituiscono l’ossatura, le lettere del suo grande amico, Filippo De Pisis, e il racconto di Naldini che le completa e le salda armoniosamente fra di loro, senza che quasi si avverta il passaggio dall’una all’altra. Comisso fu il primo dei «due amici» (l’altro fu il cugino Pasolini) ai quali Naldini dedicò una biografia: la Vita uscì per Einaudi nel 1985 sfiorando la vittoria al Premio Strega. E a distanza di quasi quarant’anni essa mantiene intatto il suo incanto e la sua brillantezza. In un passo ispirato Naldini descrive magnificamente quello che è il momento più adatto per leggere Comisso: «Non sempre ce la facciamo a sopportare la vista di questo mondo, e allora chiudiamo pure gli occhi e cerchiamo di ridurre la ricettività degli altri sensi […]. Abbandonati a noi stessi, è questo il momento in cui cominciano a vagare nell’animo le armonie perdute, come le carezze di un vento misterioso. Ed è questo – attenzione! – il momento più adatto per leggere Comisso, perché è incominciata una trasmutazione del nostro stato abituale, favorita proprio dal torpore sognante in cui siamo entrati da qualche minuto». Ed è questo anche il momento più adatto per leggere la Vita di Giovanni Comisso di Nico Naldini.

 

Nico Naldini, (Casarsa 1929 – Treviso 2020) ha pubblicato i suoi primi scritti nelle riviste della «Academiuta di lenga furlana», fondata dal cugino Pier Paolo Pasolini nel 1945. Dopo la laurea ha lavorato per molti anni a Milano presso la casa editrice Longanesi. Trasferitosi successivamente a Roma, ha collaborato con registi come lo stesso Pasolini, Fellini e altri, realizzando nel 1974 anche un film di montaggio, Fascista. Dal 1979 fino alla morte è vissuto a Treviso, con frequenti soggiorni in Tunisia. Ha al suo attivo fondamentali biografie: oltre a quella qui ristampata di Comisso, quelle di Pasolini, Parise e De Pisis. È anche autore di numerosi saggi critici e di raffinate opere di narrativa e di poesia.

Francesco Zambon, (Venezia 1949) è professore emerito di Filologia romanza presso l’Università degli Studi di Trento e Maître ès Jeux dell’Académie des Jeux Floraux di Tolosa. Medievista di fama internazionale, ha al suo attivo circa 250 pubblicazioni in Italia e all’estero. I suoi studi riguardano soprattutto la letteratura allegorica e mistica del medio-evo, i bestiari, il ciclo romanzesco del Graal, i trovatori occitani, Dante e la poesia italiana ed europea del Novecento. Per Ronzani ha pubblicato il saggio Lingue inedite. La poesia italiana contemporanea tra lingua e dialetto (2021) e curato alcune opere di Nico Naldini.




domenica 15 settembre 2024

Alessandro Mezzena Lona, Romeo Toffanetti pubblicano Nero è il colore delle note (Ronzani Editore)

 Cornell Woolrich è un uomo che ama spiare le donne. E quando riesce a liberarsi della claustrofobica presenza di sua madre Claire, va a vivere in un palazzo che si affaccia sulle stanze abitate da una presenza affascinante e misteriosa. Una violoncellista che assomiglia a Jacqueline du Pré ma che non può essere lei, dal momento che la stella britannica della musica è morta di sclerosi multipla oltre trent’anni prima. Mentre insegue i fantasmi di un romanzo che non riesce a scrivere, Cornell Woolrich esplora i segreti della città in cui vive. Dove soffia sempre un vento rabbioso, il mare è ridotto a un immondezzaio e un’avveniristica speculazione edilizia ha costruito vertiginosi palazzi dove prima c’era un bosco.  In compagnia di Jane Olsen, un’eterea ragazza che trascorre le sue notti sotto il cavalcavia dell’autostrada, scoprirà che nel quartiere diroccato del Vecchio Porto la Industrial Brain Utopia sta mettendo a punto un progetto azzardato: trasferire l’essenza stessa di un essere umano nella memoria di un computer. Per poi riversare in un altro corpo tutti quei ricordi, le emozioni, i sogni. Nero è il colore delle note nasce da una sfida. Quella che Romeo Toffanetti ha lanciato ad Alessandro Mezzena Lona: scrivere una storia partendo da una trentina di tavole che il disegnatore di Nathan Never, personaggio a fumetti di Sergio Bonelli editore, ha realizzato senza seguire un preciso percorso narrativo. Ha preso forma, così, un romanzo che rende omaggio a Cornell Woolrich, lo scrittore americano capace di ispirare con le sue storie l’Alfred Hitchcock della Finestra sul cortile e il François Truffaut de La sposa in nero. Un viaggio in un possibile, oscuro presente che riporta alla memoria le atmosfere Hard Boiled care a Raymond Chandler e Dashiel Hammett. Ma che si interroga, al tempo stesso, sulle sempre più invasive manipolazioni tecnologiche sperimentate sul corpo e sul cervello umano.

 

Alessandro Mezzena Lona, nato a Trieste da una famiglia di origine trentina, per sedici anni è stato responsabile delle pagine culturali del quotidiano «Il Piccolo». Nel 2013 ha vinto il Premio Grado Giallo Mondadori con Non credere ai santi. Ha scritto i romanzi La via oscura, La morte danza in salita, L’amore danza sull’abisso; ha curato con Mitja Gialuz il volume Barcolana un mare di racconti, Premio Speciale Marincovich 2019, pubblicato anche in versione inglese per HarperCollins.  Ne Il poeta delle pantegane ha raccontato la vita e i versi di Federico Tavan. Cura il blog Arcane Storie e collabora alla rivista «Doppiozero». Con Ronzani Editore ha pubblicato il romanzo Il cuore buio dei Miracoli.

 

Romeo Toffanetti, è nato a Buenos Aires nel 1963 e vive a Trieste. Debutta come fumettista nel 1985 sulla rivista «Orient Express»; dal 1989 disegna per la casa editrice Sergio Bonelli le storie di Nathan Never. È pittore e incisore e lavora anche per il cinema dal 2001, quando scrive e coproduce Oppalalay per i duo comico I Papu; nel 2005 scrive e dirige il corto L’ultimo spettacolo, premio per la sceneggiatura al Torino Film Festival; nel 2006 scrive e dirige Rockstalghia. Nel 2009 il suo cortometraggio 5 ha debuttato al Festival di Cannes; nel 2022 il mediometraggio Salvadis è stato premiato al Pittsburgh Moving Picture Festival come miglior film horror e migliore fotografia.


L'imperfetta calligrafia dell'amore di Piero Campanini

Nel cuore dell'Italia del 1940, tra le pieghe di un'epoca tumultuosa, si svolge l’emozionante storia di Ludovica, protagonista di questo romanzo. Ludovica, chiamata da tutti Leda, è un'adolescente virtuosa ma afflitta da un difetto fisico che getta un'ombra sulla sua vita quotidiana e sul suo futuro.

Ancora adolescente si trova a lottare contro le avversità con coraggio e risolutezza, mentre il destino svolge il suo filo intricato per far emergere in lei una forza interiore sconosciuta e inarrestabile. La storia di Leda s’intreccia con il tessuto della società italiana del tempo e segue la determinazione della giovane protagonista, trasportandola in un viaggio alla scoperta del mondo, di sé stessa e della propria guarigione.

L'IMPERFETTA CALLIGRAFIA DELL'AMORE è un racconto avvincente che celebra la resilienza femminile, la forza interiore e la bellezza che si nascondono anche dietro le imperfezioni. In un'epoca di sfide e cambiamenti, offre un inno alla speranza e alla capacità di trasformare le difficoltà in trampolini di lancio verso la realizzazione di una vita straordinaria





venerdì 13 settembre 2024

INFLUENCER TUTELATO: Prontuario di diritto pratico per gli operatori del mondo social dell' Avvocato Giuseppe Calogiuri

Questo prontuario è nato per mettere a disposizione degli operatori del mondo social l’esperienza maturata in tutti questi anni ed avere IL PRIMO MANUALE OPERATIVO che non avesse il carattere del testo universitario o accademico ma che potesse essere UN UTILE STRUMENTO per approcciarsi al web nella maniera più virtuosa e più attenta possibile alle numerose insidie nascoste dietro i gigabytes in viaggio per il web.
Acquistando il testo è compreso un codice per UN INCONTRO DI WEB CONSULTANCY IN DIRETTA con il mio studio

giovedì 12 settembre 2024

OTRANTO, IL PALINDROMO DEL TEMPO: a proposito di Singlossìa e di Sator di Francesco Pasca oggi a Galatone (Lecce, Puglia - Italia)

A Levante (spazi per la ricerca, l’arte, la memoria, il territorio – Galatone), Città di Galatone – Delega alla Cultura, Estate Galatea, i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno/Spagine  presentano il volume OTRANTO, IL PALINDROMO DEL TEMPO: a proposito di Singlossìa e di Sator di Francesco Pasca I Quaderni del Bardo / Spagine - Collana Universo Salento a cura di Angelo Sconosciuto e Istituto culturale Storia e Territorio. Sono previsti i saluti del Sindaco Dott. Flavio Filoni. Dialogano con l’autore Marilena Cataldini, Giuseppe Resta. Interverrà l’editore Stefano Donno. L’appuntamento è previsto per OGGI Giovedì 12 settembre 2024 ore 19,30 presso il Giardino del Palazzo Marchesale, via Castello - Galatone (in caso di pioggia l’evento si svolgerà nel frantoio di Palazzo Marchesale) a Galatone (Info 320/8745640)

 

Scrive l’artista-autore Francesco Pasca: «Un progetto nasce perché esiste un Luogo da raccontare e ha senso se genera altri racconti, altre visioni altre opportunità di condivisione e riflessione, qui è Otranto, da me denominato “Il Luogo delle Parole”, a muovere l’interesse, a stimolare la mia pratica artistica». La sua ricerca ha inizio con un viaggio tra Puglia ed Abruzzo per riscontrare la probabile assunzione di una verità impressa in quasi tutte le cattedrali medievali.

La prima traccia è quella del racconto, “scritto” con migliaia di frammenti, su di un “tappeto di pietra” nella fabbrica della cattedrale di Otranto; la seconda è scolpita in un’icona lapidea incastonata sulla facciata di santa Lucia de’ Marsi a Magliano città in provincia di Pescara; la terza è dei Sator.

Il resoconto di quel viaggio di ricerca con titolo: “OTRANTO, IL PALINDROMO DEL TEMPO: a proposito di Singlossìa e di Sator di Francesco Pasca” è pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno e Spagine (Collana Universo Salento a cura di Angelo Sconosciuto e Istituto culturale Storia e Territorio), con scritti di R. Apicella, C. De Stasio, A. Errico, M. G. Lopardi, M. Nocera

 disponibile a questo link

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2024/06/otranto-il-palindromo-del-tempo.html



 

mercoledì 11 settembre 2024

Gli attentati dell'11 settembre 2001 di Quentin Convard (50Minutes.com)

La mattina dell'11 settembre 2001, alcuni terroristi dirottarono quattro voli passeggeri e fecero schiantare gli aerei contro le Torri Gemelle, il Pentagono e un campo vicino a Shanksville, in Pennsylvania (l'aereo era diretto a Washington, ma i passeggeri lottarono per sottrarre il controllo degli aerei ai terroristi), uccidendo quasi 3.000 persone e ferendone altre migliaia. Questo attacco terroristico ha provocato onde d'urto in tutto il mondo e ha segnato un punto di svolta nella politica statunitense, portando alla guerra al terrorismo, all'approvazione del Patriot Act e all'invasione dell'Afghanistan. In soli 50 minuti, scoprirete le principali conseguenze degli attentati dell'11 settembre e il ruolo che hanno avuto nel plasmare il panorama geopolitico internazionale dell'inizio del XXI secolo. Questo libro semplice e informativo offre una discussione approfondita dei momenti chiave degli attentati dell'11 settembre, che hanno avuto luogo sullo sfondo di elezioni contestate e della crescente minaccia del jihadismo. Include anche un'introduzione ai principali personaggi coinvolti, tra cui Osama bin Laden, e un esame delle conseguenze politiche, sociali ed economiche, fornendo tutte le informazioni necessarie per comprendere questo evento epocale nella storia degli Stati Uniti.


martedì 10 settembre 2024

Le ballate di Narayama di Schichiro Fukazawa (Adelphi)

 Non ci sono che montagne a perdita d’occhio intorno al remoto villaggio dove la vecchia Orin vive con il figlio Tatsuhei e i quattro nipoti. Un villaggio primordiale, soggetto alla legge implacabile della sopravvivenza, e insieme immobilizzato nel tempo inafferrabile di favole e leggende, dove riecheggiano ballate dai versi poetici e crudeli. E quando in famiglia si aggiungono due bocche da sfamare – la nuova moglie di Tatsuhei e quella di Kesakichi, il più grande dei nipoti –, e si approssima il traguardo dei settant’anni, un solo, gioioso pensiero occupa la mente di Orin, da sempre abituata a pensare agli altri prima che a se stessa: prepararsi degnamente per il pellegrinaggio al Narayama, la lontana montagna dove abita un dio. Lì il figlio, dopo averla portata sulle spalle sino in cima, la abbandonerà al suo destino, come vogliono norme ancestrali, atroci ai nostri occhi eppure serenamente accettate. E mentre seguiremo la silenziosa ascesa di Orin e Tatsuhei, fra valli che paiono abissi senza fondo e vette dove i corvi volteggiano sul candore delle ossa, non potremo fare a meno di chiederci se questo romanzo aspro e lacerante, caduto come un meteorite nella letteratura giapponese degli anni Cinquanta, sia davvero il frutto dell’invenzione di un outsider – o non scaturisca piuttosto dagli strati più profondi del nostro inconscio.




lunedì 9 settembre 2024

On leadership. L'arte di governare di Tony Blair (Silvio Berlusconi Editore)

Questo saggio è una lezione magistrale sulla leadership in generale, e sulla leadership politica in particolare, da parte di un grande statista.


Tony Blair ha imparato i principi del buon governo nel modo più difficile: guidando un Paese per oltre dieci anni. Ora ha scritto il libro che avrebbe voluto avere a disposizione quando, nel 1997, è diventato primo ministro del Regno Unito. Una sintesi di lezioni di leadership frutto dell’esperienza ai vertici di una grande e antica democrazia liberale, in cui condivide le intuizioni che ha fatto proprie durante la sua lunga carriera politica, attraverso l’osservazione di altri leader e grazie al lavoro dell’istituto che ha fondato per sostenere i governi a livello globale. Scritto in capitoli brevi e incisivi, ricchi di esempi tratti dai sistemi politici di tutto il mondo, il libro risponde alle domande chiave: Come stabilire le priorità, sviluppare una strategia efficace, organizzare il proprio ufficio e assumere le persone più adatte? Come affrontare le crisi o gli eventi imprevisti e bilanciare le vittorie a breve termine con i cambiamenti strutturali a lungo termine? Qual è il modo migliore per gestire una burocrazia inefficiente, attrarre investimenti, riformare la sanità o l’istruzione e garantire la sicurezza dei cittadini? Cosa dovrebbero fare i governi per sfruttare le enormi opportunità della rivoluzione tecnologica del XXI secolo?

sabato 7 settembre 2024

Alberto Rollo torna in libreria con il racconto emozionante e straordinario del suo cane Billy

Sono antico come un lupo e del lupo ho la memoria, ma mi è mancato il branco. Avrei mostrato i denti, mi vedo ai margini della selva condurre i compagni in cerca di cibo, e mi vedo pure come sono adesso, splendidamente solo, tra abeti rossi e faggi, a incarnare la bestia. E ora la voglio questa solitudine, quest’ultima solitudine, perché sono antico, sono più antico degli umani al fianco dei quali sono stato, loro che pure smemorano origini nel vento come piumini di pioppo.

«La scrittura di Rollo scava rocce e anima, restituisce l’odore fresco dopo un temporale estivo».
Il Sole 24 Ore

«Le opere di Rollo sono tutte sul senso dello sguardo, che non è mai toccare e fuggire, ma fidarsi delle cose e del loro potere di plasmarci». Il Foglio

Tra gli ontani, gli aceri, i castagni e le balze erbose dell’estate, Billy il Cane si muove non visto verso una meta che conosce lui solo: ha consumato il suo tempo. Si sottrae fieramente al consorzio umano, come la sua profonda ferinità gli impone. I suoi tutori lo cercano e lui, fratello della notte, inciampa con la memoria nella sua vita da cane: rivede l’infanzia disgraziata, l’ingresso nella casa del balzano terzetto dei suoi tutori che lo hanno strappato alla strada, la biblioteca del tutore dove ha ‘assaggiato’ la carta di tanti libri e per osmosi ha imparato la sua lingua. E poi le sfide, le risse, i morsi, gli amori e soprattutto la rabbia che sempre ha abitato il suo bellicoso cuore smargiasso, impaziente di avanzare nel mondo. Il piccolo cane con la lettera maiuscola se ne va, con le orecchie di velluto puntate verso il cielo, per continuare a sentire tutto, eterno come eterne sono le vite di chi ha molto vissuto.

ALBERTO ROLLO nato a Milano, è scrittore, critico, traduttore e figura significativa dell’editoria italiana. Operatore culturale, grande appassionato di musica, è traduttore, fra gli altri, di Jonathan Coe, Steven Millhauser, Truman Capote, Henry James. Ha pubblicato Un’educazione milanese (2016, finalista al Premio Strega 2017), L’ultimo turno di guardia (2021, Premio internazionale L’Aquila, Terna finalisti Premio Napoli), Il miglior tempo (2021), Il grande cielo (2022)

giovedì 5 settembre 2024

Per la Rassegna “Qui Se Mai Verrai / Il Salento dei Poeti” OGGI presso l’Ex Conservatorio Sant’Anna a Lecce presentazione del libro Di Venti Varia di Anna Rita Nutricati

Per la Rassegna a cura del Fondo Verri di Lecce e con il Patrocinio del Comune di Lecce “Qui Se Mai Verrai / Il Salento dei Poeti” giovedì 5 settembre 2024 ore 20,00 presso l’Ex Conservatorio Sant’Anna a Lecce è prevista la presentazione del volume edito da I Quaderni del Bardo Edizioni, Di Venti Varia di Anna Rita Nutricati Interverranno con l’autrice l’editore Stefano Donno e con il flauto traverso Ivano Bisanti accompagnerà la lettura dei versi

L’opera prima di Anna Rita Nutricati, nel titolo: “Di venti varia”, racchiude un messaggio enigmatico e, allo stesso tempo il segno connotativo, oggi raro, di una personalità discreta e appartata, propria dell’autrice.

 

Il titolo, comunque suggestivo, sembrerebbe infatti suggerito, addirittura sussurrato da una voce ignota, pervaso da una misteriosa, apparente estraneità, come si trattasse di un’affermazione vera e propria, però esterna all’opera; affermazione non certo imperativa o impositiva, ma casomai rivelatrice. Un velo, o meglio, un solido paravento linguistico che è, alla fine, il codice dell’intera raccolta. Quindi il titolo non poteva essere un marchio, un logo caratterizzante il lavoro qui presentato, ma, forse, la sintesi – per così dire – di un’introduzione all’opera stessa, formulata con le medesime attenzioni formali dei testi.

 

Naturalmente questo possiamo solo fingere di supporlo, per evidenziare anche nel titolo quel timbro di cui la raccolta stessa si caratterizza. È evidente però che la stessa autrice sia l’artefice di questo meccanismo e, in tal maniera, volutamente ci fornisca una formula interpretativa o, in ogni caso, una via ideale per accompagnarci nella lettura dai toni e forme articolate lontane da certe consuetudini e ricche, invece, di una cólta e marcata ricerca personale.

 

Il gioco fonetico e semantico che traspare dal titolo, va in questa direzione ed è intenzionalmente ambiguo, sulla scia di quella forma, in qualche modo ermetica. accostabile più al lontano trobar clus, che a esperienze letterarie di epoche a noi più vicine.

 

La silloge si compone di tre sezioni: Per Asfodeli, in cui l’allestimento finalistico e dispersivo, cerchiato nel giglio dell’Ade, mira alla perduranza di un legame che transita nel corpo a convito di un mutilo filo. La seconda sezione è intitolata Iconografia, per l’unicità ripetuta del soggetto e lo sforzo della raffigurazione, sordo alle intimazioni dell’assenza, alle strida del travaglio immaginativo.

 

La terza e ultima sezione Fuoriscena quasi suggerisce una connotazione teatrale, da terzo atto della commedia, anche se questo non dovrà fuorviare circa eventuali coup de théâtre o finali a sorpresa, anzi si tratta di un consolidamento, a chiaro, delle sezioni che la precedono. (…)

Anna Rita Nutricati vive la poesia nella sua accezione più alta, modellando una lingua sui timbri e le forme provenienti da uno studio rigido, sia del pensiero sia del significato che, con incastri a coda di rondine, ci consegnano componimenti netti, mai lasciati nella sospensione del déjà-vu, anche al cospetto di un “Io” non di rado dolorante, torturato che mescola il suo stesso sangue con quello del mondo, che fonde materia viva e inerte, in un’unica voce. Voce che ammette,” lasciai avvenire/ ciò che venne”. oppure “per poca fede, /si fece ostia/ la mia carne”. Un Io cosciente del proprio destino, fermo nella sua solidità e nella sua fragilità, che si rigenera al riparo della possente fortezza della lingua che parla a sé e a noi.  (Alessandro Franci)

 

Laureata in Lettere Moderne presso l’Università del Salento, Anna Rita Nutricati, coltiva la passione per la poesia e la critica letteraria. In tale ambito ha pubblicato recensioni e note di lettura su Versante Ripido, Spagine, Letteratour. Sue poesie sono state riprese da riviste e blog letterari.

 

Di venti varia è la sua opera di esordio

Per Info

Ingresso gratuito

Tel: 327/3246985




 

mercoledì 4 settembre 2024

Big Japan, Made in Japan: Un viaggio nel cuore del Sol Levante oggi a Lecce con lo scrittore e traduttore Diego Martina presso Mondi Sommersi Comix Food

Preparatevi a un’immersione totale nella cultura giapponese! Mondi Sommersi Comix Food ospiterà l’evento “Big Japan: Made in Japan”, un incontro esclusivo con lo scrittore e traduttore Diego Martina (italiano trapiantato in Giappone da più di un decennio), che ci guiderà alla scoperta di un Paese affascinante e multiforme. L’appuntamento, dunque, è per il 4 settembre 2024, ore 19,00 presso Mondi Sommersi Comix Food in Viale Felice Cavallotti 1/E 1/F – Lecce. Interverranno con l’autore l’editore Stefano Donno, e Max Favatano (Mondi Sommersi Comix Food).

L’evento è imperdibile per tutti gli appassionati di letteratura, cultura pop e Giappone. Diego Martina, esperto conoscitore della lingua e della cultura nipponica, ci condurrà in un viaggio attraverso la sua esperienza diretta nel Paese del Sol Levante.

Di cosa si parlerà?

Haiku: l’essenza della poesia giapponese. Approfondiremo la figura del poeta Akano Yotsuba e la sua raccolta di haiku “Chiodi Battuti”, tradotta magistralmente da Diego Martina per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno. Scopriremo insieme l’antica arte dello haiku e la sua straordinaria attualità. Manga e anime: un universo affascinante. Diego Martina ci svelerà i segreti di questo fenomeno culturale che ha conquistato il mondo, condividendo la sua passione per manga e anime e raccontandoci (anche in veste di traduttore) come questi mondi immaginari rispecchiano la società giapponese. Il Giappone contemporaneo visto da un italiano. Attraverso gli occhi di Diego Martina, esploreremo il Giappone di oggi: le sue tradizioni millenarie, la sua cultura pop, la sua società in continua evoluzione.

Perché non perdersi questo evento?

Un’occasione unica per conoscere da vicino un esperto del Giappone. Un viaggio affascinante nella cultura nipponica. L’opportunità di approfondire la tua conoscenza dello haiku e della letteratura giapponese. Un momento di confronto e di scambio con altri appassionati.

Chi è Akano Yotsuba? Nato a Kōchi nel 1977, Akano Yotsuba è uno dei più carismatici poeti haiku della sua generazione. Vincitore del Premio Nuove Voci dello Haiku Moderno, Yotsuba è apprezzato per la sua capacità di catturare la bellezza e la complessità del mondo in poche parole.

 

Chi è Diego Martina? Nato nel 1986, Diego Martina è uno yamatologo, scrittore e traduttore specializzato in letteratura giapponese. Ha studiato e vissuto a lungo in Giappone, dove ha approfondito la sua conoscenza della lingua e della cultura del Paese del Sol Levante. È discepolo di Kuroda Momoko, famosissima poetessa di haiku.


Info link

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/


martedì 3 settembre 2024

L'ultima estate in paese di Simonetta Tassinari (Corbaccio)

A diciott'anni tutto sembra possibile, anche se vivi in un paese sperduto dell'Appennino.


In uno sperduto paese molisano di montagna, durante l'estate del 1975 giunge inaspettato un giovane straniero biondo, alto, a cavallo di un potente Kawasaki: il suo nome è Pierre Duchamp, di nazionalità belga, di professione architetto. Pianta la sua tenda ai confini del parco pubblico. Nello zaino ha un manuale di puericultura italiano, stampato proprio in quel paesino, unica traccia della sua famiglia d'origine, e che gli è stato consegnato, una volta finiti gli studi, dalla madre superiora dell'orfanotrofio nei pressi di Liegi nel quale è cresciuto. Con lui la gente del posto è gentile, ma evasiva, da una parte sembra volerlo aiutare, dall'altra sembrano tutti infastiditi se non allarmati dalla sua presenza. Gli unici a dargli una mano sono cinque liceali, cinque ragazzi a cui il paese va stretto e che sognano l'avventura. Grazie a loro verrà alla luce una vicenda sconcertante, che risale al lontano passato di un'Italia ancora stremata dalla guerra quando, in una notte di febbraio del 1946, una malandata corriera piena di famiglie di emigranti proveniente dalla Sicilia e diretta verso le miniere belghe, si era fermata al paese per far scendere un uomo e la moglie con le doglie. Dei due siciliani si sono poi perse le tracce, ma il loro passaggio ha lasciato in eredità una verità sconvolgente che investe tutta la piccola comunità.



lunedì 2 settembre 2024

La mossa giusta di Enrico Franceschini (Baldini + Castoldi)

 Odessa, Ucraina, 1918. Mentre infuria la guerra civile fra rossi e bianchi, sette uomini sono in piedi contro un muro, davanti al plotone di esecuzione. Un attimo prima che i soldati bolscevichi aprano il fuoco, un ufficiale nota un nome nell’elenco dei condannati a morte e chiede se per caso è il famoso giocatore di scacchi. L’uomo risponde di sì. L’ufficiale non è convinto. «Facciamo una partita», gli propone. «Se perdi significa che menti e verrai fucilato. Se vinci sei davvero il campione di scacchi e ti lasceremo andare.» Il condannato è Ossip Bernstein, ebreo ucraino, brillante avvocato d’affari a Mosca e uno dei più forti scacchisti del mondo. La rivoluzione di Lenin lo ha espropriato di tutti i suoi averi. Quando è stato arrestato stava cercando di imbarcarsi dalla città sul Mar Nero per fuggire in Europa insieme a moglie e figli. Ma la partita a scacchi da cui ora dipende la sua vita segna l’inizio di una straordinaria avventura, che passa dalla Parigi degli anni ruggenti, viene investita dal crollo della Borsa di Wall Street, rimane travolta dalla Seconda guerra mondiale e dall’Olocausto, per concluder- si durante la guerra fredda, quando Stati Uniti e Unione Sovietica si ritrovano avversari in una sfida che potrebbe scatenare un conflitto a colpi di armi nucleari: e anche in quel caso l’esito dipende da una scacchiera, su cui è necessario fare la mossa giusta. Ispirato da un personaggio realmente esistito, un thriller sulla fuga senza fine di un ebreo errante attraverso il Novecento. E sul più crudele dei giochi: gli scacchi.




domenica 1 settembre 2024

La spia ha i capelli rossi di Sarah Mustafa (

IL GIORNO IN CUI LA SORTE DI UN POPOLO VENIVA DECISA, UNA DONNA SCRIVEVA IL PROPRIO DESTINO Leyla, studentessa italo-palestinese, sceglie la Giordania come sede del suo stage universitario. Ciò che l’ha spinta a tornare nel luogo della sua infanzia non è tuttavia un sentimento nostalgico, piuttosto un’urgenza: deve conoscere la verità sulla morte di una ragazza avvenuta quasi sessant’anni prima e nella quale sembra coinvolta una donna dai capelli rossi che potrebbe essere Farida, sua nonna. Nel tentativo di provarne l’innocenza, Leyla ritorna nel campo profughi dov’è cresciuta e, con l’aiuto della cugina Iman, cerca di ricostruire gli eventi a partire dalla Nakba palestinese. La sua ricerca si spinge tanto oltre da mettere in pericolo anche Gabi, il ragazzo israeliano con cui, nonostante la diversa appartenenza, ha stretto un legame di sincera amicizia. Il suo rapimento nasconde un ulteriore mistero